Un dono della citta di Gifu a Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 ottobre 2004 16:31
Un dono della citta di Gifu a Firenze

Un albero di ciliegio e l'inaugurazione ufficiale della statua del pescatore col cormorano, donata a Firenze dalla città amica di Gifu. Stamani, nella rotonda di piazza Gavinana l'assessore alle relazioni Eugenio Giani, assieme al presidente del Quartiere 3 Andrea Ceccarelli, alla ex presidente e attuale consigliera comunale Lucia Matteuzzi e al sindaco della città giapponese Shigemitsu Hosoe, hanno piantato un ciliegio e riconsegnato simbolicamente la statua alla città di Firenze. "Il ciliegio - ha spiegato il sindaco Hosoe - è per il Giappone il simbolo della prosperità.

Una pianta sempre più grande e sempre più forte, che dà frutti". "Gifu, assieme alla nostra città gemella Kioto - ha sottolineato l'assessore Giani - rappresenta il ponte di collegamento fra Firenze e il Giappone e ha dimostrato particolare apprezzamento per una serie di iniziative culturali. Ultimo esempio il concerto di Riccardo Marasco che si è svolto nella scorsa primavera a Gifu. Vorrei anche ricordare che ogni anno, il 9 luglio in ricordo del terribile bombardamento del 1945, su precisa richiesta della città di Gifu, tutte le città amiche fanno suonare le campane dei loro monasteri principali ed espongono il vessillo della pace.

Cosa che puntualmente avviene col suono della Martinella e dell'apposizione sulla Torre di Arnolfo della bandiera arcobaleno". La statua in bronzo di "Usho", il pescatore con il cormorano, opera dello scultore Kousei Tateno, donata dalla città giapponese di Gifu. La statua, dall'aprile 1983 e fino al 2002 era collocata nel giardino della ex scuola media Don Giulio Facibeni, in via Villamagna, istituto è stato particolarmente attivo negli scambi culturali fra i giovani di varie nazioni e, in particolare, tra le città di Firenze e Gifu.

Poi, dalla primavera scorsa, è stata sistemata in piazza Gavinana. La statua rappresenta un metodo di pesca tradizionale giapponese "la pesca con il cormorano" che viene praticata da circa 1300 anni nei fiumi su zattere strette e lunghe ottenute con quattro o cinque grosse canne di bambù legate insieme. Poiché la pesca si svolge di notte, alla zattera sono applicate delle lampare. La caratteristica di questa tecnica, è l'utilizzo del cormorano, un grande uccello nero in grado di immergersi nelle acque dei fiumi fino a tre metri di profondità.

Il pescatore (usho) lega alla zampa del cormorano una corda e gli applica attorno al collo un anello di metallo, leggermente più largo del collo. In questo modo, quando l'uccello si tuffa per pescare il cibo preferito, l'anello gli impedisce di inghiottire i pesci più grossi che diventano "preda" dell'usho. Quando il cormorano ha finito di pescare per l'usho, questi gli toglie l'anello e può finalmente pescare e nutrirsi a suo piacimento.(mr)

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