Innovativo intervento di Neurochirurgia Funzionale per la cura del morbo di Parkinson

Redazione Nove da Firenze
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27 settembre 2004 23:16
Innovativo intervento di Neurochirurgia Funzionale per la cura del morbo di Parkinson

Siena- Ricominciare a muoversi ed eliminare la rigidità nelle normali attività quotidiane grazie ad un elettrodo applicato nel cervello. Un risultato importantissimo per chi ha il morbo di Parkinson, malattia che colpisce in Toscana circa 10.000 persone, tra cui giovani, ed è fortemente invalidante. Al policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena c’è una possibilità di cura in più, grazie ad innovativi interventi di Neurochirurgia Funzionale, eseguiti dall’équipe coordinata dal dottor Giorgio Mencattini, all’interno dell’U.O.

Neurochirurgia Ospedaliera, diretta dal dottor Giuseppe Oliveri. Questa particolare branca della neurochirurgia permette di agire, con sofisticate tecniche, sulle funzioni superiori dell’essere umano cioè stimolando alcune zone del cervello è possibile cambiare alcune attività. “Con un intervento di alta tecnologia e chirurgia – spiega il dottor Mencattini – posizioniamo in una zona del cervello molto profonda, il nucleo sottotalamico, due elettrodi collegati ad un neurostimolatore che viene applicato sotto la pelle, simile ad un peacemaker.” Il punto preciso in cui inserire gli elettrodi è valutato dal neurochirurgo dopo aver sovrapposto, con una sofisticata tecnica di imaging detta “stalth station”, una tac e una risonanza magnetica, sfruttando la tecnologia dei neuronavigatori e della fusione delle immagini.

“L’elettrostimolatore – aggiunge Mencattini – sollecita continuamente il nucleo sottotalamico, che è la zona del cervello dove vengono modulati i movimenti e, in questo modo, i pazienti possono ricominciare a muoversi agilmente. L’operazione dura in media 5 ore e, con piccola aggressività chirurgica, cioè un foro di trapano bifrontale, offre un grande risultato”. Questo tipo di intervento, con cui sono già stati trattati cinque pazienti da gennaio ad oggi, è l’unica vera alternativa al trattamento farmacologico con dopamina, comunemente utilizzata nel trattamento del Parkinson ma che presenta pesanti effetti collaterali.

“Il nostro è un lavoro d’équipe, non solo all’interno del Dipartimento di Neuroscienze, diretto dal professor Noè Battistini, ma anche con altre specialistiche – aggiunge Mencattini – La nostra formazione è legata alla scuola di Parigi del professor Yves Kéravel, nostro consulente a Siena, uno dei pionieri di questa attività iniziata in Francia alla fine degli anni ’90. Vista questa valente collaborazione, oggi quello senese può considerarsi uno dei centri di eccellenza in Italia per questa patologia”.

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