Liberazione di Firenze la risposta di Donzelli

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 agosto 2004 13:10
Liberazione di Firenze la risposta di Donzelli

«Questa lettera di Ugo Caffaz mi conferma quello che temevo ovvero che una certa sinistra, a Firenze, è ferma a sessanta anni fa e non è ancora pronta per celebrare l'11 agosto come una festa di pace e di democrazia». Così il consigliere di Alleanza Nazionale Giovanni Donzelli replica al capogruppo dei Ds. «Ci può dividere il giudizio sulle azioni dei vivi non il dovuto rispetto per tutti i morti - ha aggiunto Donzelli - è vero che c'è chi lottò per la libertà e chi per mantenere il giogo nazista ma c'è anche chi, fra i partigiani, combattè per instaurare una dittatura comunista».

«Se, come dice Caffaz, tutti i morti non sono uguali - ha sottolineato il consigliere di Alleanza Nazionale - gli eredi del partito comunista fiorentino non hanno la coscienza pulita per ergersi a difensori di libertà, giustizia e pace. Proprio oggi, sul Corriere della Sera, è apparsa la testimonianza di Teresa Mattei, deputata comunista all'assemblea costituente e vedova di Bruno Sanguinetti, protagonista della Resistenza e dirigente del PCI. Secondo questa testimonianza proprio il partigiano Sanguinetti volle l'omicidio del filosofo Giovanni Gentile, omicidio approvato anche dall'allora leader del partito comunista fiorentino Giuseppe Rossi. Gentile - ha ricordato Donzelli - fu assassinato a freddo mentre rientrava a casa, senza scorta e disarmato.

Buona parte del comitato di liberazione toscano, con l'astensione dei comunisti, criticò quell'azione. Gli eredi del PCI fiorentino di allora prima di dare lezioni dovrebbero chiedere scusa per questo omicidio e per gli altri crimini proprio come ha fatto, giustamente, il presidente di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini in Israele nei confronti degli ebrei». (mr)

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