Gianni Berengo Gardin. Toscana, gente e territorio da venerdì 16 luglio (alle ore 18.00) al 10 ottobre 2004 alla Fondazione Ragghianti nel Complesso di San Micheletto di Lucca

Redazione Nove da Firenze
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14 luglio 2004 17:02
<I>Gianni Berengo Gardin. Toscana, gente e territorio</I> da venerdì 16 luglio (alle ore 18.00) al 10 ottobre 2004 alla Fondazione Ragghianti nel Complesso di San Micheletto di Lucca

Ritorna la fotografia d’autore in San Micheletto. Venerdì 16 luglio, ore 18.00, nella sede della Fondazione Ragghianti, verrà infatti inaugurata la mostra di fotografia di Gianni Berengo Gardin intitolata “Gianni Berengo Gardin. Toscana, gente e territorio”.
L’esposizione raccoglie un’antologia di 61 fotografie realizzate a partire dagli anni ’60, che testimoniano l’assiduità e la sensibilità con la quale Gianni Berengo Gardin, oggi internazionalmente considerato tra i più significativi rappresentanti della fotografia d’autore, si è rivolto al paesaggio naturale ed architettonico della Toscana, interpretato sempre in una dimensione non enfatica ed astratta ma di vita quotidiana.
Nell’occasione viene pubblicato un catalogo, a cura di Vittorio Fagone, direttore della Fondazione Ragghianti, che riproduce tutte le fotografie presentate in mostra.
Nato a Santa Margherita Ligure nel 1930, Berengo Gardin ha iniziato a occuparsi di fotografia nel 1954.

Dopo aver vissuto a Roma, Venezia, Lugano e Parigi, nel 1965 si è stabilito definitivamente a Milano, dove ha iniziato la carriera professionale, dedicandosi alla fotografia di reportage, all’indagine sociale, alla documentazione di architettura e alla descrizione ambientale.
Ha collaborato con le principali testate della stampa illustrata italiana ed estera, ma si è principalmente dedicato alla realizzazione di libri, pubblicando oltre 180 volumi fotografici, tra monografie e opere collettive.
Ha tenuto circa 200 mostre personali in Italia e all’estero, tra cui le grandi antologiche di Arles nel 1987, di Milano nel 1990, di Losanna nel 1991, di Parigi nel 1990 e nel 1997.

Le più recenti, alla Leica Gallery di New York nel 1999, alla Städtische Galerie di Iserlohn nel 2000, al Museo Civico di Padova e al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 2001. Come spiega nella sua prefazione al catalogo il professor Vittorio Fagone, sono due, in particolare, gli elementi che conferiscono fascino ed evidenza alle tante fotografie del paesaggio toscano che Berengo Gardin ha realizzato: “Il primo – scrive Fagone – va indicato nel ruolo dominante che vi assume la luce con le sue trascorrenze”.

Una luce che si rivela così “cardine e canone di ogni ampliata visione. D’altra parte, vale ricordare ciò che John Ruskin, proprio da Lucca, scriveva a proposito della luce in Toscana:’la trasparenza del cielo ha qui un che di prodigioso’. Il secondo aspetto che la fotografia di Berengo Gardin punta a mettere in rilievo nel paesaggio toscano – spiega ancora il direttore della Fondazione Ragghianti - è la sua umanizzazione, che significa “saper leggere presenza e memoria delle trasformazioni operate dalla cultura più antica praticata dagli uomini, quella del lavoro agricolo.

Significa anche, e soprattutto, saper riconoscere un paesaggio come un luogo vissuto e vivibile”. Ed è senza dubbio proprio questa “indistinta fusione” tra paesaggio naturale e urbano, “percepito e proposto come scenario di vita”, il risultato che più caratterizza il lavoro fotografico di Berengo Gardin.

La mostra resterà aperta fino al 10 ottobre prossimo con il seguente orario: da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00. Lunedì chiuso.
Ingresso gratuito offerto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca per la diffusione dell’arte contemporanea.

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