Etichettatura vini: Martini chiede l'intervento di Prodi
Vigneti, la Corte costituzionale dà ragione alla Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 febbraio 2004 20:47
Etichettatura vini: Martini chiede l'intervento di Prodi<BR>Vigneti, la Corte costituzionale dà ragione alla Toscana

FIRENZE- La Corte Costituzionale ha accolto il ricorso presentato dalla Regione Toscana contro l'articolo 64 della Finanziaria 2002, che conteneva disposizioni relative alla regolarizzazione dei vigneti piantati in violazione delle norme comunitarie e alle relative sanzioni amministrative. E' quanto rende noto l'assessore all'agricoltura della Regione Toscana Tito Barbini, sottolineando l'importanza di questa decisione dei giudici costituzionali, nell'ambito dei rapporti complessivi tra Stato e Regioni in materia di agricoltura.

"Il fenomeno degli impianti abusivi in Toscana è decisamente contenuto - spiega l'assessore - Ma nell'impugnare una norma statale che ha generato difficoltà ed incertezza nella categoria abbiamo voluto anche affermare concretamente quanto ormai dovrebbe essere pacifico e che pure trova ancora resistenze nel legislatore nazionale, ovvero che dopo la riforma costituzionale l'agricoltura è competenza esclusiva delle Regioni. Con quella disposizione della Finanziaria, insomma, il governo, pur proclamandosi tante volte federalista , aveva ancora una volta invaso le competenze regionali.

Ora c'è da auspicare che non abbiano seguito alcuni dichiarazioni di membri del governo sulla volontà di tornare a legiferare su questa specifica questione". Il riferimento dell'assessore è anche a quanto recentemente affermato dal ministro Alemanno sull'"impasse" che avrebbe prodotto la bocciatura della norma contenuta in Finanziaria. "Situazione che non esiste in Toscana - spiega Barbini - In parallelo con il ricorso ai giudici per illegittimità costituzionale, infatti, la Regione Toscana ha provveduto, con la legge 21/2002 a disciplinare autonomamente le disposizioni in tema di regolarizzazione da parte delle aziende agricole, nel contesto di una più generale normativa sul potenziale produttivo viticolo toscano".
La norma impugnata riguardava in particolare la data a partire dalla quale gli impianti di vigneti irregolarmente realizzati possono essere regolarizzati.

Per quanto riguarda le domande di regolarizzazione, i dati non sono definitivi perché i termini sono stati prorogati dalla Commissione europea al 31 luglio 2005 e le istruttorie sono ancora in corso presso le province. Le domande presentate ad oggi sono relativi a 523 ettari. Di questi circa la metà sono da ricondurre ad irregolarità amministrative.

Forte preoccupazione per le conseguenze della nuova regolamentazione comunitaria in materia di etichettatura del vino, ma anche la richiesta di una attenta "valutazione politica ad adeguato livello" dell'intera questione.

E' questo il contenuto della lettera che il presidente della Regione Toscana Claudio Martini ha inviato oggi al presidente della Commissione europea, in relazione alle modifiche recentemente proposte dalla Commissione che "rischiano di pregiudicare il mantenimento dell'inscindibile rapporto tra il territorio e le sue produzioni". "Infatti - spiega Martini - se si consente ai paesi terzi la possibilità di utilizzare sulle etichette le menzioni tradizionali dei più pregiati vini europei, vengono meno le premesse stesse che fino ad oggi hanno consentito di salvaguardare le diversità, promuovendo l'economia rurale e tutelando nel contempo i consumatori".

Dopo aver ricordato che queste modifiche sarebbero particolarmente penalizzanti per la Toscana, dal momento che toscani sono ben 4 dei 17 vini italiani interessati alla riforma, Martini prosegue ricordando che esse non possono trovare sufficiente fondamento nemmeno nelle regole internazionali del commercio. "Pur avendo ben presenti i vincoli derrivanti dagli accordi del Wto - spiega infatti Martini - reputo eccessive le conseguenze di una decisione che appare confinata esclusivamente sul piano tecnico".

La questione, prosegue la lettera a Prodi, ha invece un rilevante valore politico: "Per questo, anche in considerazione delle posizioni già assunte da tutti i paesi produttori, mi permetto di sottolineare la necessità di una valutazione politica ad adeguato livello, nell'ambito della Commissione o del Consiglio dei ministri dell'agricoltura dell'Unione europea".
"Certo della tua sensibilità - così si conclude il messaggio al presidente della Commissione europea - sono quindi a chiederti di favorire un'assunzione di responsabilità diretta del collegio dei Commissari che consenta di riconsiderare la portata di una decisione di grande valore politico".

In evidenza