L'Ulivo alle amministrative: il disagio degli eletti nelle liste del PRC

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 febbraio 2004 13:15
L'Ulivo alle amministrative: il disagio degli eletti nelle liste del PRC

Da settimane ormai sono in corso trattative nell'Ulivo in vista delle elezioni amministrative. Gli ultimi giorni sono stati segnati dalla polemica del Social Forum per Firenze e dall'attacco dei dirigenti fiorentini di Rifondazione al partito dei Comunisti Italiani.
«È incredibile che, nel momento in cui chiede di entrare nell'Ulivo, invece di darci una mano a spostare a sinistra l'asse della coalizione, si scagli proprio contro di noi» replicano alle dichiarazioni del gruppo dirigente di Rifondazione Comunista il capogruppo dei Comunisti Italiani Nicola Rotondaro, il consigliere e segretario provinciale Lorenzo Marzullo e il consigliere Luca Pettini.
Il fatto è che all'interno del partito di Bertinotti si vivono momenti di inquietudine.

Che emerge tutta parlando con i rappresentanti istituzionali.
Quando nel 1998 Bertinotti ruppe con Prodi a livello nazionale, non potendo incidere sul programma del primo governo di centro sinistra, emerse un problema specifico relativo alle zone governate dal centrosinistra, come in Toscana. L'indicazione nazionale fu di uscire dalle giunte e sostenerle, all'esterno, dalle assemblee consiliari. Il risultato però è stato snervante per gli eletti.
"Ci siamo ritrovati soli -confessa a NOVE il capogruppo del PRC in un consiglio comunale del Chianti- il partito mi ha letteralmente abbandonato.

In consiglio abbiamo potuto svolgere soltanto un ruolo di testimonianza. Ogni volta che ho chiesto consulenza su temi delicati, quali il bilancio, alla direzione fiorentina, non ho mai ricevuto risposta. La campagna elettorale l'abbiamo sempre dovuta organizzare da soli. E ora da Firenze ci vogliono dire che cosa dobbiamo fare: se possiamo entrare in giunta, oppure no, che margini di manovra possiamo gestire. Ma io finisce che saluto tutti: mi diverto di più alla Casa del Popolo!".
"La verità è che con la Legge Bassanini di riforma degli enti locali -gli fa eco un consigliere comunale PRC dell'Empolese- i consiglieri comunali non contano più nulla.

Nelle grandi città l'opinione pubblica, i giornali hanno ancora un peso e sostengono il ruolo di vigilanza delle assemblee elettive. Ma in periferia assistiamo alla dittatura delle Giunte, se non del sindaco". "Certo -aggiunge un indipendente di una lista civica fiancheggiata dal PRC in Valdarno- spesso è capitato di trovarsi davanti a giovanissimi assessori fantoccio manovrati dal sindaco che non ci davano accesso neanché agli atti. Se non era per i miei rapporti personali con i dipendenti comunali, saremmo stati all'oscuro di tutto".
Insomma all'interno del Partito della Rifondazione si è scatenato un confronto tra coloro che, fedeli alla linea della segreteria nazionale, vorrebbero star fuori dai giochi di giunta per continuare ad avere mani libere dal punto di vista politico e, dall'altra parte, molti degli eletti nella legislatura che va a concludersi, esausti dopo anni da Yesman nei confronti dei cugini fortunati DS e PdCI.

Come dire: è più facile fare opposizione in Giunta che in Consiglio...

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