Legge Gasparri sulla riforma del sistema radiotelevisivo: manifestazione questo pomeriggio a Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 dicembre 2003 08:32
Legge Gasparri sulla riforma del sistema radiotelevisivo: manifestazione questo pomeriggio a Firenze

Anche a Firenze manifestazione, questo pomeriggio, in piazza stazione contro la legge Gasparri sulla riforma televisiva.
“La legge Gasparri rappresenta una delle pagine nere nella storia della comunicazione e della democrazia”. Il segretario della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha così definito la votazione della maggioranza di governo sulla riforma del sistema radiotelevisivo italiano. "La maggioranza non ha ascoltato in alcun modo la protesta che dalla società italiana si è più volte levata, con una forza crescente, contro una legge che favorisce gli interessi del Presidente del Consiglio, riduce il pluralismo dell’informazione, limita la libera formazione delle coscienze, attacca il ruolo e la stessa ragione di essere del servizio pubblico radiotelevisivo, mina la solidità finanziaria di larga parte della carta stampata." ha dichiarato Serventi Longhi. "Ma l’approvazione della Gasparri non fermerà l’iniziativa di chi si oppone al pensiero unico.

Occorre rilanciare ancora più forte la richiesta alle istituzioni europee, al Parlamento, alla Commissione, alla stessa Convenzione Europea, di intervenire con decisione sulla situazione italiana, anche per evitare che il modello comunicativo del nostro Paese sia esportato. Occorre presentare al più presto nelle sedi giudiziarie della Repubblica eccezioni di incostituzionalità nei confronti di una legge illiberale. Bisogna accentuare la mobilitazione per difendere la libertà della cultura, della satira, dell’informazione.

Insieme ad Associazioni, Movimenti e sindacati protesteremo (oggi n.d.r.)nel centro di Roma e, successivamente, daremo vita alla convocazione degli Stati Generali dell’informazione, della cultura, della società per costruire un progetto alternativo di riforma del sistema della comunicazione.” ha concluso il presidente della FNSI. Sarà questo il primo atto di una mobilitazione generale della FNSI. Sul tema prese di posizione della politica toscana. Il gruppo dei DS: «Questo governo ha varato una serie impressionante di leggi-vergogna - ha rilevato la consigliera dei DS Susanna Agostini - ma questa è decisamente una delle peggiori.

E' un macigno sulla democrazia, un passo decisivo verso un moderno autoritarismo che l'attuale concentrazione dei media può favorire ed al quale la legge appena votata non pone alcun limite nell'immediato futuro». Secondo la consigliera dei DS «la nuova normativa sul sistema integrato delle telecomunicazioni non è soltanto una norma illiberale che tutela gli interessi dell'impero televisivo di Berlusconi ma costituisce anche l'ennesima conferma della vocazione privatistica che la maggioranza e il suo leader hanno della democrazia».

«Senza dimenticare - ha aggiunto l'Agostini - che il padrone di Mediaset è il padrone della maggioranza che controlla la televisione pubblica. Confidiamo però che il Presidente della Repubblica Ciampi sappia valutare in sede di promulgazione della legge se e come essa rispetti il messaggio che ha inviato alle Camere nel luglio dello scorso anno, nonché le norme comunitarie e quelle dell'autorità antitrust contrarie alle concentrazioni nel vitale settore dell'informazione».
«Una legge che ha inferto un duro colpo alla libera circolazione delle opinioni ed alla stessa libertà del mercato.

Speriamo che, entro breve tempo, ci sia un intervento sia della corte costituzionale che del garante della concorrenza e del mercato». E' quanto ha dichiarato il capogruppo e portavoce di "Insieme per l'Ulivo in Toscana" Giovani Fittante a proposito dell'approvazione della legge Gasparri sulla riforma televisiva. «Nonostante le tante promesse sul conflitto di interessi - ha aggiunto Fittante - il centrodestra non ha mai rispettato questo impegno che all'inizio doveva essere risolto nei primi cento giorni di governo.

Si è approvata una legge che riforma il sistema televisivo ma non si è avuto il coraggio di vararne una sul conflitto di interessi e così il gruppo del Premier trae nuovamente vantaggio da una situazione nella quale non si capisce dove finisce il privato e dove comincia il pubblico». «Adesso - ha concluso il capogruppo di "Insieme per l'Ulivo in Toscana" - ci aspettiamo che intervengano sia la corte costituzionale che il garante della concorrenza e del mercato: la prima per difendere l'articolo 21 della Costituzione che garantisce la libera circolazione delle opinioni, il garante perché questa legge sostituisce un monopolio, ancorché pubblico, con un vero e proprio duopolio».


(AS)

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