Terrorismo: i vertici del Consiglio della Toscana aderiscono alla manifestazione del 19

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 novembre 2003 18:48
Terrorismo: i vertici del Consiglio della Toscana aderiscono alla manifestazione del 19

“Tutti insieme per difendere le istituzioni, combattere il terrorismo,consolidare la democrazia”. Sono unanimi i vertici del Consiglio regionale della Toscana nell’aderire alla manifestazione dei sindacati per il 19 novembre, così come emerge da una dichiarazione del presidente dell’Assemblea, Riccardo Nencini, (Sdi) e dei due vicepresidenti, Enrico Cecchetti (Ds) e Leopoldo Provenzali (FI). “Inutile prestarsi a interpretazioni e distinguo; la nostra storia anche più recente dimostra che quanto più siamo uniti, forze politiche e sociali, tanto più il terrorismo – sostengono Nencini, Cecchetti e Provenzali – risulta sconfitto e isolato”.

“Per questo – sottolineano - aderiamo convinti alla manifestazione del 19, opportuna fra l’altro a Firenze, una delle zone dove i tristi epigoni di una stagione che voleva distruggere le basi di una democrazia solida e compiuta, hanno tentato, trovando però attente forze dell’ordine e magistratura, di coltivare un’altra pagina di violenza”.
Una mozione votata all’unanmità ha chiuso il dibattito sulla Comunicazione del Presidente della Giunta Claudio Martini, sullo stato della sicurezza in Toscana
Il dibattito sulla comunicazione del Presidente della Giunta regionale Claudio Martini si è concluso con una presa di posizione unitaria, ovvero con l’approvazione all’unanimità della mozione collegata, a firma dei consiglieri di Forza Italia.

La mozione impegna la Giunta regionale a intraprendere tutte le inziative per vigilare sul “fenomeno terrorismo” assicurando pieno sostegno alla Magistratura e alle Forze dell’Ordine. In sede di votazione sono stati accolti gli emendamenti (presentati da Zirri, Cocchi e Bianconi) ed è stata inserita l’adesione alla manifestazione contro il terrorismo in programma il 19 novembre, come chiesto nelle dichiarazioni di voto da Giovanni Barbagli (Rifondazione Comunista) e confermato da Fabio Roggiolani (Verdi) e Maurizio Bianconi (Alleanza Nazionale).

Gli emendamenti, che riguardano la premessa della mozione, parlano della presenza in Toscana di “sedi logistiche e organizzative del terrorismo brigatista” e della necessità di “evitare ogni possibile saldatura tra il terrorismo ed i fenomeni di protesta sociale non violenta”. Nel corso del dibattito sono intervenuti i consiglieri Totaro, Banchi, Roggiolani, Monaci, Zirri, Barbagli, Pollina, Cocchi. Per Achille Totaro (Alleanza Nazionale) il pericolo del terrorismo è reale, ha un centro nevralgico nella nostra regione ed il modello toscano sulla sicurezza è più fragile di quanto possa apparire.

Secondo Franco Banchi (UDC) la Toscana è in una situazione meno infelice di altre regioni, ma ha problemi di sicurezza da affrontare. Per Banchi sarebbe utile creare un assessorato alla sicurezza specifico ed intervenire a sostegno di tutte le vittime dei reati e non soltanto intervenire sui fenomeni di usura. Per Fabio Roggiolani (Verdi) l’allarme terrorismo è un fatto nazionale ed internazionale. La Toscana è un territorio sicuro, ma deve concentrare la sua attenzione sulle questioni criminali più rilevanti.

Per Alberto Monaci (La Margherita) la relazione del Presidente Martini sulla sicurezza fotografa una situazione oggettiva che non va strumentalizzata a fini politici, la situazione è stabile, con interventi regionali di qualità che puntano ad alimentare un percorso virtuoso con i comuni per una chiusura ai fenomeni criminali; c’è un senso di maggiore sicurezza con il potenziamento degli strumenti di sorveglianza sul territorio e con l’impegno crescente delle forze dell’ordine. Per Lorenzo Zirri (Forza Italia) si deve apprezzare la volontà di aprire un confronto ed un dialogo aperto sui temi della sicurezza; nonostante i tentativi di minimizzare l’evidenza delle cifre emerge dalla “Relazione sullo stato della sicurezza in Toscana per il 2002” una situazione grave e preoccupante che chiama in causa direttamente gli scarsissimi finanziamenti destinati dalla Regione alla sicurezza: solo 2,5 milioni di euro all’anno su un budget che supera i 7,7 miliardi di euro complessivi.

Nel 2002 la Toscana ha scalato la classifica nazionale delle Regioni con il maggior numero di reati per 100 mila abitanti, la delittuosità è cresciuta in tutte le province toscane, escluse Firenze e Pisa. Per quanto riguarda il terrorismo, ha dichiarato Zirri, occorre una risposta unanime e forte di tutte le forze politiche, per isolare il fenomeno e non consentire di trovare luoghi in cui poter operare. “Il tessuto sociale è il vero parametro per misurarsi contro le paure”. Lo ha detto Giovanni Barbagli (Rifondazione comunista), riprendendo la parte della comunicazione di Martini che mette in relazione la sicurezza e la paura.

Una paura che condiziona le scelte politiche, che vede i mass media presentare l’esercito degli immigrati come una minaccia da cui difendersi, per cui “l’immigrato diventa altro da noi” – ha sottolineato il consigliere – “si accentuano solitudini e indvidualismi, la paura diventa un modo di interpretare la politica che ha bisogno del nemico”. Per Barbagli occorre superare questa visione e vincere la paura grazie al tessuto vivo della comunità. Secondo Angelo Pollina (Forza Italia) la Regione Toscana sottovaluta il tema della sicurezza, stanzia finanziamenti irrisori che si perdono in mille rivoli, non pone al centro dell’attenzione chi subisce reati.

“La nostra regione è tutt’altro che un’isola felice – ha detto Pollina – è una terra di terroristi di ogni specie”. Da qui l’invito a sradicare questo “universo” investendo in scelte politiche concrete per la sicurezza. “Disegnare una sorta di eccezionalità toscana all’interno dell’Italia, a proposito del terrorismo, mi sembra eccessivo”. Questo il giudizio di Paolo Cocchi (Democratici di Sinistra), che non vede un “problema Toscana”, ma vede un “problema terrorismo”.

“Se riconducessimo i fenomeni della criminalità più alla sociologia che alla politica – ha sottolineato Cocchi – potremmo impostare più correttamente le strategie contro il crimine. Facciamo di più e facciamo meglio – ha concluso – ma l’asse sul quale abbiamo lavorato, prevenzione e cooperazione con le forze dell’ordine, è quello giusto”. Il Presidente Claudio Martini nella replica, dopo aver ringraziato tutti per l’apporto al dibattito, ha voluto riprendere il punto generale ribadendo di non aver rappresentato un’isola felice.

“I dati danno conto di una situazione problematica – ha detto – e delle strategie per tendere ad una progressiva riduzione del fenomeno”. Martini ha quindi concluso il proprio intervento valutando positivamente che il Consiglio regionale, nei prossimi giorni, magari in forma di dialogo e di approfondimento, torni ad occuparsi della questione.

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