Alluvione Carrara: iniziativa sui ravaneti
Ecco il Piano di azione ambientale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 settembre 2003 08:39
Alluvione Carrara: iniziativa sui ravaneti<BR>Ecco il Piano di azione ambientale

FIRENZE Regione e Comune di Carrara svilupperanno un approfondimento ed una ricognizione specifica, che sarà affidata ai tecnici dell'Autorità di bacino regionale, nei territori interessati ad attività estrattive in cui insistono i ravaneti (discariche di scaglie di marmo), oggi spesso oggetto di manomissione e sfruttamento per la produzione di carbonato di calcio. E' quanto annuncia l'assessore alla protezione civile della Regione Toscana Tommaso Franci, che ieri mattina ha partecipato ad una nuova riunione a Carrara assieme agli enti locali e al capo del dipartimento della protezione civile Guido Bertolaso.

"L'area dei bacini costieri che partono dalle Apuane - spiega Franci - sono ormai aree in cui i cambiamenti climatici di questi ultimi anni hanno alzato drasticamente il livello di rischio idrogeologico, come si è visto a partire dall'alluvione in Versilia del 1996. La gestione dei ravaneti e delle scaglie di marmo costituisce un ulteriore elemento di criticità che dovrà essere analizzato con attenzione, al fine di prendere misure che garantiscano l'eliminazione di rischi aggiuntivi nell'assetto idrogeologico".

I risultati di dieci anni di politiche ambientali, ma soprattutto le priorità e gli impegni per i prossimi anni; le zone di criticità nel territorio regionale e le azioni da intraprendere; gli obiettivi e le risorse per vincere la sfida dell'ecoefficienza e dello sviluppo sostenibile.

Tutto questo contiene il Piano regionale di azione ambientale che, predisposto dal governo regionale, ora sarà oggetto di un serrato confronto con gli amministratori e le comunità locali in 10 incontri provinciali. Previsto dal piano di sviluppo 2003-2005, il Piano regionale di azione ambientale è un'esperienza del tutto innovativa, in grado di porre la Toscana all'avanguardia in Italia e in Europa nel campo delle politiche ambientali e della loro integrazione con le politiche economiche e territoriali.

In un solo documento vengono raccolte e sviluppate tutte le indicazioni dei piani approvati a livello mondiale, europeo e nazionale. Dall'inquinamento atmosferico ed acustico all'energia, dai rifiuti alle bonifiche dei siti inquinati, dalle biodiversità alle aree protette, dalla tutela delle risorse idriche all'inquinamento elettromagnetico, e così via, si tratta sostanzialmente di un piano di indirizzo che individua obiettivi, strategie, azioni e strumenti, risorse.
Ampia la gamma di strumenti che sarà attivata nel periodo 2004-2006: dai più tradizionali interventi normativi e di regolamentazione all'adozione di strumenti innovativi di fiscalità ambientale, di innovazione dei processi produttivi, di certificazione ambientale.

Il Piano è un documento corposo, frutto di un ampio lavoro di raccolta di dati e di elaborazione, che si compone di tre volumi. Il primo è dedicato all'esame degli ultimi dieci anni di politiche ambientali; il secondo analizza lo stato dell'ambiente toscano attraverso una serie di macroindicatori e di indici sintetici, con una specifica descrizione delle zone di criticità individuate sulla base della presenza di uno o più fattori di crisi ambientale; il terzo definisce gli obiettivi, sia a livello di settore che per le singole zone di criticità, e descrive strategie di intervento, azioni e strumenti, linee per il monitoraggio e la valutazione del Piano.

Il Piano si articola su quattro aree di azione prioritaria: cambiamenti climatici; natura e biodiversità; ambiente e salute e qualità della vita; uso sostenibile delle risorse naturali e gestione dei rifiuti.
Dieci anni di politiche ambientali
La Regione Toscana, spiega il primo volume del Piano, ha risposto agli impegni assunti alla Conferenza su ambiente e sviluppo di Rio di Janeiro del 1992 con un insieme consistente e complesso di provvedimenti normativi ed interventi rilevanti, per il "contenimento delle pressioni già operanti sul sistema ambiente e territorio e l'adozione di politiche finalizzate alla promozione di comportamenti di consumi e produzione, da parte delle famiglie e delle imprese, orientati ad una più responsabile tutela delle risorse e dell'ambiente".

L'elemento di svolta in senso ambientale nella legislazione regionale è indicata dal Piano nella legge 5/1995 sulla gestione del teritorio, primo intervento nromativo che indica tra i suoi obiettivi lo sviluppo sostenibile e la tutela delle risorse naturali. Le leggi di maggior rilievo dal punto di vista ambientale - dall'agricoltura biologica ed integrata agli Ogm, dalla tutela del paesaggio all'inquinamento urbano - sono state infatti emanate dopo il 1995.
Per ogni tema ambientale il Piano fornisce un quadro sintetico dell'evoluzione normativa regionale, gli obiettivi e il loro livello di conseguimento.

Riguardo a quest'ultimo aspetto, ecco alcuni elementi.
Energia
In un quadro di tendenziale aumento dei consumi, aumenta l'incidenza delle fonti rinnovabili rispetto alla produzione di energia elettrica (28% del totale) e si delinea un trend di diminuzione dei prodotti petroliferi.
Effetto serra
A fronte di un obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 di 7.300.00 tonnellate nel periodo 2000-2010, si assiste invece ad un incremento, causato principalmente dalle attività industriali e delle centrali termoelettriche.
Aria
Si assiste ad un netto decremento per piombo, monossido di carbonio e benzene.

Restano alti su tutto il territorio i valori delle polveri fini. La Regione ha classificato tutti i Comuni sulla base dei principali inquinanti rilevati.
Rumore
Si rileva una situazione di alto inquinamento acustico, con valori superiori, soprattutto di notte, ai limiti di riferimento nazionale ed internazionale. La Toscana però è stata tra le primissime in Italia ad attuare la normativa nazioanle, in particolare per quanto riguarda la classificazione acustica.
Inquinamento elettromagnetico
Le conoscenze sulla distribuzione territoriale delle sorgenti di emissione non sono ancora adeguate, anche per la mancata attivazione dei catasti.

Per quanto riguarda l'esposizione della popolazione, i controlli evidenziano un sostanziale rispetto dei limiti per le stazioni radio base e superamenti dei limiti per gli impianti di radiodiffusione radiotelevisiva. Per quest'ultimi si sta provvedendo al risanamento.
Rifiuti
Particolarmente significativo l'incremento della raccolta differenziata, con il raggiungimento prefissato per il 2001 (25 per cento), mentre ancora non è stato raggiunto l'obiettivo 2003 (35 per cento). Ancora elevato il conferimento in discarica di rifiuti tal quali (ma dal 2000 al 2001 c'è stata una diminuzione del 3 per cento).

Ogni provincia, ad esclusione di Pisa e Grosseto, è ormai dotata di almeno un impianto di selezione e trattamento.
Bonifiche siti inquinati
Per i 402 siti individuati con necessità di bonifica si rileva un'alta percentuale di attivazione delle procedure (86 per cento al 2001).
Acqua
Si rileva una situazione in chiaroscuro. Da una parte sovrasfruttamento delle falde acquifere e alte perdite di rete (40 per cento circa), dall'altra importanti esperienze di risparmio e riutilizzo idrico e, per quanto riguarda le acque superficiali, uno stato generalmete soddisfacente dei fiumi toscani, Arno a parte.

Per quanto riguarda la depurazione, la tendenza è senz'altro al miglioramento. Ottima la copertura del sistema acquedottistico (oltre il 90 per cento della popolazione), minore la copertura del sistema fognario (80 per cento).
Mare
Negli ultimi 10 anni si è assistito ad un notevole graduale miglioramento, con la riduzione percentuale dei punti temporaneamente non idonei. Per quato riguarda l'erosione costiera, essa interessa circa il 35 per cento del litorale sabbioso, con una perdita di 214 mila metri quadrati di spiaggia in 20 anni.

La scelta della Regione è stata quella di dotarsi di uno strumento di gestione integrata della costa.
Conservazione della natura
Nel 1995 i parchi toscani occupavano il 4 per cento del territorio, già nel 2001 si estendono su oltre il 9 per cento (oltre 200 mila ettari). Inoltre la Toscana ha istituito la rete ecologica dei Siti di importanza regionale (circa il 12 per cento del territorio).
Difesa del suolo
In una realtà in cui le aree urbanizzate ed industriali costituiscono il 3 per cento del territorio, mentre la superficie ricoperta dai boschi ed agricola rappresentano rispettivamente il 50 e il 45 per cento del territorio, negli ultimi 10 anni si evidenzia una limitata variazione dell'uso del suolo, con modesti incrementi sia delle superfici boscate che delle aree urbanizzate.

Tutti i bacini hanno predisposto ed adottato progetti relativi ai Piani di assetto idrogeologico. Nei bacini regionali è stata inoltre avviata la formazione di Piani stralcio di equilibrio delle risorse idriche.
In questo bilancio non possono essere dimenticate le oltre 70 amministrazioni locali che hanno avviato esperienze di Agenda 21 locale e di "buone pratiche sostenibili", l'esperienza toscana della valutazione ambientale dei progetti che ha già interessato quasi 200 opere, l'esperienza di punta nella certificazione del prodotto (le aziende toscane rappresentano almeno un terzo delle ecolabel italiane).
Lo stato dell'ambiente in Toscana e le 22 "aree di criticità"
Il secondo volume del Piano fotografa la situazione dell'ambiente in Toscana attraverso un'ampia serie di macroindicatori e attraverso un indice particolarmente significativo, quale l'"impronta ecologica".

Quest'ultima misura, esprimendosi in ettari, quanta natura viene utilizzata per la produzione delle risorse consumate da una determinata popolazione e per l'assorbimento dei rifiuti da essa prodotti. L'impronta ecologica della Toscana è calcolata in 3,84 ettari globali pro capite, assai meno dell'impronta calcolata in Nord America (9,61), ma anche sensibilmente di più del dato globale (2,28). Questo dato, letto assieme alla "capacità biologica", fa concludere che la Toscana, sulla base del suo solo "capitale naturale", potrebbe sostenere con gli attuali standard di vita solo la metà della sua popolazione attuale.

Ovvero si consuma molto di più di quanto è messo a disposizione dalle risorse naturali. La novità più importante però è costituita da un approfondimento dell'analisi in un'ottica territoriale - a livello di Sistemi economici locali - anziché settoriale. E' in quest'ottica che, andando oltre i dati aggregati a livello regionale, possono essere individuate le situazioni di maggiore criticità. In questo modo 33 Sistemi economici locali sono esaminati alla luce di numerosi indicatori, in base ad ognuno dei quali si assegna un livello di criticità, da assente a molto alta.

Ad esempio, la Val di Cecina esprime un'alta criticità per quanto riguarda l'indicatore della superficie agricola trattata con erbicidi e antiparassitari; si rivela una criticità molto alta per la produzione di rifiuti solidi urbani pro capite per la Versilia, l'Arcipelago e la stessa Val di Cecina, mentre per quanto riguarda gli speciali si segnalano la Media Valle del Serchio, il Valdarno inferiore, la Val di Cornia e l'alta Val d'Elsa; per il numero di siti da bonificare si segnalano l'area fiorentina e le Colline metallifere; per le emissioni di anidride carbonica, tra le altre, le aree lucchese, fiorentina e livornese.

In questo modo sono state individuate le "zone di criticità ambientale", ovvero zone - oggetto anche di una decisione di giunta - con uno o più fattori di crisi ambientale che richiedono interventi specifici. Alle problematiche di queste aree vengono dedicati specifici dossier. Sono in tutto 22: Alpi Apuane, Massa, lago di Massaciuccoli, Livorno, territorio interessato all'Alta velocità, territorio interessato alla Variante di valico, Distretto conciario, Distretto tessile, Distretto cartario, area vivaistica di Pistoia e Pescia, padule di Fucecchio, area fiorentina, nodo ferroviario di Firenze, Colline metallifere, Arcipelago toscano, Piombino, Val di Cornia, alta e bassa Val di Cecina, Piana di Scarlino, Amiata, Laguna di Burano e Piana dell'Albegna, Laguna di Orbetello.

A tali aree si aggiunge un'ulteriore zona, che si contraddistingue per il carattere trasversale della sua criticità, ovvero l'area interessata al Parco fluviale dell'Arno.
Per ognuna di queste aree il Piano comprende il contesto territoriale e socio-economico, la descrizione delle principali criticità, gli obiettivi di miglioramento ambientale, le azioni da intraprendere per il raggiungimento degli obiettivi, le risorse finanzarie da attivare.
Obiettivi, strategie, strumenti
E' questo il contenuto del terzo e ultimo volume del Piano.

La strada dell'ecoefficienza viene perseguita sia attraverso obiettivi ed indirizzi alle politiche settoriali, sia attraverso obiettivi territoriali, legati alle zone di criticità. Imperniato su concetti quali l'integrazione delle politiche e la governance, il Piano individua strumenti quali quelli che sarà possibile attivare grazie alla direttiva IPPC (relativa alla prevenzione e alla riduzione integrata dell'inquinamento), finalizzata al miglioramento dei processi industriali e all'adozione di misure tecnologiche più avanzate; oppure strumenti ad adesione volontaria (Iso 14001, regolamenti Emas ed Ecolabel).

Previsti anche diversi interventi legislativi di grande rilievo, alla luce anche dei nuovi assetti costituzionali: tra di essi, la nuova legge regionale sull'energia, il testo unico sulla difesa del suolo, la riforma dell'Arpat e della legge 5/1995 sul governo del territorio, il riordino delle norme sull'inquinamento elettromagnetico, le prime iniziative normative di fiscalità ambientale. Il Piano di azione ambientale traccia linee guida anche per la futura programmazione settoriale, ad esempio in relazione ai piani regionali di gestione dei rifiuti e delle attività estrattive, il programma delle aree protette, il piano energetico oppure quello faunistico venatorio.

Notevoli sono le risorse che le politiche ambientali regionali avranno a disposizione nei prossimi anni. Solo il DocUp 2000-2006 prevede per misure ambientali (dalle bonifiche ai parchi, dalla difesa del suolo all'ottimizzazione dei sistemi energetici) di oltre 219 milioni di euro (cifra a cui vanno aggiunte le quote di cofinanziamento a carico dei soggetti destinatari). Risorse Docup a parte, le strategie ambientali regionali potranno contare su crica 190 milioni di euro per il 2003, su quasi 80 milioni di euro nel 2004 e su circa 110 milioni di euro nel 2005.

Solo i progetti previsti dal Piano di azione ambientale - da quelli per lo sviluppo dei quadri conoscitivi alle azioni per la promozione dell'ecoefficienza e di intervento sulle zone critiche, ma anche le azioni di comunicazione, informazione ed educazione ambientale - potranno contare su oltre 65 milioni di euro da qui fino al 2006. Riguardo a quest'ultimo punto, particolare attenzione è assegnata proprio all'educazione ambientale, alla promozione del consumo sostenibile e a temi quali il Green Public Procurement, cioè la politica di acquisti di beni e servizi "verdi" da parte delle pubbliche amministrazioni.


Dieci incontri provinciali
Sul Piano regionale di azione ambientale parte adesso una importante fase di confronto con le amministrazioni e le comunità locali. In collaborazione con le Province sono stati così organizzati dieci incontri provinciali, con un programma che avrà inizio mercoledì primo ottobre a Lucca per concludersi a Massa il 13 ottobre. Particolare attenzione sarà dedicata alle specificità territoriali e alle zone di criticità ambientali che ricadono nel territorio delle varie amministrazioni provinciali.

In questo senso i dieci incontri rappresentano anche una prima importante tappa di avvicinamento alla Conferenza sullo stato dell'ambiente 2003, già fissata per i primi di novembre e imperniata appunto sulla dimensione locale dello sviluppo sostenibile.

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