Firenze - Approvata la delibera che dà vita all’Istituto toscano per i tumori. Il Consiglio regionale, infatti, ha detto sì a maggioranza all’azione programmata oncologica contenuta nel piano sanitario 2002-04 relativa alle applicazioni operative e agli indirizzi per la costituzione dell’Istituto toscano per i tumori. In altre parole, attraverso questo provvedimento, la Regione ha concretizzato la nascita di un soggetto che, superando la commissione Trapianti e la commissione Oncologica, coordinerà l’intero sistema della prevenzione, della diagnosi e della cura nell’oncologia, fermo restando che il modello organizzativo regionale è a rete, articolato su vari sistemi operativi che coinvolgono e riguardano sia le aziende sanitarie ed ospedaliere sia i poli oncologici di area vasta.
Il presidente della Quarta commissione alla Sanità e sicurezza sociale, Federico Gelli della Margherita, illustrando in aula il provvedimento ha evidenziato che l’Istituto toscano avrà un ruolo di coordinamento di tutte le attività del settore oncologico. Il coordinamento della rete, ha detto Gelli, dovrà assicurare sia il monitoraggio dell’azione programmata che l’elaborazione di strategie di informazione e comunicazione per utenti ed operatori. Il fine ultimo, ha concluso, è quello di garantire a chi può averne bisogno un’assistenza medica e sanitaria di maggior qualità e più tempestiva.
Giovanni Barbagli di Rifondazione comunista, dopo aver detto di confermare il parere positivo già espresso in commissione, ha affermato che, oltre alle due commissioni che verranno soppresse, il nuovo Istituto per i tumori potrà almeno in parte sostituire anche la funzione relativa alla ricerca scientifica che la Regione aveva accordato al Cspo il quale ha scelto di diventare una fondazione. In più, secondo Barbagli, l’Istituto per i tumori dovrà incentivare una maggiore capacità di cura nel settore oncologico dato che il tumore rimane ancora oggi una delle principali cause di decesso in Toscana ed in Italia.
Filippo Fossati dei Democratici di sinistra ha evidenziato che l’aver costituito in questo modo l’Istituto per i tumori ha un grande valore politico e sociale, conferma la grane attenzione che la Toscana ha sulla salute pubblica, ed ha inoltre invitato a costruire con i fatti una struttura in grado di migliorare l’offerta sanitaria nel settore oncologico in modo da affiancarla a quanto già di buono viene fatto a livello complessivo nella sanità toscana. Il consigliere Pieraldo Ciucchi dei Socialisti democratici ha affermato di voler fare alcune riflessioni a voce alta, ha chiesto se quanto proposto non rappresenta un modello un po’ troppo virtuale, ed ha chiesto una maggiore integrazione fra pubblico e privato anche in questo comparto della medicina.
Annamaria Celesti di Forza Italia, che è anche vicepresidente della Quarta commissione, si è ricollegata a Ciucchi ed ha detto che questo nuovo Istituto rischia davvero di essere un qualcosa di virtuale. Secondo la Celesti gli interventi in questo settore, così come in tutta la medicina, hanno bisogno di meno coordinamenti e di maggiori interventi. La Celesti ha inoltre aggiunto che anche dal settore privato possono arrivare interessanti contributi per quel che riguarda l’oncologia. Anche Marco Carraresi dell’Unione democratica cristiana ha criticato la scelta di dare vita a questa nuova istituzione, anche lui ha affermato che nel privato esistono in Toscana ed a Firenze situazioni di eccellenza che andrebbero valorizzate, ma anche ha detto di rimanere in attesa dei risultati.
Ma le perplessità, ha concluso, ci sono tutte. L’assessore al Diritto alla salute, Enrico Rossi, ha rigettato l’accusa di aver dato vita ad un`istituzione virtuale ed anzi ha detto che la nascita dell’Istituto per i tumori altro non rappresenta che la riorganizzazione ed il coordinamento di quanto già facevano le commissioni Trapianti e la commissione Oncologica. Ha difeso la scelta operata dalla Giunta regionale ed ha concluso auspicando che la costituzione dell’Istituto toscano, che rientra nelle politiche di riorganizzazione del sistema sanitario regionale, porti al reale miglioramento della qualità dell’offerta sanitaria che sta alla base della scelta fatta.