Siccità: in crisi l’agricoltura toscana
Incendio sul Monte Albano e moria di pesci a Borgo San Lorenzo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 luglio 2003 17:21
Siccità: in crisi l’agricoltura toscana<BR>Incendio sul Monte Albano e moria di pesci a Borgo San Lorenzo

E' in corso di spegnimento un incendio divampato stamane sul Monte Albano, nel comune di Vinci.
In questo periodo è alto il rischio incendi a causa del caldo e della siccità, nonostante le forme di prevenzione e di controllo previste dalla Legge Regionale 1/2003 e dal decreto 3213 del 25/6/03. I provvedimenti stabiliscono un periodo di rischio che si prolunga fino al 14 settembre, durante il quale è in vigore il “Piano antincendi boschivi”, che proibisce in una zona che comprende i boschi e una fascia di 200 metri tutta intorno alle zone alberate, di accendere fuochi e usare in luoghi aperti apparecchi a fiamma o elettrici, motori, fornelli, inceneritori e compiere ogni altra operazione che possa comportare il pericolo di incendi.

Il decreto prevede anche una sanzione, per i trasgressori, da 100 a 1.000 euro, oltre naturalmente alle sanzioni di tipo penale in caso di effettivo incendio.

Moria di pesci nel torrente “Le Cale” a Borgo San Lorenzo. E’ stata già inoltrata la richiesta alla Provincia di Firenze per la revoca delle concessioni per l’attingimento delle acque del torrente.
La siccità di questi giorni ha ridotto fino a quasi prosciugarlo il torrente che attraversa il paese. I pesci sono morti per essere rimasti imprigionati in sacche d’acqua atrofizzate.

A far calare drasticamente la portata delle “Cale”, oltre alla siccità, ha influito anche l’attingimento autorizzato delle sue acque per l’irrigazione degli orti della zona “Collina” a monte di Borgo. La Polizia municipale è intervenuta prontamente avvertendo l’ufficio Ambiente del Comune, l’Arpat e l’Asl. E’ stato interessato anche il competente ufficio provinciale al quale è stata trasmessa la richiesta di revoca delle autorizzazioni per il prelievo dell’acqua dalle “Cale”.

Sull’agricoltura della Toscana non pesa solo la persistente siccità ma anche l’andamento irregolare delle stagioni.

E’ quanto annunciato dall’assessore all’Agricoltura Tito Barbini, intervenuto oggi in Consiglio regionale. Il quadro generale, secondo l’assessore, è estremamente problematico e potrebbe peggiorare qualora non vi fossero miglioramenti. Al momento le colture più colpite risultano il frumento, con una perdita vicino al 50% e i foraggi, con forti danni che avranno ripercussioni su tutto il settore zootecnico. Per l’olivo la situazione vede aree interne, come quella del Chianti, che hanno subito “perdite gravi e irrecuperabili”, e quelle costiere con danno contenuti entro i limiti.

Per mais, girasole, tabacco e barbabietola le conseguenze della siccità si potranno calcolare solo con i dati dei raccolti. Merita un discorso a parte la viticoltura che, per Barbini, a fronte di un abbassamento delle quantità prodotte, avrà un livello qualitativo molto elevato. L’area più colpita dalla scarsità di pioggia è quella della Valdichiana, dove la Provincia di Arezzo ha emesso un’ordinanza con cui si sospendono prelievi idrici e deviazioni dei corsi superficiali d’acqua pubblica.

Mancano al momento dati certi, ma fin da ora secondo la Giunta vi sono tutti i requisiti per ricorrere allo stato di calamità naturale, come previsto dalla legge 185/92. Forti critiche alla tempistica dell’intervento di Barbini sono venute dal consigliere Lorenzo Zirri, capogruppo di Forza Italia. “L’informativa di Barbini è già stata annunciata a tutti, ai media e ai cittadini, nella conferenza stampa che l’assessore ha tenuto ieri in Giunta”, ha detto Zirri. Secondo il consigliere l’emergenza siccità richiedeva un confronto aperto in aula, per raccogliere tutte le posizioni e i suggerimenti possibili.

“Questo comportamento è spiegabile con il desiderio di protagonismo e la voglia di avere i riflettori puntati, che hanno spinto Barbini a tenere una conferenza stampa lontano dal dibattito del Consiglio”, ha concluso Zirri. Di diverso avviso Fabio Roggiolani, presidente della commissione Agricoltura, che ha ricordato come la siccità sia solo una delle manifestazioni di un clima impazzito che dipende dalle decisioni prese ogni giorno in fatto di energia e trasporti. Per il consigliere Giovanni Barbagli (Prc), i più colpiti dal problema siccità sono i piccoli agricoltori, già costretti a vivere con redditi molto bassi.

Un invito ad “aggiornare” la legge sullo stato di calamità naturale è venuto, invece, dal consigliere Gianluca Parrini (La Margherita), che ha parlato di inefficacia della 185/92.

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