La sanità: Sirchia, la Toscana e Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 giugno 2003 12:10
La sanità: Sirchia, la Toscana e Firenze

Il ministro con un'intervista ci fa sapere che, siccome non ci sono risorse sufficienti, parte del servizio sanitario sarà scaricato sulle assicurazioni.
"Ancora una volta le Regioni, che hanno la titolarità della sanità -commenta Claudio Martini, Presidente della Regione Toscana- devono leggere sui giornali le intenzioni del ministro. Domando: non sarebbe più utile discutere nelle sedi giuste? Un confronto serio con i governi regionali consentirebbe al ministro di conoscere le varie esperienze e scoprire che ci sono Regioni con conti in pareggio e servizi efficienti.

E poi basta con questa storia dei costi eccessivi. L'Italia per la sanità spende solo il 5,8% del Pil contro il 7,2 della Francia e l'8 della Germania. Negli ultimi due anni il fondo nazionale è cresciuto del 4%: l'incremento più basso in 10 anni. Ciò ha prodotto, per la Toscana, una perdita di 150 milioni di euro. A questo si deve aggiungere il rinnovo dei contratti per dipendenti e convenzionati che comporterà una spesa di circa 200 milioni di euro. Morale: in soli due anni la Toscana ha subito un taglio di 500 milioni di euro.

Eppure siamo riusciti a migliorare i nostri servizi senza per questo - diversamente da quasi tutte le altre regioni - aumentare le tasse e reintrodurre i ticket. Qui la sanità pubblica è efficiente e vede crescere la sua qualità. Si tratta di un fatto importante, che tutti dovrebbero conoscere. Parte del merito è senz'altro degli oltre 50mila dipendenti della sanità toscana che - nonostante il mancato rinnovo del contratto di lavoro, scaduto da oltre due anni - dimostrano senso di responsabilità e spirito di servizio.

Di questo voglio ringraziarli pubblicamente. Occorre rinnovare il patto tra Regione, cittadini e operatori per impedire colpi di mano e chiedere al governo il rispetto degli impegni, a partire da quelli finanziari".
«E' necessario ripensare il finanziamento del servizio sanitario pubblico perché riacquisti una capacità espansiva persa nell'ultimo decennio». E' quanto ha detto il vicecapogruppo dei DS Sandro Domenichetti «In questi giorni - ha ricordato Domenichetti - la Regione Toscana sembra intenzionata ad autorizzare i comuni a forte vocazione turistica a poter prevedere una tassa sui turisti per mitigare gli effetti negativi della congiuntura.

Contemporaneamente si oppone ad un prelievo di solidarietà per finanziare i servizi agli anziani autosufficienti, rimandandolo alla fiscalità generale. Anche nella nostra Regione la spesa sanitaria cresce assai di più del prodotto interno lordo e non è prevedibile un arresto di questa dinamica nei prossimi decenni, anche in relazione all'invecchiamento della popolazione. In Italia la percentuale di spesa privata è passata dal 20,6% del 1990 al 27,7% del 1999, spesa che grava interamente sul cittadino nel momento in cui accede alle prestazioni, perché ricorre a quelle non comprese nell'ambito del servizio sanitario nazionale o perché si rivolge ad un erogatore non convenzionato.

Di fronte la spesa per assicurazioni non ha mai superato l' 1% della spesa sanitaria complessiva. Questo dato ci indica, fra i tanti motivi, che nel tempo il servizio pubblico ha ristretto la copertura assistenziale». «Fra le modalità perché far riacquistare al sistema pubblico una capacità espansiva - ha concluso il vicecapogruppo dei DS - non può non esserci l'aumento del finanziamento pubblico: che questo si ottenga attraverso prelievi settoriali o la fiscalità generale poco importa.

L'essenziale è comunque che questo aumento ci sia».

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