Rapporto Arpat 2002 sulla qualità dell'aria
Bugliani: "Da ottobre nuove misure restrittive per i veicoli inquinanti"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 giugno 2003 23:41
Rapporto Arpat 2002 sulla qualità dell'aria<BR>Bugliani:

L'assessore all'ambiente e alla mobilità ha presentato oggi pomeriggio in Consiglio comunale il rapporto annuale dell'Arpat, riferito al 2002, sulla qualità dell'aria a Firenze e negli altri sette comuni dell'area omogenea. Nell'illustrare i dati, che testimoniano un aumento dei livelli medi di inquinamento, dovuto anche alla particolare situazione meteorologica del 2002 con un clima caratterizzato da minori piogge e minore vento, Bugliani ha sottolineato che referenti privilegiati dell'assessorato all'ambiente e alla mobilità sono, oltre all'Arpat, l'Università di Firenze, il Cnr e l'Istituto motori di Napoli.

Per quanto riguarda le politiche future Bugliani ha sottolineato che "bisogna arrivare a prendere nuove misure restrittive per i veicoli inquinanti a cominciare da ottobre in poi". "Stiamo lavorando con la Regione perché il provvedimento si estenda alla Toscana - ha aggiunto Bugliani - e nel frattempo prosegue lo sforzo per offrire incentivi ai cittadini che scelgono mezzi meno inquinanti".

Sintesi del Rapporto 2002 dell'Arpat sulla qualità dell'aria
Dall'analisi dei dati indicati nel "Rapporto annuale sulla qualità dell'aria anno 2002 - area omogenea di Firenze" dell'Arpat di Firenze, si riscontra un aumento generalizzato dei livelli medi di inquinamento rispetto all'anno precedente.

Ciò è spiegabile soprattutto perché il quadro meteorologico che ha caratterizzato l'anno 2001 è stato poco favorevole all'accumulo di inquinanti al suolo, mentre nell'anno 2002 si è ritornati ad una situazione di maggiore stabilità atmosferica. Gli inquinanti, che mostrano livelli critici rispetto alle indicazioni normative (pur nella proiezione temporale prevista per il rispetto dei limiti più restrittivi previsti dalla Direttiva UE nel 2005 e 2010), sono soprattutto le polveri fini (PM10), il biossido di azoto (NO2), l'ozono (O3) e, in maniera residuale o limitata ai siti più prossimi a intensi flussi di traffico, il benzene e benzo(a)pirene (BaP).

Secondo Arpat, è ampiamente documentato che almeno il 40-50% del particolato PM10, il 70-80% di NO2 (mediamente nell'arco dell'anno) e oltre il 95% di benzene hanno origine diretta o indiretta dalle emissioni dovute alla circolazione dei veicoli a motore. E' anche opportuno ricordare che per PM10 e O3 non è trascurabile l'origine naturale, ancorché di incerta quantificazione soprattutto per il PM10. Si segnalano situazioni di difformità per il benzene in siti particolarmente esposti ad intense e ravvicinate emissioni da veicoli a motore (entro alcuni metri dalle corsie di scorrimento) e in prossimità di strade del centro storico (ZTL) in cui si ha maggior traffico di ciclomotori e in cui può innescarsi il cosiddetto "effetto canyon".

Anche l'inquinante NO2 evidenzia una situazione critica estesa all'intero contesto urbano, mentre per l' O3, tipico inquinante di area vasta, si rilevano notevoli eccedenze nella ricorrenza di giorni con superamento delle soglie. Più critica appare la situazione per il PM10 che evidenzia superamenti dello standard sia su base annuale sia, soprattutto, come frequenza di eccedenze giornaliere, estesi a tutta l'area urbanizzata. I dati dell'Arpat relativi al PM10 indicano il superamento, in quasi tutte le centraline dell'area omogenea, dei giorni consentiti in un anno (35 giorni) dalla normativa UE, per il superamento dei valori limite per la protezione della salute umana, cioè 50 microgrammi per metro cubo, come media giornaliera (al 2005): 55 giorni nella stazione di tipo A, in parco urbano (Boboli); da 72 a 86 giorni nelle stazioni di tipo B, in aree residenziali (viale Bassi, via di Scandicci e via di Novoli); da 34 a 130 giorni nelle stazioni di tipo C, in siti ad alto traffico (viale Gramsci, viale Rosselli, via Ponte alle Mosse).

Arpat conferma anche il superamento dei limiti di riferimento fissati a 40 microgrammi per metro cubo, come media annuale (al 2005), in molti punti di rilevamento: entro i limiti, 38 microgrammi, nella stazione di tipo A, in parco urbano; sa 42 a 43 microgrammi nelle stazioni di tipo B, in aree residenziali; da 38 a 52 microgrammi nelle stazioni di tipo C, in siti ad alto traffico. Secondo Arpat, i principali obiettivi dei provvedimenti locali dovrebbero consistere in via prioritaria:
1.nel completamento del rinnovo del parco veicolare circolante mediante la definitiva eliminazione delle vecchie auto a benzina (e a gas) non catalizzate, dei vecchi diesel leggeri e pesanti non Euro 1, dei ciclomotori a 2 tempi (non catalizzati e catalizzati Euro 1);
2.nel contenimento della diffusione dei veicoli diesel, soprattutto commerciali e pesanti, favorendo al massimo il passaggio a mezzi a basse emissioni inquinanti;
3.nella riduzione complessiva dei volumi di traffico.


Arpat sottolinea, infine, che una particolare attenzione andrebbe posta a non peggiorare la qualità dell'aria ove questa sia nei limiti. Si tratta di una precisa disposizione contenuta nella normativa che costituisce un obiettivo non meno rilevante e impegnativo per tutte quelle aree nelle quali si prevede il consistente sviluppo infrastrutturale, residenziale e di attività produttive.

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