Quello di “Emma sono io”, l’opera d’esordio di Francesco Falaschi, è un destino insolito per un film italiano. Dopo aver messo d’accordo critici, festival e spettatori il lungometraggio interpretato dall’energica e solare Cecilia Dazzi si appresta a varcare i confini e a trovare successo anche fuori dall’Italia e persino in America.
Questo “piccolo caso”, così definito dal critico Franco Montini in un’inchiesta sulle opere prime italiane, ha infatti entusiasmato alcuni attenti interlocutori stranieri.
Il film del regista toscano, candidato al David di Donatello come miglior opera prima (insieme ad altre quattro pellicole scelte tra 35 lungometraggi firmate da esordienti), è stato selezionato in Spagna per la manifestazione madrilena Noche Italiana dove sarà proiettato venerdì 28 marzo.
Ma l’interesse per “Emma sono io” arriva anche dall’America.
Sarà stata forse la bella recensione di Deborah Young apparsa su Variety, la più importante rivista americana di spettacolo, a suscitare l’interesse di Richard Donner, produttore di “Lady Hawke” e “Il presagio”, che già a dicembre ha espresso interesse per i diritti di remake alla produzione italiana Film Trust. Alle sue richieste si sono aggiunte quelle di altre due produzioni americane (Seven Arts ed Elite.) rapite dal motore travolgente del film, la bella e brava Cecilia Dazzi che interpreta la protagonista.
Non è un caso che proprio alla Dazzi sia stato assegnato il premio ANEC come miglior attrice esordiente dell’anno e quello di miglior interprete per il ruolo di Emma al festival Scrittura e Immagine di Pescara.
E mentre già si pensa alle possibili trasformazioni “made in USA” dell’euforica Emma, il credito nei confronti di questo piccolo film costato appena un milione di euro e distribuito in poche copie, continua anche in Italia. Oltre all’importantissima candidatura al David, “Emma sono io” andrà anche a Valdarno Cinema Fedic in programma a fine aprile ed è tuttora in programmazione in diverse sale italiane.
