Un Amleto da Ubu in tournée in Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 gennaio 2003 19:15
Un Amleto da Ubu in tournée in Toscana

Avrà inizio giovedì 24 gennaio al Teatro Verdi di Pisa e proseguirà fino alla fine di febbraio la tournée quasi interamente toscana (che toccherà il Teatro Politeama di Viareggio, il Teatro Verdi di Carrara, il Teatro del Giglio di Lucca, il Teatro Manzoni di Pistoia, il Teatro del Popolo di Colle Val d’Elsa e il Teatro Moderno di Grosseto) dell’Amleto di William Shakespeare diretto da Federico Tiezzi e coprodotto dalla Compagnia Lombardi/Tiezzi, Emilia Romagna Teatro Fondazione e Teatro Metastasio Stabile della Toscana.


Dopo i tre studi di scene di AMLETO, ovvero i tre “disegni preparatori di una regia” presentati tra il 1998 e il 2001 esclusivamente a Prato, Roma e Modena, con questo Amleto Federico Tiezzi realizza uno spettacolo che compie l’intero racconto della vita e della morte del principe danese.
Lo spettacolo vede tornare alle scene Dominique Sanda nel ruolo di Gertrude - dopo la sua ultima interpretazione teatrale ne La donna del mare diretta da Robert Wilson nel 1998 – al fianco di Roberto Trifirò nei panni di Amleto e accanto a: Gabriele Benedetti, Marion D’Amburgo, Stefania Graziosi, Massimo Grigò, Ciro Masella, Annibale Pavone, Alessandro Schiavo, Massimiliano Speziani, Mario Valgoi, e Massimo Verdastro.
Con questo spettacolo Federico Tiezzi sceglie di non forzare la regia su una sola linea di lettura e decide di accogliere le molteplicità dei punti di vista e la ricchezza di un testo quant’altri mai ambiguo e multiforme, complesso e apparentemente inafferrabile, come dimostra anche il ricorso a traduzioni diverse: da quella antica di Michele Leoni, pubblicata a Firenze nel 1814 e riscoperta per questa occasione, a quelle moderne di Gerardo Guerrieri e Alessandro Serpieri, fino a quella operata per l’occasione da un poeta come Mario Luzi, limitata però ad alcune scene cruciali (follia di Ofelia, monologhi di Amleto).
Amleto di Shakespeare racchiude nella sua complessità il conflitto dialettico fra l’uomo e il potere e, insieme, la drammatica contrapposizione tra l’individuo e la società; la catastrofe di una famiglia e, insieme, il crollo e la fuga della personalità nella follia, lo scontro con la realtà e il sogno di un mondo nuovo… la tragedia di Shakespeare affonda le sue radici in alcune leggende nordiche, ma miti simili sono stati rintracciati in antichissime leggende orientali, per esempio in India e Persia.

Lo schema è quasi sempre lo stesso; un usurpatore (spesso parente o fratello del re) uccide il re e ne sposa la vedova. Il figlio del re sfugge miracolosamente alla morte e, per vendicare l’assassinio del padre, senza dare sospetti, si finge pazzo.
Attraverso le visioni che ognuno di questi miti suggerisce, Federico Tiezzi propone un costante mescolamento di Oriente e Occidente, di presente e passato, di antico e moderno, al fine di far emergere, in tutta la sua complessità, la stratificazione dei significati presenti in un mito, che con le parole del passato parla dei dubbi e della crisi dell’uomo moderno.
Le scene sono curate da Pier Paolo Bisleri, i costumi da Marion D’Amburgo, le da luci Roberto Innocenti.
Con Scene di Amleto – titolo unificante degli studi realizzati in questi anni – Federico Tiezzi ha vinto il Premio Ubu per la migliore regia nel 1998 e nel 2001.

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