Domani al Tribunale di Siena la prima udienza di un processo contro un professore di storia dell'arte, accusato di diffamazione a mezzo Internet

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 dicembre 2002 20:29
Domani al Tribunale di Siena la prima udienza di un processo contro un professore di storia dell'arte, accusato di diffamazione a mezzo Internet

Il denunciate e' la presidente dell'associazione guide turistiche della Toscana per Siena e provincia. Il denunciato e' il professor Max Grossman, cittadino Usa residente a Siena, studioso presso la Columbia University di New York, che, degli studi e della storia della citta' toscana ne ha fatto pratica di vita.
Secondo la denunciante il professor Grossman avrebbe diffamato la categoria delle guide turistiche sul sito Internet che, in lingua inglese, presenta la sua attivita' di studi per far conoscere la storia di Siena nel mondo: ma la presunta diffamazione sembra sia solo frutto di una sbagliata traduzione dall'inglese della denunciate, perche' il professor Grossman avrebbe scritto cio' che tutti dicono e sanno, cioe' che le spiegazioni delle guide sono affrettate e non approfondite.

Ma l'accusa piu' grave e' quella di abusivismo nell'ambito dell'attivita' di guida turistica. Il professore americano sarebbe colpevole di essersi soffermato con alcuni suoi studenti e colleghi di fronte ai monumenti della citta' di Siena, e di aver parlato con loro in materia.
"Considerato che stiamo parlando di un componente di una Universita' (la Columbia) il cui dipartimento di storia dell'arte e' riconosciuto tra i migliori in Usa -commenta Vincenzo Donvito, presidente dell'Aduc- nonche' il migliore centro studi di arte italiana del rinascimento al mondo, ci sembrerebbe un delitto che il professor Grossman non facesse quanto ha fatto con i suoi studenti e i suoi ospiti.
Ma oltre alla valutazione di merito, ce n'e' anche piu' d'una giuridica.

A partire dalla legge regionale della Toscana sul turismo che, dopo aver dettato i diritti e i doveri delle guide turistiche, ben specifica, all'articolo 100, che alle attivita' didattiche svolte da esperti, anche con lezioni sui luoghi oggetti di studio, rivolte alle scuole ed istituti di ogni ordine e grado o svolte nell'ambito di corsi di formazione e iniziative a carattere seminariale non si applicano queste norme. Per finire/cominciare con la Costituzione italiana che, all'art.33, stabilisce che l'arte e la scienza sono libere e libero ne e' l'insegnamento.
Vedremo come andra' avanti la vicenda giudiziaria che, ovviamente, auspichiamo finisca in una bolla di sapone, perche', proprio per le cose che abbiamo detto sopra, ci sembra che ci siano i presupposti.
Resta pero' come un macigno l'arroganza della corporazione delle guide turistiche e la preoccupazione per ognuno di noi che, di fronte ad un'opera d'arte, se ha un minimo di cognizioni e di cultura, dovra' bendarsi la bocca e il cervello se cerchera' di comunicare qualcosa ad un amico in visita.
Perche' ci risulta che sono all'ordine del giorno vicende simili, con tanto di autorita' che emettono contravvenzioni e i vari cultori/studiosi che pagano (specialmente se non sono italiani) per non doversi trascinare la questione con un ricorso o un processo: l'oblazione (in tempo e denaro) costa comunque meno di qualunque procedura si possa intraprendere, per favorevole che possa terminare per il denunciato.
Le corporazioni delle arti e mestieri, nonche', per il nostro caso, della parola, della cultura, della comunicazione e dell'informazione, riescono ad avere buon gioco solo se ci sono delle leggi che glielo consentono.

E il risultato e' quello di mortificare ogni specifico settore, favorendo l'avanzare dei mediocri e dei burocrati, a dispregio di qualita' e buon senso.
Per questo la sentenza di questo processo senese e' importante. Nello specifico per evitare di continuare a fare una figuraccia pietosa nei confronti di uno studioso americano. In generale per alimentare il dubbio che le corporazioni siano uno strumento di crescita culturale, economica e di liberta'. E che', chi di dovere (il legislatore), ne tragga le conseguenze.
Per quanto ci riguarda ne investiremo il parlamento nazionale ed europeo".

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