Da martedì 3 a domenica 8 dicembre Il testamento di M.Marcelin al Teatro della Pergola

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 dicembre 2002 11:11
Da martedì 3 a domenica 8 dicembre  Il testamento di M.Marcelin al Teatro della Pergola

"La divertentissima commedia di ieri sera che il pubblico del Teatro Odeon ha, con grandissimo piacere, applaudita – scriveva Renato Simoni, illustre critico del Corriere della Sera all’indomani della prima italiana data a Milano da Ruggero Ruggeri e Andreina Pagnani nel 1935 – ci presenta il dottor Jean Marcelin che ha cessato da molti anni di amare sua moglie Lucie, o forse s’è presto avvisto di non averla amata mai: e perciò l’ha sempre tradita. Di questi tradimenti Lucie non s’è mai accorta, non perché egli facesse grandi sforzi per calarli, ma perché non c’era in lei quella sensibilità inquieta, quell’intuizione sofferente e dolente che è propria degli appassionati.

A suo marito, dunque non vuole che un bene che è divenuto abitudine e somiglia all’indifferenza. Ma questa indifferenza ha gli atteggiamenti esteriori dell’amore coniugale e se ne attribuisce tutte le prerogative. Lucie ha superato l’età della splendida e piena fioritura; è una bellezza che declina e apprendiamo che ha per amante un giovanotto figlio di un eccellente amico del marito…" una commedia "piena di sorprese", che sotto il "luccichìo degli aforismi e dei dibattiti ha tanta sostanza", condotta con un dialogo sfavillante degno del grande teatro francese del primo Dopoguerra.

Maestro dell’evasione intelligente, Sacha Guitry (1885-1957) è il rappresentante più tipico del teatro del boulevard tra le due guerre: tra le centotrenta commedie che scrisse, Le nouveau testament (1934) è certamente una delle più tipiche per l’attento dosaggio con cui le frustate satiriche ai costumi e ai vuoti morali della famiglia borghese si blandiscono in una vicenda condotta con straordinario gusto del divertimento in un vivace e arguto scambio di battute.

Guitry fu autore, attore, disegnatore, caricaturista, regista, sceneggiatore.

Fece sempre di tutto per guadagnarsi la nomea di pigro e di dilettante e vi riuscì, nascondendo dietro un atteggiamento disteso ed allegro la sua enorme capacità di lavoro. Dava sempre l’impressione d’improvvisare; in realtà si rendeva ben conto che "sulla scena bisogna far finta di improvvisare ciò che si è preparato parola per parola". Ebbe cinque mogli e una vita ricca di avventure e colpi di scena.

In questa nuova edizione, prodotta dalla Compagnia del Teatro Carcano per la regia di Giulio Bosetti con il titolo Il testamento di Monsieur Marcelin, protagonista sarà lo stesso Bosetti nel ruolo che, dopo Ruggeri, fu di Renzo Ricci e più recentemente di Alberto Lionello.

Accanto a lui Marina Bonfigli, Franco Passatore, Elena Croce, Alfonso Liguori, Michela Cadel, Gianluigi Fogacci, Anna Priore.

Con la messinscena di questo testo, Bosetti si allontana temporaneamente dagli intensi personaggi dei grandi classici del teatro per misurarsi con un genere più leggero e divertente, dando modo al pubblico di apprezzare le sue doti di attore brillante già rivelate in passato in alcune delle opere più famose di Feydeau: le commedie Il signore va a caccia e L’albergo del libero scambio e gli atti unici Dal matrimonio al divorzio.

La vicenda si svolge a Parigi, nel salotto del dottor Jean Marcelin.

Questi ha appena assunto come nuova segretaria la giovane e bella signorina Juliette Lecourtois. L’avvenenza e la giovane età della ragazza attirano l’antipatia della non più giovane moglie del dottore, l’arcigna Lucie. Questa, nonostante la facciata perbenista, nasconde in realtà un piccante segreto: ha una relazione con il giovane Fernand, il figlio dei signori Worms, inspiegabilmente attratto da Lucie. Durante una cena a casa Marcelin e in assenza di Jean, ancora in visita dai pazienti, Lucie, Fernand e i coniugi Worms vengono interrotti dall’arrivo di uno sconosciuto che consegna loro la giacca del dottor Marcelin.

In preda all’ansia perché convinta che al marito sia capitata una disgrazia, Lucie fruga nelle tasche della giacca e vi trova un testamento sigillato. In preda alla disperazione, lo apre e lo legge, scoprendo che il marito ha deciso di lasciare un terzo del suo patrimonio alla signora Lecourtois e l’altro terzo alla figlia di costei. La lettura del testamento rivela anche che l’uomo è al corrente dell’adulterio della moglie con il giovane Fernand, e confessa il perché di quella relazione apparentemente bizzarra.

Fernand si starebbe solamente vendicando di Jean Marcelin, dal momento che quest’ultimo, tanti anni prima, aveva avuto una relazione proprio con la madre di Fernand, la signora Worms. Il mattino successivo Jean a seguito della visita della signora Worms, che gli confessa che è stata Lucie ad aprire il testamento scoprendovi l’adulterio del marito, decide di rivelare a Juliette di essere suo padre ma, a sorpresa, la giovane ammette di esserne già a conoscenza. A questo punto Jean decide di smascherare le ipocrisie e le menzogne della moglie, confessandole la vera identità di Juliette e decidendo di partire insieme a lei per un lungo viaggio.

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