Freni Ricerche Sociali: ll post SFE a Firenze e l'opinione dei commercianti
Sondaggio commissionato dalla CONFCOMMERCIO di Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 novembre 2002 19:28
Freni Ricerche Sociali: ll post SFE a Firenze e l'opinione dei commercianti<BR>Sondaggio commissionato dalla CONFCOMMERCIO di Firenze

Il soggetto che ha realizzato il sondaggio è il Freni Ricerche di Marketing, nel periodo di rilevazione 18-19 Novembre, con tramite interviste telefoniche da intervistatori professionisti.
Campione: 252 punti vendita (estratti dagli elenchi della Camera di Commercio degli esercizi al dettaglio e i pubblici esercizi - bar, ristoranti ed alberghi). Gli esercizi commerciali ed i pubblici esercizi sono stati estratti in maniera casuale per quote non proporzionali tra quelli presenti nel Centro storico cittadino (134 casi) e quelli siti nelle aree esterne al Centro storico, sempre all’interno dei confini comunali (ulteriori 118 casi).

I dati, non essendo le quote degli esercizi siti nel Centro e quelli siti nella periferia proporzionali alla loro effettiva presenza nell’intero universo, non sono cumulabili e assumono pertanto validità statistica all’interno dei 2 subcampioni (vedi in appendice la scomposizione per classi del campione).
Universo indagato: 6142 esercizi al dettaglio, food no food, e 2041 pubblici esercizi nel comune di Firenze.

La chiusura
Poco più della metà degli esercizi commerciali fiorentini è rimasto aperto durante l’intera durata del Social Forum; la chiusura si è, in effetti, concentrata, per frequenza e durata, nelle aree ritenute più esposte al traffico turistico del Centro Storico, ma si è estesa nella giornata di sabato il 48% degli esercizi commerciali al dettaglio.

In particolare, il giorno della manifestazione quasi 2 esercizi commerciali su 3 della zona di Campo di Marte sono rimasti chiusi. I quartieri più periferici (4 e 5) sono stati coinvolti solo marginalmente dalla chiusura.
Nel quartiere 1, che si estende molto al di là del Centro Storico, il picco della chiusura ha raggiunto il 55%, mentre se ci riferiamo al quadrilatero d’oro formato dalle strade del Centro Storico più celebri di Firenze, dove si trovano i punti vendita attrattori del turismo internazionale, il periodo di chiusura è stato mediamente più ampio con un picco dell’80-90% di chiusure nel giorno della manifestazione in contrapposizione alla media della periferia, 40%.
I timori dei commercianti
La tematica Social Forum divide in campi contrapposti il mondo del commercio fiorentino.

Oltre il 60% degli esercenti, nonostante l’esito pacifico del raduno e della manifestazione, anche oggi, ex post, continuano a considerare giustificato l’allarme suscitato dal raduno del Social Forum; non si riscontrano eccessive differenze d’atteggiamento fra gli iscritti alla Confcommercio (65%) e quelli iscritti alla Confesercenti (55%). Interessante l’atteggiamento dei commercianti non iscritti a nessuna delle 2 associazioni di categoria (un’importante fetta del commercio) che nel 61%% dei casi considerano giustificato l’allarme.
La divisione su questa tematica, comunque, è soprattutto all’interno delle organizzazioni di categoria (piuttosto che fra le organizzazioni); segnaliamo anche che durante le interviste sono stati intercettati alcuni commercianti i quali, invece, hanno chiuso l’attività per partecipare alla manifestazione: “Comunque anche noi commercianti come avremmo fatto a tenere aperto e andare alla manifestazione?”.
Sono soprattutto i negozi siti nel centro storico quelli che hanno percepito più intensamente una situazione di rischio; molti sentono di essere stati coinvolti, loro malgrado, in una situazione estremamente delicata in conseguenza di scelte che li coinvolgevano direttamente (anche a livello di sicurezza personale) senza essere stati neppure consultati: “Tanta rabbia per l'imposizione subita dal fiorentino che doveva esporsi ad un rischio non voluto e non desiderato”.
Segnaliamo anche che la chiusura dell’esercizio durante i giorni del Social Forum è stata ripetutamente giustificata agli intervistatori, specie dagli esercizi più piccoli, non associati, invocando problemi di salute o familiari, un atteggiamento forse motivato da inquietudini persistenti.


L’esito del raduno e della manifestazione
Si registra una sensazione diffusa di sollievo e di scampato pericolo; pensano in molti che tutto è bene quello che finisce bene. Dell’esito felice di una situazione percepita ad alto rischio i commercianti danno ampio riconoscimento, e merito, ai manifestanti e ai loro leader che hanno saputo risparmiare a Firenze quello che è stato inflitto a Genova e Napoli (i precedenti più frequentemente invocati). Particolarmente significativi i riconoscimenti al contributo della CGIL, e del suo servizio d’ordine, e al Prefetto di Firenze, Achille Serra.


La “blindatura” della città
La paura rappresenta l’interpretazione di gran lunga prevalente per l’aspetto chiuso ed ostile di Firenze nei confronti del raduno: “I fiorentini i no-global non li volevano proprio e per di più avevano paura di quello successo a Genova e altrove”, “C'era paura, dopo Napoli e Genova la gente era spaventata”, “La gente se ne è andata perché il sindaco non ha tenuto conto del 70% dei cittadini che non volevano i no-global perché Firenze essendo medievale non è la città adatta per una cosa del genere”.

Alla paura hanno fatto riferimento anche alcuni commercianti pur sensibili alle ragioni degli organizzatori del raduno e della manifestazione: “La gente era molto spaventata, io, ad esempio ho chiuso quasi esclusivamente per paura, anche se la manifestazione aveva in sé contenuti sociali importanti e utili per la comunità”. Non mancano, comunque, nell’interpretazione anche le motivazioni a sfondo opportunistico: “I fiorentini spaventati se ne sono andati approfittandone per una vacanza”, “La gente ne ha approfittato per fare delle belle girate”, “È stata la paura che ha fatto stare a casa la gente; alcuni ne hanno approfittato per fare un bel ponte, andare un po’ in vacanza”.

Alcuni peraltro ritengono, anche alla luce dell’esito pacifico, ingiustificata la dilagante sensazione di paura e ne attribuiscono la responsabilità ai media: “È stato creato un allarmismo infondato, c'era il precedente di Genova ma non c'era il G8”, “La tensione che era stata creata dai media e la paura delle persone che hanno fatto svuotare Firenze”. L’ostilità con la quale Firenze ha accolto i manifestanti rappresenta per alcuni commercianti un motivo di rammarico e disappunto: “Abbiamo fatto una figuraccia”, “Una vergogna: non c'era aiuto e conforto per i manifestanti a causa della paura che ha fatto chiudere i negozi e la gente in casa”, “Male perché non hanno accolto bene questi giovani”.
L’invito
La reazione ostile di una parte preponderante dei commercianti fiorentini alla scelta di Martini e Domenici di ospitare il Social Forum Europeo è motivata, per l’essenziale, dall’assenza di ogni forma di consultazione proprio della categoria direttamente esposta ai rischi e agli imponderabili che ne conseguivano.

L’invito è stato fatto senza o tutt’al più con il consenso di una minoranza di fiorentini. Questa valutazione appartiene alla generalità della categoria e prescinde dalle appartenenze politiche e dalle organizzazioni di riferimento. Si tratta di una divaricazione che neppure l’esito pacifico dell’evento è riuscita a colmare (mentre invece l’atteggiamento nei confronti dei manifestanti è cambiato in positivo e beneficia di un nuovo credito).
Il ripensamento
Come già accennato, lo svolgersi del raduno e della manifestazione senza incidenti e senza danneggiamenti ha determinato un percepibile atteggiamento di maggiore fiducia nei confronti degli organizzatori del Social Forum; questa nuova disponibilità si traduce anche in una parziale riconsiderazione delle scelte effettuate: il 25% dei commercianti che hanno scelto la chiusura modificherebbero con sicurezza, a posteriori, il loro comportamento.
Molti negozianti, in accordo con il detto "Meglio aver paura che buscarne", hanno chiuso bottega; il presidente della Regione Martini ed il Sindaco Domenici, che hanno fortemente voluto il Social Forum Europeo a Firenze, hanno detto che è stato creato un clima di allarme ingiustificato ed i negozi potevano stare aperti in tutta tranquillità.

Se Lei tornasse indietro si comporterebbe sempre nello stesso modo ? (cioè chiuderebbe bottega?)
L’indicazione della Confcommercio
Nonostante la maggiore disponibilità già segnalata conseguente l’esito pacifico del Social Forum Europeo, l’indicazione della Confcommercio, scaturita dal basso attraverso un referendum, risulta largamente condivisa (2 commercianti su 3). Il consenso prevale non solo all’interno della Confcommercio (3 commercianti su 4) ma anche fra gli aderenti alla Confesercenti (completamente + abbastanza giusta: oltre 60%); il consenso fra i commercianti non iscritti si colloca su quote prossime a quelle degli aderenti della Confcommercio.


Prima del Social Forum Europeo la Confcommercio ha fatto un referendum presso tutti i commercianti fiorentini sia in centro che in periferia, chiedendo, tra altre cose, anche se erano favorevoli o meno ad una chiusura dell’attività nei giorni del SFE. La stragrande maggioranza dei commercianti fiorentini si è espressa a favore della chiusura e l’Associazione si è comportata di conseguenza. A Suo avviso l’Associazione ha fatto la scelta giusta ?
Nel Centro Storico i dati premiano anche più nettamente l’indicazione di chiusura suggerita della Confcommercio.
L’esito del social Forum Europeo: vantaggi e svantaggi
Sotto questo profilo gli esercenti si dividono in 2 schieramenti contrapposti quasi di eguale peso anche se con una prevalenza di chi percepisce maggiori svantaggi.
In questo caso, in effetti, l’appartenenza ad una associazione piuttosto che all’altra condiziona il giudizio di valore; mentre il 50% degli aderenti alla Confesercenti ritiene il Social Forum portatore di vantaggi (soprattutto di tipo etico e di immagine), tra gli associati Confcommercio la percentuale si riduce al 28% (prevale la percezione del danno economico), ribaltando specularmene il giudizio espresso dagli aderenti all’associazione concorrente.

I commercianti non iscritti a nessuna delle 2 associazioni di categoria si bipartiscono in quote pressoché equivalenti fra prevalenza dei benefici e degli svantaggi.
Un altro Social Forum?
I commercianti fiorentini, non sembrano particolarmente entusiasti di un’ipotetica riedizione del Social Forum. Si constata, nel rifiuto comune che possa ripetersi una simile eventualità, una diversa intensità di giudizio: tra gli aderenti alla Confcommercio sono 2 su 3 a mostrarsi contrari mentre tra i soci Confesercenti questi assommano a poco più della metà.
Presso i titolari degli esercizi della periferia questa posizione di rifiuto si attenua leggermente e nel 48% dei casi constatiamo la disponibilità ad accettare l’eventualità del ripetersi di un nuovo Social Forum.
L’efficienza della “macchina istituzionale”
In occasione del Social Forum, secondo i nostri intervistati, si è assistito ad una sorta di miracolo organizzativo.

Un impegno ed una capacità gestionale mai vista in precedenza anche nel tentativo, se non di risolvere, quantomeno di affrontare alcuni dei problemi che hanno portato la città di Firenze ai vertici della non invidiabile classifica della microcriminalità (fonte ISTAT).
Il Sindaco e le Istituzioni hanno mostrato nell'organizzazione del Social Forum Europeo una innegabile impegno (in uomini e risorse economiche) e capacità organizzative. A suo avviso la stesso impegno è stata riservato nell'affrontare l'abusivismo commerciale, la microcriminalità e la prostituzione?
L’accordo su questo item è praticamente generale anche all’interno delle appartenenze associative.
I valori invece risultano più diversificati per zona.

I negozi del Centro, maggiormente esposti a questi problemi sono ancora più critici circa l’impegno solitamente riservato nell’affrontare i problemi.
Il denaro speso per il Social Forum Europeo
La maggioranza dei commercianti fiorentini a tale riguardo non sembra nutrire particolari dubbi: il denaro speso per consentire il Social Forum sarebbe stato meglio impiegarlo più proficuamente in altri ambiti. L’atteggiamento critico permane e risulta visibile sia nella diversa appartenenza associativa (superiore l’atteggiamento critico tra gli adenti alla Confcommercio).

Anche coloro che non appartengono a nessuna associazione di categoria mostrano poco entusiasmo per la scelta effettuata.
Diversa la valutazione anche sulla base della diversa localizzazione dell’esercizio (più critici i negozi del Centro).
Le priorità d’azione della Confcommercio
È passato il Social Forum (e nel migliore dei modi). I commercianti fiorentini tutti, la domanda non era rivolta solo quelli aderenti alla Confcommercio, chiedono all’Associazione di farsi carico di affrontare una serie di problemi per una tutela della categoria.
Alcune risposte, facce diverse dello stesso problema, traffico + parcheggi ad esempio, cumulate interessano la totalità della categoria.

La tematica sicurezza (degli esercizi e degli esercenti), pur ultima in graduatoria, meriterebbe probabilmente un ulteriore approfondimento.
Conclusioni
A distanza di meno di 2 settimane dall'evento conclusivo del raduno del Social Forum Europeo, la manifestazione per la pace, i commercianti fiorentini mostrano un generale atteggiamento di sollievo e anche di riconoscenza. I principali beneficiari di questo rasserenamento dopo l'ondata di paura sono i manifestanti ed i loro leader, ma anche le organizzazioni e le personalità che hanno operato, e collaborato, nella tutela dell'ordine: la CGIL, ed il suo servizio d'ordine, ed il prefetto di Firenze, Achille Serra.
Nei confronti invece delle personalità istituzionali, il Sindaco ed il Presidente della Regione, responsabili dell'invito ai no-global, permane fra i commercianti una grave divaricazione conseguente alla percezione di una messa a rischio, senza neppure essere stati consultati.

Questo atteggiamento è condiviso da una larga maggioranza dei commercianti, indipendentemente dall'associazione di riferimento (prevale sia fra gli iscritti alla Confesercenti che fra i non iscritti).
L'indicazione della Confcommercio per la chiusura viene approvata dai commercianti anche dopo l'esito pacifico dell'evento; la considera giusta anche la maggioranza degli iscritti alla Confesercenti.
Le differenti sensibilità (e affinità, anche politiche, con il potere locale) degli iscritti alla Confcommercio rispetto a quelli iscritti alla Confesercenti emergono invece nella valutazione del rapporto costi/benefici del raduno del Social Forum e della congruità del finanziamento pubblico dell'evento: gli aderenti alla Confesercenti mostrano più attenzione ai vantaggi in termini di immagine e di tipo etico rispetto a quelli aderenti alla Confcommercio che tendono a far riferimento allo stravolgimento della vita cittadina e all’impegno economico che ha distolto enormi risorse da destinare alla città.
Per i commercianti fiorentini le tematiche da portare avanti prioritariamente si concentrano su traffico/viabilità (che anche a livello dei cittadini rappresenta l'indicazione prevalente) e sugli aspetti della sicurezza che, a nostro avviso, meriterebbero un ulteriore approfondimento.

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