La visita del principe Carlo d'Inghilterra in Palazzo Vecchio: grande interesse e non solo per l'arte

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 novembre 2002 19:10
La visita del principe Carlo d'Inghilterra in Palazzo Vecchio: grande interesse e non solo per l'arte

Grande interesse per i tesori artistici del palazzo, ma anche per i problemi della città di Firenze e per l'iniziativa che proprio oggi si svolgeva nel Salone dei Cinquecento, dove i rappresentanti degli enti locali europei discutevano di "Diritti globali e inclusione sociale": il principe Carlo d'Inghilterra è stato un visitatore particolarmente attento e competente nella visita che ha fatto oggi in Palazzo Vecchio, durante il suo breve soggiorno fiorentino. La visita è cominciata poco prima delle 14.30, quando il principe Carlo è stato accolto all'ingresso principale del Palazzo dal sindaco di Firenze Leonardo Domenici e dalla moglie Geraldina.

Dopo il saluto delle chiarine nel Cortile di Micheleozzo, il principe è salito al primo piano, dove ha visitato lo studiolo di Francesco I e poi il salone dei Cinquecento. Qui ha ammirato gli affreschi, il soffitto e le statue e si è poi soffermato a parlare con il sindaco. Domenici ha spiegato a Carlo che il salone, in quel momento vuoto per la pausa dei lavori, era allestito per ospitare il convegno "Le autorità locali europee per i diritti globali e l'inclusione sociale": un tema che ha interessato il principe e che, ha aggiunto il sindaco, è in questo momento al centro del dibattito il città anche in vista del Social Forum Europeo.

Carlo ha poi chiesto a Domenici se il traffico sia la questione più difficile da risolvere per Firenze: Domenici ha risposto che in effetti si tratta di un grande problema, ma che il Comune si sta impegnando in molti modi per risolverlo, anche attraverso la progressiva pedonalizzazione del centro storico. "D'altra parte - ha aggiunto - le nostre città non sono state costruite per le auto". "Per fortuna", ha commentato Carlo, evidentemente concorde con la scelta del sindaco. Il principe ha proseguito la sua visita nella parte monumentale del palazzo.

Nella Sala di Leone X il sindaco gli ha presentato il vicesindaco Giuseppe Matulli, il presidente del consiglio comunale Alberto Brasca e i vicepresidenti Riccardo Basosi e Graziano Grazzini. Poi Carlo è entrato nello studio del Clemente VII, che è sede dell'ufficio del sindaco, e dopo aver ammirato gli affreschi ha firmato il registro d'onore (con la sua penna, estratta dalla tasca interna della giacca). Sul tavolo erano stati sistemati altri due registri, dove avevano apposto la loro firma la regina Vittoria (nel 1888) e i genitori di Carlo, Elisabetta II e il principe Filippo (nel 1961).

Il principe è apparso particolarmente colpito da quella della regina Vittoria, che è stata la prima personalità ad apporre il suo nome su un registro della città di Firenze, ed ha ricordato un quadro che raffigura la regina sulla terrazza di una villa fiorentina. Carlo ha anche chiesto al sindaco come si trovasse a lavorare in una stanza così bella e carica di storia: Domenici ha risposto che a volte sente il peso del secoli di questo luogo, definito da Jospin "più bello persino dell'ufficio del sindaco di Parigi", ma che spesso finisce col dimenticarlo, preso dai problemi della città.

"Non stento a crederlo", gli ha risposto Carlo. La parte finale della visita si è svolta al secondo piano del palazzo, prima alle capriate del soffitto del Salone dei Cinquecento, poi alla Cappella di Eleonora dipinta dal Bronzino. Tutte e due le opere hanno suscitato il grandissimo interesse del principe, che prima di congedarsi dal sindaco per proseguire la visita nel corridoio vasariano, ha espresso al sindaco la sua ammirazione. Il sindaco ha invitato il principe Carlo a tornare a Firenze in occasione delle celebrazioni per il 500° centenario del Bronzino, previste il prossimo anno.

Il sindaco ha infine ringraziato le due guide che hanno accompagnato il principe in Palazzo Vecchio, Franesca Marchetti ed Alberto Gallicani (che impersonava il Vasari) del Museo dei ragazzi.

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