Convention sul corridoio tirrenico ad Alberese: la parola alla Toscana

Redazione Nove da Firenze
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11 ottobre 2002 16:34
Convention sul corridoio tirrenico ad Alberese: la parola alla Toscana

ALBERESE (GR)- “L'autostrada, certo. Ma anche la viabilità locale, i collegamenti interni, i porti e le ferrovie. Insomma la rete delle infrastrutture per la mobilità. E soprattutto lo sviluppo sostenibile. Cioè la promozione delle economie locali e il rispetto dell'ambiente. E' intorno a questi temi che si snoda la relazione dell'assessore regionale Riccardo Conti in apertura del convegno "Il corridoio tirrenico: la proposta della Toscana".
"Il corridoio tirrenico - ha detto - per noi è fatto di collegamenti e caselli di autostrade del mare, di un rapporto strettissimo con lo sviluppo locale, con una ferrovia da migliorare".

La scelta del completamento del sistema autostradale, ha spiegato Conti, "non è maturata da oggi, è frutto di un lavoro concretizzatosi nell'accordo del 5 dicembre 2000 che disegnava un autostrada tirrenica e non escludeva, in caso di mancanza di adeguati finanziamenti, il pedaggio".
Il completamento di questa infrastruttura viaria risponde a "un interesse internazionale legato alle grandi direttrici europee da Lisbona verso i Balcani e da Edimburgo verso Palermo e ad un interesse nazionale legato all'adeguamento di una rete autostradale italiana che decongestioni il corridoio appenninico".

Di qui la volontà di incrociare il corridoio tirrenico con la Grosseto Fano e in particolare con l'adeguamento della Siena Grosseto: "Sta qui - ha detto Conti - uno dei motivi per cui noi ci siamo opposti allo spreco economico e finanziario della proposta del governo relativa al tracciato interno, perché con le risorse necessarie per quel progetto si potrebbero realizzare anche la Siena Grosseto e numerose opere ferroviarie".
Poi c'è il motivo della sicurezza: Purtroppo sulle strade toscane in media si muore di più che su quelle italiane.

Il piano pluriennale di investimenti della Regione mette al primo posto proprio la sicurezza. E' per questo, ha detto Conti, che "dissento da chi suggerisce per il corridoio tirrenico soluzioni di tipologie di vecchia superstrada. Fatevelo dire da chi, ogni giorno, ha a che fare con le problematiche della Fi-Pi-Li. Non ci saremmo né sul piano della sicurezza né su quello della sostenibilità. Forse si consumerebbe un po' meno cemento, ma senza risolvere il problema".
Conti ha anche richiamato l'accordo quadro firmato con il governo nel 1999 che "su 13 mila miliardi di investimenti ne collocava ben 9 mila sul trasporto ferroviario".

Oggi, ha aggiunto, dinanzi alla bassa qualità del servizio ferroviario, la Regione sta investendo risorse autonome per 50 miliardi proprio per l'acquisto di treni.
Nessun no preconcetto a qualsiasi intervento, ma un forte impegno per individuare soluzioni rispettose per la realtà rurale della Maremma, una realtà che la Regione intende tutelare e valorizzare in tutte le maniere, così come dimostrato negli ultimi mesi dal percorso istitutivo del Distretto rurale. E’ quanto ha voluto sottolineare con forza l’assessore regionale all’agricoltura Tito Barbini, nel suo intervento ad Alberese, in cui ha richiamato i pericoli che la proposta di tracciato del governo rappresenta per l’economia agricola della provincia di Grosseto.

“Di fronte alla concreta possibilità di rafforzare il corridoio viario tirrenico già esistente e certamente adeguabile alle esigenze autostradali ci viene fatta una proposta che potremo definire diametralmente opposta, almeno sotto il profilo dell’approccio con il territorio – ha ricordato l’assessore – Nella scelta del possibile tracciato non si poteva fare di peggio. Ci viene infatti proposto di attraversare territori rurali che puntano tutte le loro carte di sviluppo proprio sulle loro caratteristiche di ruralità”.
La Maremma, ha spiegato l’assessore, è terra di grandi vini, di importanti produzioni tipiche, una realtà che negli ultimi anni ha scommesso e in gran parte vinto la sfida della qualità, facendo registrare anche una notevole crescita dell’agriturismo.

“Sono però convinto che la realizzazione della nuova autostrada con il tracciato proposto dal ministero dei lavori pubblici arresterà tutto questo, frenando il processo di sviluppo rurale in corso, danneggiando l’immagine di un territorio con una vocazione rurale così forte”.
Proprio in questo contesto si inserisce l’istituzione a livello sperimentale del distretto rurale: “una decisione – ha spiegato l’assessore – con cui si è voluto riconoscere il primato dell’esperienza grossetana in materia di distretti rurali”.
Ed è una decisione che richiama un’attenzione ancora maggiore nei confronti delle scelte infrastrutturali.

“Il territorio rurale, è l’ora che lo si capisca, non è un territorio indifferente alle trasformazioni, semplice supporto di collegamento tra realtà urbane – ha ricordato Barbini – E’ invece l’anima di una regione come la nostra, conosciuta e amata in tutto il mondo non solo per le città d’arte ma anche per le sue campagne. Anche lo sviluppo rurale, certo, si può giovare di un sistema di trasporti più efficiente, perché l’isolamento non giova a nessuna attività produttiva, tuttavia non è pensabile che l’adeguamento del sistema viario sia progettato a dispetto del territorio”.
“Non c’è interesse, quindi, a un no preconcetto a qualsiasi intervento sull’assetto viario, non c’è interesse a dire di no ad una nuova autostrada, ma c’è interesse a fare in modo che la Maremma sia finalmente capita e che le nostre scelte in tema di sviluppo rurale siano rispettate”.
Perché la soluzione autostradale costiera è la migliore? Perché garantisce il completamento del sistema autostradale, permette, meglio delle altre, di essere realizzata seguendo criteri ambientali, e dà la risposta più efficace alla delicata fase della cantierizzazione.

Così il noto urbanista Giuseppe Campos Venuti, presidente onorario dell’ Istituto nazionale di urbanistica, nella relazione presentata questa mattina al convegno sul corridoio tirrenico in corso ad Alberese, sintetizza i motivi per cui la soluzione proposta dalla Regione Toscana è decisamente preferibile rispetto alla soluzione collinare proposta dal governo e a quella che definisce ‘costiera senza pedaggio’, sostenuta dalle associazioni ambientaliste. Campos venuti indica quattro criteri che, secondo lui, hanno un valore strategico e decisivo per le scelte sulla direttrice tirrenica: la rispondenza dell’infrastruttura al ruolo nel sistema della mobilità nazionale e regionale, la sua collocazione in un quadro di una politica intermodale del traffico, la necessità di una concezione e di una progettazione ambientale e l’esigenza di garantire una cantierizzazione in grado di non ridurre le capacità attuali di traffico della direttrice.

Dopo aver analizzato la rispondenza o meno delle tre opzioni presenti, Campos Venuti esplicita le sue conclusioni. La soluzione collinare, secondo l’urbanista, non risponde al ruolo di collegamento regionale e non risolve quello nazionale, pone inoltre notevoli problemi dal punto di vista ambientale. La soluzione costiera non a pedaggio “rinuncia deliberatamente ad assolvere il ruolo nazionale dell’arteria, rifiutando il pedaggio, e quindi accettando che sulla direttrice tirrenica il traffico scorra gratuitamente, ostacola di fatto il riequilibrio modale con altri mezzi a pagamento (la ferrovia) su questo tracciato”.

Inoltre la trasformazione della superstrada esistente, sostiene Campos Venuti, “provocherebbe impatti ambientali intollerabili”.
Ecco quindi l’opzione scelta da Campos Venuti: “E’ la soluzione costiera a pedaggio che risponde positivamente a tutti i criteri condizionanti. Perché assicura il completamento vitale del sistema autostradale nazionale, sul quale l’assenza della tirrenica lascia un vuoto incolmabile. E insieme non rifiuta un doveroso contributo al riequilibrio intermodale gomma-ferro, obbligando il traffico su gomma a pagare almeno in parte i propri costi: principio questo ecologicamente vincolante.

La soluzione costiera a pedaggio è anche quella più facile da progettare con criteri ambientali adottati a priori; E insieme questa soluzione può garantire meglio delle altre la cantierizzazione positiva, cioè il mantenimento durante i lavori della attuale disponibilità di traffico”.
“Questo disegno – raccomanda Campos Venuti – dovrà però essere puntualmente rispettato e sviluppato nei progetti attuativi, e la qualità ambientale del disegno esecutivo andrà seguita con grande attenzione perché non abbandoni, strada facendo, l’idea prescelta.
Se tutto cio sarà fatto – conclude- l’autostrada tirrenica di cui stiamo discutendo la soluzione, sarà un’infrastruttura di tipo nuovo per l’Italia., Che, a costi ragionevoli, risulterà necessaria e sostenibile”.
Contraria al cosiddetto progetto Lunardi, perché la collina va salvaguardata, scettica sui costi che dovranno essere sostenuti per realizzare un’autostrada costiera, convinta invece della necessità di mettere in sicurezza l’Aurelia secondo il progetto Anas.

Ma con una significativa novità: favorevole anche al pedaggio autostradale, che “costituisce un disincentivo per il trasporto su gomma ed un incentivo verso altri sistemi di trasporto”. E’ il pensiero di Anna Donati, senatrice dei Verdi e membro della Commissione lavori pubblici al Senato intervenuta stamani alla Convention sul corridoio tirrenico organizzata dalla Regione Toscana. “La proposta di autostrada avanzata del Governo, che passa nell’entroterra, consuma molto territorio e rende poco” ha detto la Donati.

“L’autostrada che propone la Regione – ha proseguito – consuma poco territorio, ma non credo che costi così poco. Inoltre i pedaggi, sia pur maggiori rispetto ad un tracciato interno, non penso che possano rendere tanto come si immagina”. “L’ipotesi Anas – ha concluso la Donati, riallacciandosi ai quattro criteri guida elencati dall’architetto Campos Venuti all’inizio della mattinata – si pone invece come un progetto ambientalista: consuma poco territorio ed è molto utile.

Il pedaggio comunque va bene, anche se preferirei che fosse limitato a chi usa la superstrada per lunghe distanze”. “Non credo sinceramente al ‘project financing’ per interventi così grandi come un’autostrada – ha chiarito la senatrice Donati - Le risorse in Finanziaria sono scarse e non penso che si possa francamente ipotizzare la costruzione di un’autostrada e la contemporanea messa in sicurezza dell’Aurelia, necessaria”.
“Benvenuti tra coloro che pensano che l’autostrada sia necessaria !”.

E il saluto del sindaco di Grosseto, Alessandro Antichi, alla platea che affolla la ’spergolaia’ dell’azienda agricola di Albarese. “Noto – riflette il primo cittadino – che finalmente non si discute più se un tracciato autostradale sia o meno utile. C’è un indubbio mutamento nella qualità del dibattito e un deciso passo in avanti. C’era un tempo in cui si pensava alla Maremma come ad un territorio dal futuro solo bucolico, come ad un giardino dove passare un fine settimana o come a quel lembo di terra che inizia appunto laddove finisce l’autostrada.

Adesso non è più così. E ne sono lieto”.
Per il sindaco Antichi l’autostrada è essenziale per lo sviluppo del territorio grossetano e di tutta la Maremma. E non importa quale sia il tracciato, se collinare o costiero. L’importante è che un’autostrada venga realizzata.
“Finora l’unica proposta chiara e definita è stata quella del Governo – ha sottolineato il sindaco - Le proposte alternative sono state alquanto nebulose”. “Spero che adesso – è stato il suo invito - possiamo smetterla con le marce di protesta e si possa invece iniziare a lavorare nel concreto, sui singoli dettagli, attraverso riunioni tecniche”.

“Noi – ha concluso – siamo per l’autostrada. L’abbiamo sempre voluta. Ma non abbiamo posizioni pregiudiziali e siamo pronti al dibattito”.

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