Domani alle ore 21:00 alla Casa del Popolo “25 Aprile” (Via Bronzino 117 ) proiezione del video “Bize Olum Yok”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 giugno 2002 07:29
Domani alle ore 21:00 alla Casa del Popolo “25 Aprile” (Via Bronzino 117 ) proiezione del video “Bize Olum Yok”

A seguire dibattito con un rappresentante della TAYAD (ass. dei familiari dei prigionieri politici turchi) - Stefano Chiarini (giornalista del “Il Manifesto”) - Abuna Giulio (Comunità Palestinese Firenze).
"In questi ultimi tempi stiamo assistiamo -affermano le associazioni aderenti alla manifestazione- in nome della cosiddetta campagna libertà duratura, ad un'escalation della repressione imperialista contro i popoli del mondo ed in particolare nel Medio Oriente. In Palestina, in Colombia, in Afganistan ecc…, il terrore capitalista cerca di gestire le sue contraddizioni riempiendo carceri e cimiteri con tutti coloro che si oppongono ai suoi piani di aggressione e di guerra, nel resto del mondo, negli Stati Uniti così come nel nostro Paese acutizzano lo sfruttamento ed intensificano i vari strumenti di repressione.
In Palestina si assiste al massacro del popolo arabo-palestinese da parte d’Israele e le sue carceri israeliane sono piene di migliaia di palestinesi che lottano contro l’occupazione sionista.
La Turchia, attraverso il suo regime fascista e fedele servitore dell'imperialismo, non fa eccezione a questo quadro.

Con l'obiettivo di entrare a tutti gli effetti nel "salotto buono" del capitalismo europeo, lo stato turco – già membro della NATO - non lesina mezzi per tentare di annientare le forze di opposizione che si mobilitano contro l'oppressione e lo sfruttamento. Dopo gli USA, l'Europa estende la lista delle organizzazioni "terroriste" anche alle organizzazioni rivoluzionarie turche, chiudendo nel frattempo gli occhi sul non rispetto dei diritti umani, in particolar modo sul continuo ricorso alla tortura psico-fisica dei rivoluzionari prigionieri che avviene in Turchia.

Un muro di silenzio è stato inoltre innalzato sulla forma di lotta più estrema dei prigionieri turchi e dei loro familiari ed amici, il Death Fast (sciopero della fame fino alla morte): che conta ad oggi oltre novanta martiri".

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