A un anno dalla morte di Marcella Olschki

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 giugno 2002 12:54
A un anno dalla morte di Marcella Olschki

Marcella Olschki è morta poco più di un anno fa e mentre la Fondazione Spadolini ne ospita fino a fine luglio la ricca raccolta di cimeli napoleonici e garibaldini, vari eventi diversi ne ripropongono la figura di scrittrice e intellettuale cosmopolita, nonché di animatrice della vita culturale fiorentina.
Tre le notizie che la riguardano. La prima è che gli studenti del Dante, glorioso Classico cittadino, hanno messo in scena al Teatro di Rifredi in questi giorni Terza liceo, ovvero il bel romanzo d’ispirazione autobiografica che Marcella Olschki ha dedicato al mondo della scuola nei drammatici anni del fascismo.

La seconda notizia è che di Terza liceo si farà molto probabilmente un film. La terza è che il fratello Alessandro ha appena dato alle stampe, in forma privata, un volume il cui titolo, Marcella, denuncia esplicitamente le intenzioni e il rimpianto dell’autore.
“E’ dedicato agli amici e dunque rigorosamente fuori commercio”, ha spiegato Alessandro Olschki presentando il volume ieri al Rotary Club Fiesole, per il ciclo di conferenze sulla condizione femminile organizzato in collaborazione con Ely Lilli Italia.
Il profilo di donna che ne emerge affonda inevitabilmente nella saga di famiglia, in quell’istituzione fiorentina che è la casa editrice Olschki, fondata nel 1886, una delle ultime a perpetuare la tradizione locale di fare cultura.
La sigla “dal cuore crociato e diviso”, come la definì Gabriele D’Annunzio, è ben nota agli specialisti, agli studiosi, ai bibliotecari di tutto il mondo.

Ma gli Olschki a Firenze non sono solo questo: sono anche medici, scienziati, sportivi (lo stesso Alessandro è stato campione italiano e mondiale di pesca subacquea, il nonno di tiro al piattello e il bisnonno, ginecologo, editò alla fine dell’Ottocento una delle prime riviste al mondo sul ciclismo).
I libri, in ogni caso, li conosceva assai bene anche Marcella, ma per averli scritti di penna propria. Classe 1921, sposò giovanissima un tenente americano, matrimonio concluso con un divorzio lampo.

Quindi il rientro in Italia e l’attività di pubblicista, per la Nazione, la Città, il Giornale di Brescia e varie altre pubblicazioni.
Il meglio lo ha dato nei due romanzi. Terza liceo vinse il premio Bagutta nel ‘56. Oh America è invece una raccolta di scritti dedicati al nuovo continente dove frequentò anche personaggi come Marlon Brando e Duke Ellington. Laureata in giurisprudenza, aveva uno spiccato senso artistico, sia che si trattasse di creare alta bigiotteria, sia di collezionare oggetti di antiquariato.

Fu anche appassionatissima di jazz e nel primo dopoguerra realizzò per l’Eiar da Firenze un programma musicale di gran successo.
Poi c’era l’amore per Firenze, per la vita di quartiere, che Marcella interpretava in un privilegiato rapporto quotidiano con i commercianti e gli artigiani di Santo Spirito, dove abitava. Quando morì non ci fu alcun funerale. “La morte”, disse allora Alessandro Olschki nel ricordarla”, è un fatto della vita esattamente come la nascita. E non vuole pompe”.

In evidenza