Pisa: prima nazionale della nuova creazione di Flavia Bucciero all'Abbazia di San Zeno a Pisa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 maggio 2002 12:59
Pisa: prima nazionale della nuova creazione di Flavia Bucciero all'Abbazia di San Zeno a Pisa

Stasera e domani alle ore 21 nella splendida Abbazia di San Zeno debutta nella nostra città, in prima nazionale, LE MANDRAGORE MANDANO ODORE, la nuova coreografia di Flavia Bucciero, che, alla guida della sua compagnia Movimentoinactor, prosegue il suo viaggio di introspezione dalle origini della danza etnica alla contaminazione di generi.
Dopo il Minotauro Infranto, Flavia Bucciero approda oggi ad un testo religioso, avvalendosi ancora una volta delle sonorità del jazzista Eugenio Colombo, uno dei massimi virtuosi del jazz italiano, che suonerà dal vivo (sassofoni e flauti) assieme a Giovanni Maier, contrabbasso, e Michele Rabbia, percussioni.
Ispirato al Cantico dei Cantici del Vecchio Testamento, di cui un verso ha suggerito il titolo, lo spettacolo vuole compiere una riflessione sull’amore, tentando di azzerare abitudini e luoghi comuni per partire da un’idea primordiale e totale d’amore, svincolata dai condizionamenti del mondo circostante.
Un amore che può passare e trasbordare facilmente dal corpo dell’amato alla natura, agli alberi, alle montagne, ai profumi, agli odori.

Un amore che non trova limiti nel corpo dell’essere amato, che non si cura del potere e del denaro. L’amore, nella sua forma più pura ed essenziale, è il più forte anello di congiunzione tra l’uomo/donna e l’universo.
L’amore è dell’essere umano e al tempo stesso lo trascende: “Perché l’amore è duro come la morte…Le grandi acque non spengono l’amore, i fiumi non lo travolgono”. L’amore come equilibrio instabile e transitorio a cui l’uomo aspira, il risultato di una battaglia contro gli odi e i rancori sempre in agguato e che pure nel Cantico si percepiscono, alle spalle, agli usci, nelle strade.

Amore e morte, bellezza e distruzione, caos e civiltà convivono tacitamente. Dal bestiale e primario l’uomo si libera attraverso l’amore dell’altro, fuori dell’amore c’è guerra e distruzione.
Il Cantico dei Cantici ha qualcosa in sé di sublime, attraversa le epoche e in ogni momento storico acquisisce nuove risonanze: “Perché io vago come velata …come la gazzella o il cerbiatto appari sul monte che ci divide… le guardie in ronda per la città trovandomi m’hanno battuta, mi hanno ferita”, qualcosa di lucidamente visionario che si illumina di senso a seconda di come lo si interroga.

Il Cantico, in tempi come i nostri, così difficili da comprendere e accettare, diviene la guida per scendere a fondo nella realtà e al tempo stesso trascenderla.
La stessa coreografa spiega il perché della scelta della traduzione dello scrittore Guido Ceronetti: “perché, a differenza di altre, non tende a ricostruire un’unità, una coerenza logica e narrativa che nel Cantico risulterebbe forzata. Anzi la traduzione di Ceronetti porta alle estreme conseguenze la frammentarietà del testo.

Le parole risvegliano significati plurimi, si combinano fra loro attraverso associazioni che attraversano il testo trasversalmente. Si aggregano e disgregano continuamente, a seconda di chi le legge. Proprio in questa frammentarietà abbiamo percepito un senso autentico e profondo del Cantico, capace di suscitare emozioni in ogni epoca.”
I danzatori interpreti sono Eva Berti, Flavia Bucciero, Ignazio Nurra, Alessandra Pugliese, Ilaria Sabatini, l’allestimento spazio ed i costumi sono firmati da Beatrice Meoni, l’elaborazione immagini video è a cura di Roberto Martini, assistente ai costumi Brunella Mongiardo, disegno luci di Gianni Pollini.
Per quest’ultimo prestigioso appuntamento con la danza contemporanea all’Abbazia di San Zeno i biglietti, posto unico con prezzi che variano da 10,33 a 7,23 Euro, sono già in prevendita presso il Botteghino del Teatro.

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