Le novità del Piano Sanitario Regionale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 marzo 2002 21:19
Le novità del Piano Sanitario Regionale

FIRENZE- E' uscito sostanzialmente invariato l'impianto del Piano Sanitario Regionale 2002-2004 dall'esame della Commissione Sanità del Consiglio Regionale, che lo ha approvato giovedì scorso, 21 marzo, con il voto favorevole dei gruppi di maggioranza, l'astensione di Rifondazione Comunista e il voto contrario delle opposizioni di centro destra. Queste, per bocca del vicepresidente Celesti (Fi), hanno detto di condividere alcune delle innovazioni contenute nel testo e hanno espresso apprezzamento per il clima positivo registrato, oltre gli schieramenti.

Ecco dunque alcune delle principali novità introdotte dalla IV Commissione.
Un Piano basato sulla collaborazione
Per la prima volta viene allegata al testo approvato la parte che riguarda i rapporti con i soggetti che collaboreranno alla realizzazione del Piano.
I rapporti con le Università
Sono previsti specifici protocolli d’intesa tra la Regione e le tre Università toscane per la costituzione ed il funzionamento delle nuove Aziende ospedaliere. Si punta ad una maggiore integrazione con l’università per la quale si prevede una partecipazione più diretta nella gestione delle Aziende ospedaliere, con l'assunzione di responsabilità di bilancio nella gestione dei nuovi soggetti aziendali.
I rapporti con altri soggetti
Vi figurano il protocollo d’intesa con l’Istituto Don Gnocchi che per la propria sede toscana ha ottenuto il riconoscimento di Istituto scientifico di ricovero e cura per la struttura ospedaliera di riabilitazione di Pozzolatico.

E' stato inserito anche il protocollo d’intesa con la Scuola superiore universitaria Sant’Anna di Pisa per l'attività didattico- scientifica di supporto alla Regione per le attività di promozione e tutela della Salute.
Per i rapporti con il Consiglio Nazionale delle Ricerche viene prevista l’adozione del protocollo d’intesa con il Centro di ricerche di Pisa e viene assegnato alla Giunta regionale il mandato per la costituzione di un nuovo soggetto giuridico – fondazione, consorzio – tra il CNR, la Regione, le università toscane e le nuove Aziende ospedaliere, per la costituzione di un polo regionale di ricerca scientifica e tecnologica di livello nazionale ed internazionale per il settore sanitario.
Le società della salute
Questa novità viene confermata nelle sue linee essenziali, rinviando la definizione dei contenuti specifici della sperimentazione societaria, ad un apposito atto di indirizzo da approvare entro tre mesi dall’entrata in vigore del Piano.
Aumentano i fondi finalizzati
E' di 2,5 miliardi di lire per quest'anno, di 4,5 per l'anno prossimo edi 6,5 per il 2004 l'aumento dello stanziamento per i fondi speciali finalizzati.

Gli incrementi riguardano i programmi per le zone insulari e montane (+12 miliardi in tre anni), e quelli per l'integrazione tra le medicine non convenzionali e quella tradizionale (+1,5 miliardi in tre anni) che raddoppiano la previsione iniziale. L'importo totale per quest'anno sale a 702,5 miliardi di lire, a 761 per l'anno prossimo e a 780,5 per il 2004.
Duecentocinquanta pagine compongono il Piano Sanitario Regionale 2002-2004 uscito dall'esame della commissione Sanità del Consiglio Regionale e che sarà discusso in Consiglio Regionale nella seduta del 9 aprile prossimo.

Ecco, in sintesi, alcune delle caratteristiche e novità del principale documento di programmazione sanitaria della Toscana.
Gli obiettivi di fondo
Sono tre: migliorare la salute e il benessere della popolazione; la soddisfazione e la partecipazione dei cittadini; l’efficienza e la sostenibilità del sistema.
Gli obiettivi di salute
E’ costruito secondo un modello innovativo, cioè individua obiettivi precisi e misurabili in termini di salute. Questi i dieci obiettivi di salute: ridurre le disuguaglianze cioè diritti uguali per tutti; migliorare competenza, accessibilità, accoglienza, consenso, personalizzando gli interventi; garantire un approccio etico al servizio sanitario; migliorare la salute con un ambiente di qualità; allungare la vita aumentando la sicurezza; insegnare ai cittadini a mantenersi in buona salute; aiutare i bambini a nascere e a crescere bene; i tumori, primo non ammalarsi, secondo guarire; vivere più a lungo riducendo le malattie cardiovascolari; potenziare i servizi per le persone anziane.

Alla fine del triennio i risultati saranno valutati per quanto sarà migliorata la salute dei cittadini. Esempio: la mortalità infantile in Toscana è al 4,6 per mille (in Italia 6 per mille). L’obiettivo del Piano è di portarla nel 2004 al 4,1 per mille.
Un nuovo rapporto con le realtà locali
E’ un Piano integrato, che coinvolge sia la Regione che i Comuni. L’idea è quella che la salute dei cittadini non dipenda soltanto da quanto si investe in sanità ma anche da altri fattori.

Occorre quindi sviluppare: la sicurezza nella vita e sul lavoro; la qualità dell’ambiente; la qualità della vita sociale; la gestione del territorio; lo sviluppo economico; il livello di istruzione; la formazione; l’informazione. Così questo non è un Piano dell’assessorato al diritto alla salute, ma dell’intera Giunta Regionale. Gli attori principali del Piano sono tutti i settori del governo regionale ed in particolare gli assessorati al sociale, all’ambiente, alla formazione, all’informazione.


Riorganizzazione delle Asl e delle Ao (holding per la salute)
Prende il via la seconda fase del processo di aziendalizzazione delle Unità Sanitarie Locali e delle Aziende Ospedaliere. Gli obiettivi sono quelli di ottimizzare le risorse, concentrare le funzioni di alta specializzazione e di alto costo, diffondere le innovazioni, migliorare i servizi e la programmazione, risparmiare sulle strutture di supporto senza ridurre l’assistenza, ma investendo in prevenzione e qualità. Serve ad aggregare alcune delle funzioni delle Asl (fornitura di beni e servizi, utenze, gestione magazzini, contabilità, Cup, uffici paghe e contributi, ecc.) risparmiando circa il 10% delle spese sostenute oggi, che ammontano a circa 2.000 miliardi l’anno.


Meno livelli di governo
Si rende più snello il governo della salute attraverso l’aggregazione della zona-distretto. Oggi la piramide della sanità toscana è formata da Regione (1), aree vaste (3), Asl (12), Zone (34), distretti (56). Il Piano prevede l’abolizione dei 56 distretti e la creazione delle 34 zone-distretto, dotate di una propria struttura, un proprio budget, che hanno il compito di programmare gli interventi a livello di più comuni.
Le società della salute
Si occupano della gestione della sanità in area locale per la parte non ospedaliera.

Verranno sperimentate per 3 anni. Vi partecipano le Asl, i Comuni, le parti sociali (cittadini, associazioni, sindacati, privato e privato sociale), i medici di famiglia. Sono società senza scopo di lucro e hanno l'obbligo di reinvestire i risparmi in migliori servizi o aumento delle prestazioni. Hanno un budget proprio fornito in misura diversa da tutti i soggetti che ne fanno parte. Hanno l’obbligo di raggiungere il pareggio di bilancio. Sono governate da una Giunta in cui tutti i soggetti sono rappresentati.

Sono dirette da un direttore-manager nominato dalla Giunta. Sono costituite su proposta della Conferenza dei sindaci e della Asl competente. Devono elaborare un progetto autonomo valutato e finanziato, per la fase di avvio, dalla Regione. Il loro livello territoriale di riferimento è quello della zona-distretto. Sono supportate e assistite da una Commissione a cui partecipano la Regione e tutti i soggetti coinvolti.
La programmazione di area vasta
Le aree vaste sono tre: quella della Toscana del centro nord, che comprende le Asl di Firenze, Empoli, Prato, Pistoia e le Ao di Careggi e del Meyer; quella della costa che comprende le Asl di Massa Carrara, Lucca, Viareggio, Pisa, Livorno e la Ao di Pisa; quella del centro sud che comprende le Asl di Arezzo, Siena, Grosseto e la Ao di Siena.

Oggi a livello di area vasta trovano soluzione le richieste di prestazioni sanitarie del 93% degli abitanti di ciascuna area. Ciò significa che si è raggiunta una buona distribuzione dei servizi e che si possono evitare duplicazioni sprechi e sovrapposizioni, ottimizzando prestazioni strutture e servizi. Per questo il Piano prevede che le Asl programmino gli interventi in accordo tra loro e con i sindaci di queste aree. Anche la formazione del personale sanitario, nella quale sono coinvolte le tre Università Toscane, avverrà attraverso una programmazione di area vasta.

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