Martedì 19 marzo 2002 (ore 21.30) Recordando Piazzolla al Teatro Garibaldi di Poggibonsi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 marzo 2002 16:16
Martedì 19 marzo 2002 (ore 21.30) Recordando Piazzolla al Teatro Garibaldi di Poggibonsi

Il progettto “Recordando Piazzolla” è nato in memoria del X° anniversario della scomparsa del grande maestro argentino avvenuta nel ’92 e vuole, partendo da alcuni suoi brani meno conosciuti, attraversare il lato più classico, al quale Piazzolla si è sempre riferito, fino ad approdare al jazz, con cui ha avuto modo di esprimere più a fondo il proprio linguaggio e la propria personalità artistica. Lo spettacolo si sviluppa sotto forma di concerto per bandoneon, sax ed Orchestra d’Archi, all’interno del quale verranno eseguite non solo composizioni di Astor Piazzolla ma anche composizioni originali a lui dedicate scritte dagli stessi di Bonaventura e Girotto, il cui stile ha un filo diretto col mondo latino e soprattutto con il jazz ed il nuovo tango.

Le composizioni in programma del grande maestro oltre ad essere poco eseguite sono tutte rivisitate con inedite orchestrazioni ed originali arrangiamenti, scritti dallo stesso di Bonaventura così da rendere il concerto unico nel suo genere e molto accattivante. Il Gruppo da Camera dell’Orchestra Sinfonica di Massa e Carrara realizza le rappresentazioni sinfoniche al Teatro Guglielmi di Massa, la stagione lirica al Teatro Verdi di Carrara, partecipa da svariate edizioni al Festival di S. Gimignano, ha collaborato con interpreti solisti del calibro di Cristiano Rossi, Franco Ormeschy, Flavio Cucchi e con direttori d’orchestra come Renato Serio.

L’idea del progetto “ Recordando Piazzolla” è di creare un rapporto di scambio e collaborazione con gli enti lirici e sinfonici, che si stanno aprendo a nuovi orizzonti musicali, e con musicisti di diversa estrazione e cultura.
Il musicista argentino Dino Saluzzi - unanimemente considerato il più grande suonatore di bandoneòn vivente - ha contribuito non poco a sviluppare "in avanti" le fondamentali, e già trasgressive teorie piazzoliane. Attualmente è riconosciuto come l’unico musicista che ha saputo liberare la ricca tradizione del tango dalle rigide pastoie strutturali, grazie ad una perizia tecnica strepitosa, all’utilizzo di tempi inusuali e di un fraseggio che sovente sfiora il linguaggio jazzistico.

Ascoltare il bandoneòn condotto dalla versatile sensibilità dell’argentino crea un flusso ininterrotto di stati d’animo, più che di suoni, che con difficoltà permette di sottrarvisi. Saluzzi evita di razionalizzare eccessivamente la propria musica, il suo obiettivo è quello di provocare una vasta gamma di emozioni in ogni tipo di ascoltatore. Ha cominciato a suonare il bandoneòn dopo essersi trasferito a Buenos Aires nel 1952, facendo capo ad alcune orchestre di tango. L’incontro senz’altro più rilevante è stato quello con i propositi contaminativi e i profili jazzistici di Gato Barbieri, a partire degli anni ’70.

Oltre all’esperienza maturata con Barbieri, buoni frutti ha raccolto durante le sue frequentazioni europee, come con Pierre Favre, Palle Mikkelborg, George Grunz, Enrico Rava, Charlie Haden, Rickie Lee Jones, e la World Symphonia di Al Di Meola.

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