Venerdì 15 marzo (ore 21.30) Sainkho al Teatro Nazionale di Quarrata

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 marzo 2002 23:46
Venerdì 15 marzo (ore 21.30) Sainkho al Teatro Nazionale di Quarrata

C'è una regione lontana, ai margini dell'ex impero sovietico, in quello sterminato territorio semi-deserto che abbraccia la parte meridionale della Siberia fino alla Mongolia, in grado negli ultimi anni di assumere un grande interesse tra ali affezionati seguaci della musica etnica: è la piccola, lontana repubblica di Tuva dalla quale proviene Sainkho Namtchylak. Sainkho comincia la sua carriera come cantante folk con Sayani, l’Orchestra di stato Tuvana, girando il mondo. Nel 1988 Sainkho incomincia a lavorare con l’improvvisazione, cercando di mescolare elementi tradizionale etnici con i suoni sperimentali.

Ha fatto parte dell’ensemble Tri-O, ben noto per il suo jazz originale. Ha partecipato alla raccolta “Women’s World Music “ e registrato “Out of Tuva”. Come improvvisatrice ha suonato con Peter Kowald, Butch Morris, Evan Parker, Ned Rothemberg, Werner Ludi. Ha recitato in “Tunguska – Guska”, ha raccontato la sua vita privata in “Letters”, album dedicato al padre, che si aggiunge ai ben 27 album di sua produzione. Con una misteriosa combinazione di laringe, bocca e lingua, Sainkho Namtchylak è maestra del "throat singing", antico canto asiatico che permette di riprodurre due suoni contemporaneamente.

Caratterizzata da una straordinaria duttilità, la sua voce evoca le profondità delle tradizioni sciamaniche e buddiste, esplora le armonie di forme religiose esoteriche e arcaiche, ma insegue anche le sonorità contemporanee, scivolando attraverso musica etnica, new age e free jazz. Le esibizioni di Sainkho saggiano i limiti e le possibilità dell'emissione vocale, al confine tra mistica e ricerca sonora, con virtuosismi che sono stati paragonati a quelli di Demetrio Stratos o Cathy Berberian.

Il mondo sonoro di Sainkho Namtchylak è assai originale, fatto di sviluppo di capacità d'emissione per noi impensabili, con l'intonazione contemporanea di due suoni, colpi di glottide capaci di secchi tagli ritmici, ma anche di straordinari effetti armonici dalla cavea orale. L'avventura musicale di Sainkho s'immerge persino nei rumori della natura, riproducendo il fruscio del vento e i richiami degli animali. Durante una lunga ed accurata ricerca musicale, che ha portato la cantante da Tuva attraverso Mosca, alla scena musicale europea, Sainkho ha voluto unire tecniche e melodie originarie della sua terra alle esperienze della musica d’avanguardia e sperimentale, del jazz e della musica elettronica.

“Stepmother City” è un viaggio dalle tradizioni tuvane verso i suoni metropolitani, un mix di strumenti acustici tradizionale asiatici, canto gutturale bifonico, armonici, chitarra acustica e dj.

Collegamenti
In evidenza