Le balie del latte :partire per un figlio altrui

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 marzo 2002 17:07
Le balie del latte :partire per un figlio altrui

Otto marzo anche come occasione di recupero della memoria storica. E’ questo il significato della mostra “Le balie da latte, patire per un figlio altrui”, organizzata dalla commissione Pari opportunità della provincia di Prato. Senz’altro una mostra singolare che raccoglie documenti e foto di una professione molto diffusa nell’Ottocento e nei primi anni del Novecento. “Le balie toscane – mette in evidenza Luciana Galeotti, presidente della Commissione provinciale Pari opportunità – erano particolarmente ricercate dalle famiglie del nord anche in virtù della loro padronanza della lingua italiana”.

L’iniziativa della Commissione nasce nell’ambito del Progetto Donne e uomini migranti. “Il nostro obiettivo - spiega Galeotti - è quello scoprire e approfondire il ruolo della donna nei processi di migrazione di ieri e di oggi. Siamo partiti dalle esperienze locali, come quelle della Val di Bisenzio in Corsica, e, anche attraverso un ciclo di incontri con esperti stiamo mettendo in relazione le problematiche del passato con quelle più attuali”. L’appuntamento per l’inaugurazione della mostra è fissato proprio per l’8 marzo, alle 17.30, nella Sala del Pellegrinaio Novo.

Il materiale raccolto proviene dal progetto di ricerca Verso altri mondi, condotto da Adriana Dadà, dell’Università di Firenze. Un ricco gruppo di foro amarcord e una serie di pannelli espositivi rimandano a usi e costumi di un tempo. In primo piano le donne, molte giovanissime, le loro storie e – nella maggior parte dei casi – il loro sacrificio di lasciare casa e figli. La mostra ricostruisce anche la vicenda di Damara Neri, partita nel ’48 da Ponte Buggianese. La piccola che le veniva affidata aveva per nome Argente, era figlia di Maria Sole di Campello, sorella di Gianni Agnelli.

A fronte dei sacrifici per lei l’esperienza fu più positiva che per altre. “Mi davano uno stipendio molto alto – racconta – avevo un corredo d’organdis e gioielli di corallo, che il corallo fa il latte sano”. La mostra resta aperta dall’8 al 26 marzo. Si può visitare al mattino, su prenotazione chiamando i numeri 0574-534252 oppure 534221 e al pomeriggio dei giorni feriali dalle ore 15.30 alle 18.30.(mr)

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