Sgherri (Rifondazione): Il Comune mette in vendita i suoi gioielli ma si dimentica degli strati sociali deboli

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 febbraio 2002 00:14
Sgherri (Rifondazione): Il Comune mette in vendita i suoi gioielli ma si dimentica degli strati sociali deboli

«Il bilancio triennale è inaccettabile: l'operazione qualificante di questo triennale si basa sul piano di alienazioni, un piano straordinario che, se realizzato, e noi ci batteremo perché non lo sia realizzato, porterà nelle casse del Comune oltre 144 milioni di euro, circa 280 miliardi di lire. Quando si parla di alienazioni si deve pensare dalla Centrale del Latte alla vendita del patrimonio residenziale non vincolato, in via dei Pepi e via del Leone, fino alla vendita di gioielli storico- ambientali come le Gualchiere di Remole».

Lo ha detto la capogruppo di Rifondazione Comunista Monica Sgherri. «Come minimo - ha aggiunto la Sgherri - a questa vendita straordinaria e scellerata doveva corrispondere un progetto qualificato di reinvestimento visibile e comprensibile che prospettasse scelte positive per il futuro della città anche nell'obbiettivo di protezione e attenzione verso gli strati sociali più deboli già fortemente colpiti dal carovita. Ma questo non c'è: ad eccezione dei due investimenti sopravalutati per il finanziamentodella tramvia una miriade di voci , circa 150, mangiano e rodono questo piano straordinario di vendite».

«Da voci sbagliate come gli interventi di restauro, che dovrebbero trovare un altro capitolo e non gravare nuovamente sulle tasche dei cittadini - ha osservato la capogruppo di Rifondazione Comunista - a finanziamenti a pioggia per arredi di uffici, acquisto di stampanti, aiole spartitraffico, finanziamenti a società per azioni e creazione di nuove spa, mai annunciate, come la società per lo sport. ecc. E per dire lo spirito delle scelte, circa 84 milioni per finanziare la sistemazione della sede del gruppo consiliare dei DS».

«E' questo il contentino al gruppo di maggioranza relativa? - ha concluso la Sgherri - ma se gli arredi e le stanze sono inidonee per il gruppo DS non è forse vero che lo sono anche per gli altri gruppi, così era stato unanimemente stabilito tanto è che i gruppi dovevano tutti trasferirsi al secondo piano. Ma, a scanso di equivoci, il mio gruppo consiliare non accetterebbe mai che per un tavolo, una libreria più bella o una stanza più consona o che altro si utilizzassero i soldi che provengono semmai dalla vendita di un appartamento occupato da una famiglia che tutti i giorni con difficoltà lavora e vive o dalla privatizzazione delle sponde dell'Arno come sarà se non verrà rivista la vendita delle Gualchiere.

Alla mancanza di un progetto qualificato di investimenti e scelte che motivasse questo piano incredibile di vendite si aggiunge anche, davvero, la mancanza di opportunità e di buon gusto».

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