Chopin e Bartók agli Amici della Musica di Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 febbraio 2002 15:24
Chopin e Bartók agli Amici della Musica di Firenze

Sabato 9 Febbraio (ore 16), al Teatro della Pergola il pianista ANDRAS SCHIFF presenta un nuovo appuntamento del ciclo “Chopin ed i suoi idoli”, offrendo ancora un programma inusuale per gli accostamenti ma davvero accattivante: l’idea, meritoriamente coraggiosa, è di riportare la musica di Chopin alla sua essenza ed alla sua bellezza più pure, ripulendo definitivamente l’immagine dello Chopin pianista salottiero, tutto sdilinquimenti romantici, per mostrare invece quanta influenza ebbero sul suo stile gli esempi ispiratori, e da lui stesso prediletti, di Johann Sebastian Bach, di Mozart, di Domenico Scarlatti.

Così il programma propone una serie di raffronti, utili alla messa in luce di non poche derivazioni stilistiche, riunendo nella prima parte proprio la terna di Bach, Mozart e Scarlatti, e nella seconda La Sonata n. 3 di Chopin È una nuova, imperdibile occasione per conoscere l’arte interpretativa di Schiff, musicista di spicco internazionale ammirato per l’elegante luminosità del suo stile, qui alle prese con un originale viaggio musicale ricco di stimoli e di sollecitazioni per nuove riflessioni.
Con il concerto al Saloncino del Teatro della Pergola di Domenica 10 Febbraio (ore 21), prosegue l’avvincente ciclo dedicato alla musica per quartetto d’archi e che ha per protagonista il noto QUARTETTO FONÈ.

Il ciclo s’intitola “NonsoloBartók”, ed è stato pensato per rivelare la matrice popolare nella musica per quartetto, partendo appunto dall’esperienza di Bela Bartók in questo campo. Di volta in volta, ciascuno dei sei quartetti del musicista ungherese si rivela così una vera pietra di paragone, che trova le sue giustificazioni nel raffronto ravvicinato con altre opere concepite per il medesimo organico ma distanti nella storia. In questa nuova tappa, la quarta della serie, si passa dai legami col folklore ungherese presenti nel Quartetto n.

4 di Bartók alle inflessioni popolaresche, ammantate di rigore ma prossime a Dvorak, del Quartetto op. 51 n. 1 di Brahms. Torna così agli Amici della Musica Firenze una delle migliori formazioni quartettistiche esistenti oggi. Formato dai violinisti Paolo Chiavacci e Marco Facchini, dalla violista Caterina Cioli e dalla violoncellista Ilaria Maurri, il Quartetto Fonè vanta i prestigiosi natali della scuola di Franco Rossi, il noto violoncellista del Quartetto Italiano. Una simile personalità artistica ha trovato nei quattro musicisti fertile terreno, e non a caso il Quartetto Fonè si è distinto sin dagli inizi della sua attività, trovando poi ulteriori conferme delle proprie qualità interpretative nella vittoria di importanti concorsi internazionali ed in una brillante carriera concertistica che dall’Europa lo ha portato sino al Giappone.

Particolarmente significativi nella sua formazione musicale sono stati poi gli incontri e le collaborazioni con due prestigiosi gruppi quartettistici, il Quartetto Borodin ed il Quartetto di Tokyo: su invito di quest’ultimo, il Quartetto Fonè ha preso parte al Norfolk Music Festival, negli Stati Uniti, per l’esecuzione integrale degli ultimi Quartetti di Beethoven e dei Quartetti di Bartók. Ma non sono mancate neppure le cooperazioni con solisti, come quelle con il primo oboe dei Berliner Philharmoniker Hansjörg Schellenberger, con il violoncello del Quartetto di Tokyo Sadao Harada, con i pianisti Alexander Lonquich e Pietro de Maria, con il clarinettista Anthont Pay, che hanno dato vita a formazioni cameristiche salutate con entusiasmo dal pubblico.

C’è poi una bellissima registrazione del Quintetto di Schubert che vede il Quartetto Fonè al fianco di Franco Rossi, il maestro di sempre, mentre un altro recente cd è dedicato a Sostakovic, Bartók, Maderna, terna di autori particolarmente cara al Quartetto Fonè. Oltre alla consueta attività concertistica nelle più importanti società italiane, il Quartetto Fonè è impegnato con l’esecuzione, in tour, di tutti i quartetti di Bartók e Beethoven.

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