Al Tenax il Dj indiano Talvin Singh e François Kevorkian

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 ottobre 2001 11:55
Al Tenax  il Dj  indiano Talvin Singh e François Kevorkian

Talvin Singh, il Dj indiano, è di scena sabato 27 ottobre alla consolle del Tube/Tenax. Talvin Singh è quando l’Oriente precipita sull’Occidente, là dove più forte batte il cuore della tecnologia, dove l’innovazione è più fluttuante e dirompente. Elettronica internazionalista, europeismo di frontiera, meticciato culturale, poetica nomade. E ancora marginalità creativa, emissione di nuove intensità erranti, zona d’attrito del Moderno, rivoluzione dei segni e ridefinizione delle appartenenze, cultura asiatica del breakbeat, immediatismo digitale.

Tutto questo è Talvin Singh con i suoi compagni di tabla and bass, sia che essi siano artisti sulla via del successo come Nitin Sawhney, State of Bengal o Asian Dub Foundation, sia che indossino i panni di oscuri audiosediziosi dediti alle più cupe esplosioni elettroniche come ad esempio Niraj Chag o Usman o ancora Earthribe o Tj Rehmi o Badmarsh. Le traiettorie artistiche di Talvin Singh sono quanto mai anomale: da eccellente ballerino classico su musiche raga e banghra a studioso di tablas, in seguito notturno agitatore culturale sia a Londra, con le mitiche serate Anokha, sia a Calcutta dove si è spesso visto animare serate come mc o dj.

Il suo album “OK”, vincitore a sorpresa del Mercury Prize 1999, ha scatenato ondate di polemiche anche sui quotidiani albionici (sulla legittimità di promuovere a campione inglese un meticcio, un anglo-indiano a tutti gli effetti) mentre la sua ultima produzione dei Master Musicians of Jajouka del Marocco (definiti da William Burroughs “la più antica band del pianeta, 4.ooo anni!”) risulta ancora più spiazzante, proiettando Talvin Singh in un eccitante connubio di drums and tablas dal sapore antico e futuribile.

”Una magia- per usare le parole di Bachir Attar, il master musician che ha dovuto aspettare millenni per venire alla luce” e Talvin aggiunge “E’ stata una sfida lavorare con un’eredità musicale che non mi apparteneva. Ma la conoscenza è viaggio e il viaggio è vita. Abbiamo provato a ri-catturare in studio l’energia del rituale senza perderne lo spirito”. Talvin Singh, partito con l’innovativo progetto del “drum and bass dal volto asiatico” delle serate Anokha ora sposa la sua sete di nomadismo e tecnologia occidentale con una collaborazione coraggiosa, i tamburi ancestrali delle montagne marocchine.

Una collaborazione più sul versante delle macchine soffici di William Burroughs che su quello del facile esotismo da jet set in stile Club Med. E di nuovo viene coinvolto il suo studio di registrazione, la misteriosa stazione tecnologica orbitante in tre continenti diversi, l'enigmatico Calcutta Cyber Studio, vicinissimo a quel Calcutta Cyber Cafè di Brick Lane che ospitò il fuggiasco Singh dopo la fine di Anokha. Nel 2000, con il ritorno del suo secondo album HA e un secondo volume di Anokha, Talvin Singh si ripromette di conquistare definitivamente il pubblico occidentale con la sua preziosa miscela di breakbeat, dub, tabla, sitarfunk, drum and bass ed elettronica ambient.

Ed è proprio dalle molteplicità roots and future che bisogna partire per comprendere la musica di Talvin Singh. Le diverse letture che si possono dare della sua poetica riguardano concetti come identità (europeo o asiatico), musica (acustico o digitale), commercio (pop etnico o dance d’avanguardia), prospettive (arte o mercato), sociologia (erranza o globalizzazione standardizzante). Queste tensioni in Singh si combattono e si affrontano dialetticamente e rendono estremamente allentante il fascino di questo musicista, dotato di un’ambiguità artistica intrinseca e irrisolvibile.

Vale in ultima istanza, sempre e comunque, il lascito musicale. E qui dobbiamo sottolineare la feroce originalità, l’inquietante lirismo e la bellezza monumentale dei suoni assemblati da questo figlio di due totalità che lo scrittore inglese Kipling definì in questo modo: “Oriente e Occidente son destinati a non incontrarsi mai”. Effettivamente non ebbe mai la possibilità di incontrare persone come Nitin Sawhney o Talvin Singh.

Una vita in bilico tra mixer di studio e consolle di discoteche, tra Parigi e New York, in ogni caso una vita ai massimi livelli: è FRANCOIS KEVORKIAN, il Dj franco-americano di scena mercoledì 31 ottobre per la Festa di Halloween del Tenax.

Nato il 10 gennaio del 1954 in un sobborgo di Parigi, François Kevorkian muove i primi passi nella scena musicale francese, come batterista. Proprio per perfezionare la carriera di percussionista, nel 1975 si trasferisce a New York. Durante il soggiorno americano François Kevorkian suona in numerose formazioni di rhytm’n’blues, successivamente viene assoldato dalla discoteca Galaxy 21, per alcune drum-session al fianco di noti Dj. Affascinato da queste esperienza François Kevorkian decide di intraprendere l’attività di Dj: molti ancora ricordano le sue session alla consolle dell’Experiment 4, del Knickerbocker, del Flamingo, del New York New York.

Allo stesso tempo François inizia a mixare e produrre dischi, approdando di lì a poco alla Prelude Records, una piccola ma attivissima etichetta della Big Apple: tra le sue prime produzioni certamente da ricordare il remix di Push Push in the Bush (una dance-hit che venderà oltre un milione di copi) di Keep On (D Train), di Body Music (The Strikers) di Double Journey (Powerline) di Disco Circus (Martin Circus). Nonostante le richieste da parte di discoteche come Studio 54, Les Mouches, Better Days, Buttermilk Bottom, The Loft, Paradise Garage, nel 1983 François Kevorkian decide di abbandonare le consolle, dedicandosi in pieno all’attività di remixer.

A modo suo, ovviamente: dopo la lunga esperienza alla Prelude nell’83 François Kevorkian dà vita alla Axis Production, entrando in breve nel gotha del mixing d’Oltreoceano. Particolarmente attiva la sua collaborazione con l’universo della new-wave e del rock, in particolare con gruppi come Yazoo e Wide Boy Away, U2, Thomas Dolby, Cure, Eurythmic, Mick Jagger, Diana Ross, Erasure, Depeche Mode... Nel 1987 gli Axis Studio di François Kevorkian aprono i battenti a Maria Carey, Mary J. Blige, Madonna e molte altre star del panorama internazionale.

All’inizio dei ’90 il grande ritorno: François Kevorkian decide di rimettere i panni del Dj, prima per alcune guest-session, quindi in pianta stabile, dietro la consolle di club newyorkesi del calibro di Sound factory, House Nation, Roxy... Ed ancora, in Europa François Kevorkian approda al Ministry of Sound di Londra, poi al Cocoricò, quindi in Giappone, e poi di nuovo al Body & Soul di New York, dove il suo “Sunday Afternoon” diventa, nel giro di due anni un happening di culto. Nella sua scaletta il meglio del del jazzy house, della disco classica e del drum’n’bass.

Attraverso la sua nuova etichetta Wave Music, François Kevorkian produce i più interessanti talenti del jazzy internazionale.

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