FIRENZE- Assicurare alle nuove generazioni una corretta educazione alimentare, valorizzando allo stesso tempo le produzioni tipiche regionali, nella consapevolezza che la qualità è una garanzia importante anche per la salute. E’ su questo tema che questa mattina si è concentrato l’intervento dell’assessore all’agricoltura, Tito Barbini, intervenuto ai lavori del convegno “La tradizione alimentare in Toscana tra salvaguardia ambientale e tutela della salute”, in programma oggi a Massa, a Palazzo Ducale.
“Mantenere viva l’attenzione su ciò che si mangia e su come si mangia costituisce un aspetto centrale per la qualità della vita di tutti”, ha spiegato l’assessore, sottolineando come proprio la qualità sia proprio ciò che distingue le produzioni agro-alimentari della Toscana: “La nostra regione ha saputo accreditare un’immagine di genuinità e salubrità delle sue produzioni non in virtù di chissà quale campagna di promozione, ma con la forza della sua qualità, riconosciuta e apprezzata, in un mix di tradizione e innovazione”.
Ma la qualità, ha spiegato l’assessore, si lega in maniera fortissima all’educazione alimentare: “Non riesco ad immaginarmi una alimentazione sana senza pensare alla capacità di promuovere un consumo consapevole, di saper scegliere, di conoscere di più e meglio i prodotti tipici, quelli che appartengono alla nostra cultura”.
Ed è questo il significato del progetto che la Regione Toscana ha sviluppato sull’intero territorio regionale assieme alle Province, alle Aziende sanitarie, alle organizzazioni professionali e alle associazioni, ma soprattutto assieme al mondo della scuola, raccogliendo finora la partecipazione di ben 19 mila studenti e 800 insegnanti.
E’ un progetto, ha ricordato Barbini, che si è deciso di proseguire con un’altra serie di corsi di formazione, che coinvolgeranno 400 insegnanti. Tutto questo con la volontà di mettere assieme e far interagire il mondo agricolo e il mondo del diritto alla salute. “E questa volta - ha ricordato ancora l’assessore – non per una delle diverse emergenze sanitarie che hanno investito l’Europa in questi anni, ma in positivo, per diffondere una cultura della qualità e della salute, in una sola parola, una cultura del benessere”.
(pc)