Se mia figlia fosse eterosessuale...

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 ottobre 2001 17:54
Se mia figlia fosse eterosessuale...

Ieri sera è partita la nuova stagione del teatro di Rifredi con uno spettacolo brillante e intelligente, "Indovina da chi andiamo a cena?", presentato con successo la scorsa stagione al Teatro Manzoni di Pistoia. Scritta da Donatella Diamanti e diretta da Andrea Taddei, la messinscena ricorda nel titolo un celebre film con Katherine Hepburn e Sidney Poitier, manifesto antirazzista nell'America sessantottina. La differenza è che qui, a differenza del film di Stanley Kramer, non si parla di discriminazioni riguardo al colore della pelle ma di omosessualità, o meglio, di eterosessualità, immaginata in un futuro non troppo lontano come una deviazione e una malattia.

Il regista pisano svela a poco a poco l'intreccio narrativo, collocando i sei protagonisti, davvero bravi, in uno spazio vuoto ma dinamico, fatto di continui cambi di scena. I duetti fra le coppie composte da Niki Giustini e Graziano Salvadori da una parte e da Katia Beni e Sonia Grassi dall'altra sono irresistibili, senza caricature facili e scontate: il risultato è un bel racconto corale, rigoroso nella sua critica sociale e morale, tra luoghi comuni duri a morire e e bisogno di amore. E così fra papini e paponi, uteri in affitto e battutacce sui "sedani", etero-pride e locali ghetto i conflitti per il riconoscimento della dignità umana e del diritto a essere diverso accompagneranno l'umanità ancora per molto e del resto, fra il rifiuto rozzo ma molto umano e la tolleranza ipocrita e politicamente corretta non c'è molta differenza.

(RO)

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