L’edizione 2001 del Festival di Pelago

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 luglio 2001 00:54
L’edizione 2001 del Festival di Pelago

Ancora una volta al centro di tutta la manifestazione i buskers concorrenti al Premio Comune di Pelago ed è a loro che il Festival dedicherà la massima attenzione. A loro saranno riservati tutti gli spazi che si è riusciti a ricavare nel centro storico di Pelago e ogni angolo del paese sarà dotato di piccoli impianti audio e luci a disposizione dei concorrenti i quali, inoltre, potranno contare sulla massima collaborazione dei tecnici e dell’organizzazione. I concorrenti avranno modo di effettuare i loro concerti con la massima tranquillità e potranno ripeterli più e più volte per il pubblico e per la giuria del concorso che, in incognito come sempre, si sposterà da una postazione all’altra per ascoltare tutte le loro esibizioni.

Per questa XIII^ edizione del Concorso, che assegnerà tre premi di Lit. 1.500.000 più un premio speciale del Circolo Arci di Pelago, sono stati per ora selezionati circa 150 artisti, ma, come al solito, con l’avvicinarsi della manifestazione si moltiplicano le domande d’iscrizione e prevediamo la partecipazione di un numero di gruppi se non superiore, almeno uguale a quello delle passate edizioni. Come al solito, oltre ai buskers in concorso, il Festival offre ogni sera concerti di artisti professionisti appositamente ingaggiati.

Anche nel programmare questa parte della manifestazione abbiamo cercato di restare fedeli ai caratteri tipici dell’arte della strada che non conosce confini politici e culturali. L’arte dei buskers, infatti, continuatori ed eredi della “rivoluzione culturale” che si è manifestata negli USA negli anni ‘60 con la beat generation di Jack Kerouak e dei poeti maledetti, è ancora pervasa da quella stessa smania di libertà e nomadismo, non solo “fisico” (lo spostarsi, appunto, on the road), ma anche culturale, perché, nella cultura dei buskers, le frontiere tra i generi e gli stili sono labili e indefinite: sulla strada si passa con estrema disinvoltura dal rock alla musica popolare, dal teatro alla giocoleria, dal jazz alla musica classica, dalla cultura occidentale a quella africana o orientale.

Fedeli a queste radici ancora ben vive nella mentalità degli artisti e del pubblico di Pelago, tutto il programma del Festival si propone di spaziare tra continenti e stili musicali diversi. Sono, infatti, in programma concerti che vanno dalla musica etnicamente nomade del Taraf d’Aiduks, i Lautari zigani di Romania, ormai noti in tutta Europa per gli innumerevoli concerti effettuati e per la partecipazione a famosi film e trasmissioni televisive, alle straordinarie poliritmie dell’impressionante orchestra dei Tamburi del Burundi, ambasciatori di un paese che cerca di uscire da lunghe e terribili vicende di guerra e carestie.

Si tratta di aree geografiche e culturali veramente molto distanti che troveranno a Pelago, come i buskers, un luogo d’incontro e di dialogo aperto e disponibile. Sempre in quest’ottica, s’inserisce e si giustifica la produzione originale del Festival che quest’anno consiste in uno spettacolo di musica, danza e clownerie, libero adattamento dal celebre balletto “PARADE” del 1917, ideato da Jean Cocteau, musicato da Erik Satie, con le scene e i costumi di Pablo Picasso. I costumi sono stati ricostruiti sui suoi disegni originali e le scene saranno diapositive proiettate sui palazzi circostanti il palco.

Questo spettacolo costituisce anche la prima “uscita pubblica” della neonata Portofranco Multicolor Orchestra, un’orchestra multietnica voluta dal Progetto Portofranco, realizzata dal Centro di Musica della Strada di Pelago e composta da 26 musicisti di diversa origine (europea, araba, armena, zigana e africana) che hanno in repertorio brani musicali appartenenti a molte e diverse culture del mondo. Un’orchestra che si propone di rappresentare, in Italia e nel mondo, la vocazione di accoglienza, tolleranza e multiculturalità della nostra Toscana.

L’ultimo giorno del Festival sarà inizialmente dedicato ai vincitori del Premio Comune di Pelago, che riceveranno premi e ovazioni sul palco centrale alle 18.00 e che, di seguito, offriranno al pubblico ampi saggi del loro valore musicale in un lungo concerto. La serata si concluderà con il concerto di Gian Maria Testa poeta-musicista-interprete, già noto e apprezzato oltralpe, che sta ora raccogliendo lusinghieri consensi anche dal pubblico italiano. Artista ospite di quest’ultimo concerto sarà Angelo “Leadbelly”Rossi, un bluesman non nuovo alle scene di Pelago.

A questo già folto programma si aggiunge il Blues Corner, per l’occasione animato dal gruppo Mr. Blues, che accoglierà concerti no-stop di blues, rock acustico e nuove tendenze musicali. Una particolare menzione meritano gli eventi speciali del Festival che quest’anno consistono in una performance di musica e pittura in divenire, dal titolo “Perceptions of infinity”, effettuata dal chitarrista Anthony Sidney e dal pittore Angelo Falmi, che realizzeranno insieme un “work in progress” della durata di tre giorni e da un’importante iniziativa della Fondazione Lanfranco Baldi che, in una mostra dal titolo Albània, accoglierà per tutta la durata del Festival opere e installazioni di due artisti contemporanei albanesi.

Collegamenti
In evidenza