Arte: Gilberto Zorio e Andrea Marini

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 luglio 2001 12:28
Arte: Gilberto Zorio e Andrea Marini

La rassegna è organizzata dal 6 luglio al 2 settembre, al Chiostro e Limonaia di Villa Vogel. Orario: Lunedì-venerdì(ore 9-13) Martedì e Giovedì (ore 21-24). Inaugurazione: 6 luglio ore 18.00.
Gilberto Zorio
Nato ad Andorno Micca (Biella) nel 1944, Gilberto Zorio è un esponente dell’Arte Povera, il movimento artistico nato in Italia nel 1967 che ha una posizione centrale sia nella nostra storia dell’arte che a livello internazionale.
La tematica del flusso dell’energia, tipica dell’Arte Povera, è determinante nelle opere di Gilberto Zorio che rivendica per l’opera d’arte una perpetua mobilità.

Egli crea una sorta di “trasmutatori” d’energia che prendono la forma di alambicchi, tubature, cavi, resistenze elettriche, laser, in uno sforzo teso a cogliere il flusso energetico sia nei mezzi tecnologici più avanzati che nell’arcaica simbolicità del giavellotto e della stella, quest’ultima realizzata in diversi materiali, dalla terracotta al rame, al cuoio, al raggio laser, oppure delineata alla parete tramite fiamma ossidrica.
Gilberto Zorio si rifà alle esperienze primitive e medioevali come pure utilizza le conoscenze tecniche frutto della modernità, salda l’alchimia alla chimica e le macchine primordiali al laser, le mescola e le confonde, ottenendo una sintesi possibile solo per un artista, che riafferma in questo modo una continuità di pensiero tra il passato e il presente.
Ma la tematica dell’energia si rispecchia anche nell’iconografia del viaggio, rappresentato dalla canoa – altro archetipo onnipresente nel lavoro di Zorio – dal giavellotto e dalla luce con i loro punti di riferimento nelle stelle.

Non meno importante è l’interesse dell’artista per le modificazioni chimiche che intervengono a contatto fra metalli e acidi collocati all’interno di contenitori, che consentono all’opera di identificarsi con un processo autonomo di trasmutazione.
Nella grande mostra personale che gli ha dedicato il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci nel 1992, l’artista è intervenuto “tagliando” gli spazi e occupando con le sue opere le aperture fra le varie sale attraverso un progetto originale, impostato sulla mappa del Museo.

Un occupazione simbolica, tesa ad unificare gli spazi eliminandone le fratture anche attraverso lavori sospesi nell’aria che sorvolavano le aperture fra sala e sala.
Andrea Marini
Nato a Firenze il 19 aprile 1948. Vive e lavora a Firenze.
Strutture minimali tra materialità e immaginario biologico.
Andrea Marini sviluppa da alcuni anni un costruttivismo mentale che dilata la sensibilità per le forme della natura. Oggetti che negano ogni possibilità di essere utilizzati ed evocano sia un immaginario architettonico dagli apparenti, precari equilibri, che mettono a diretto contrasto solidità e fragilità, sia forme zoomorfe unicellulari, appartenenti a quel mondo biologico che per sua stessa semplicità strutturale si rende immortale.
Il risultato è una fusione di memoria e invenzione, organicità delle forme e artificialità dei materiali.

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