Phoenix in concerto mercoledì 18 aprile al Tenax

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 aprile 2001 23:15
Phoenix in concerto mercoledì 18 aprile al Tenax

Hanno al loro attivo anche un brano disco, intitolato Heatwave, che è stato inserito nella compilation Source Rocks del 1999. Ma il loro album di debutto, United, non assomiglia a niente del genere, né a qualsiasi altro «gruppo francese» già sentito. Va chiarito che al quartetto di Parigi piace la “club music”, ma anche Serge Gainsbourg e gli AC/DC, il country & western e il blues. Amano Michael Jackson ed Ennio Morricone, il sax del free jazz e Gil Scott-Heron. E più d’ogni altra cosa amano le belle canzoni.

Canzoni come Too Young, interpretazione in chiave funky della classica “road music” americana, con l’intervento di un “synth” ispirato alla mitica Jump dei Van Halen. Come la fascinosa Honeymoon, ballata crepuscolare mossa da una leggera pulsazione R&B, o come On Fire, che abbina ritmiche africane al suono del clavinet (discendente funky del clavicembalo) e che riecheggia il brano di Iggy Pop e James Williamson Kill City (se fosse stato registrato da Barry White nel 1974). «Siamo tutti figli degli anni Ottanta,» spiega Laurent «Branco» Brancowitz.

«Abbiamo voluto riprendere i suoni incandescenti dei vecchi dischi americani e aggiugervi il gusto contemporaneo delle produzioni hip hop e house.» La storia dei Phoenix ha inizio nel 1991. Thomas Mars (voce), Deck D’Arcy (basso) e Christian Mazzalai (chitarre) suonavano in una garage band e, molto appropriatamente, provavano nel garage di Thomas, alla periferia di Parigi. In quel periodo il fratello maggiore di Christian Branco faceva parte dei Darlin’, gruppo indipendente di breve durata.

Quando quell’esperienza ha termine, nel 1995, Branco entra nei Phoenix affiancando il fratello alla chitarra. Seguono numerosi concerti nel circuito dei bar, con un repertorio fatto solo di cover di Hank Williams e Prince; il pubblico è abbastanza ubriaco da apprezzare una proposta così eterogenea. Nel 1997 si battezzano Phoenix e stampano 500 singoli per la loro etichetta Ghettoblaster. Con un lato A di stile punk rock (Party Time, poi riadattato per United) e uno scoppiettante lato B di genere “Kraut rock”, il singolo dà un’idea dell’eclettismo che caratterizzerà il gruppo.

L’etichetta parigina Source si mette subito sulle loro tracce. Il passo successivo è una partecipazione alla compilation Source Rocks con Heatwave. Il brano ha un tiro notevole, ma non del genere che ci si aspettava. «Alla Source ci avevano detto di comporre una canzone folk, ma noi non abbiamo potuto fare a meno di produrre un pezzo di segno completamente opposto,» dice Christian. «Sapevamo che l’album non sarebbe stato di quel genere.» Registrato nell’arco di due mesi, United è un disco realizzato in famiglia.

Si prenda ad esempio Funky Squaredance, epico tema in tre parti che inizia con una malinconica melodia country per poi esplodere in una stralunata breakdance e concludersi con pirotecniche evoluzioni chitarristiche: in questo caso un amico di San Francisco suona le parti di chitarra in stile heavy metal e il padre, veterano del gruppo che accompagnava Serge Gainsbourg nei Settanta, suona la pedal steel. Nel brano compare anche la mamma di Deck, insieme al resto del coro in cui canta abitualmente.

Restando in tema di famiglia, tutti i membri del gruppo vivono insieme nello stesso appartamento a Parigi. In comune hanno anche la collezione di dischi. «Facciamo una vita da studentelli,» dice Deck. «Nella nostra musica c’è ironia,» ammette Thomas. «Conosciamo le radici della musica popolare e non ci fa paura ascoltare anche cose che non si possono definire “cool”. Può sembrare un paradosso, ma anche nella musica brutta si può trovare qualcosa di buono. Il nostro obiettivo è trasformare tutto questo in buona musica.»

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