Bilancio 2001: relazione dell'assessore al Bilancio e Programmazione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 marzo 2001 15:31
Bilancio 2001: relazione dell'assessore al Bilancio e Programmazione

"Il Bilancio di previsione 2001 e, in particolare, il bilancio di mandato 2001 – 2004 puntano a riconfermare la volontà di dare completa attuazione al programma di governo presentato dal Sindaco Domenici e dalla coalizione di centro-sinistra -ha affermato l'assessore al Bilancio e Programmazione durante il consiglio comunale apertosi stamani- In particolare, il piano delle opere si propone di continuare a sviluppare una forte politica di investimenti: oltre 2 mila miliardi nel quadriennio, ai quali si aggiungono quelli derivanti dagli accordi con il Governo, con FS/TAV e con Autostrade s.p.a., che contribuiranno a dare risposte importanti in tema di infrastrutture e di mobilità.
Ciò non toglie che la formazione del bilancio di previsione 2001 ha presentato elementi di problematicità e complessità che testimoniano l’evoluzione storica e il cambiamento, oserei dire, “epocale” cui vanno incontro i rapporti tra Enti Locali e Governo centrale.

In questi anni, si è assistito ad una progressiva trasformazione della struttura dei bilanci comunali: all’inizio del decennio appena trascorso, infatti, i trasferimenti statali coprivano il 70% della spesa dell’Ente, mentre allo stato attuale coprono appena il 29% del fabbisogno complessivo. Si tratta, come dicevo, di un cambiamento strutturale dei bilanci comunali, che dà il segno di un mutamento più complessivo, che ha scontato il rispetto di alcuni parametri finanziari legati alla costruzione di una autentica comunità sovranazionale quale quella europea e il contemporaneo evolversi di quel generale processo di trasformazione istituzionale e amministrativo che va sotto il nome di “federalismo”.

Al proposito, occorre sottolineare il ritardo con il quale sembra darsi sostanza a questo processo. La realtà è che dobbiamo attrezzarci, finalmente, a pensare in modo diverso la fiscalità locale, superando la logica basata sui trasferimenti e sulle addizionali, andando appunto alla costruzione di un autentico federalismo che passi anche attraverso la compartecipazione dei Comuni all’IRPEF prodotta sul territorio. Su questo argomento occorre riproporre, comunque, il tema di una reale autonomia e fantasia impositiva da parte dei Comuni, in modo da riconoscere la specificità di situazioni e, per così dire, di fisionomie del tessuto sociale ed economico che caratterizza ogni regione, ogni area geografica, in fin dei conti ogni città.

Ad oggi, si continua a riproporre una fiscalità che non trova apprezzabili margini di differenziazione, che non riconosce le diverse vocazioni sociali od economiche delle città, che omogenizza la fiscalità locale sotto tutte le latitudini e non dà, se si escludono pochissimi elementi, reali spazi di autonomia, tali comunque da garantire lo standard dei servizi che i Comuni erogano. In questi anni abbiamo assistito ad un progressivo trasferimento di servizi aggiuntivi a carico dei Comuni senza che questo corrispondesse ad un adeguato incremento, o anche solo mantenimento, delle risorse trasferite dagli organi di livello superiore.

E’ chiaro che, in virtù di queste considerazioni, occorra predisporre bilanci che possano contare su entrate strutturali, stante anche la fisiologica ed inevitabile riduzione di risorse in entrata collegate al progressivo completamento del recupero evasione tributi (ICI e TARSU), iniziato nel 1997. In particolare la flessione di questa voce costituisce una delle aree di criticità del bilancio 2001: l’Amministrazione Comunale, infatti, ha potuto usufruire per anni di risorse consistenti (circa 90 miliardi negli ultimi 4 anni) derivanti da questo capitolo che manteneva comunque carattere di entrata straordinaria.

A questo elemento occorre aggiungere i minori trasferimenti di risorse assegnate al Comune di Firenze anche dalla Legge Finanziaria per il 2001. Si tratta infatti della conferma di un trend che si è sostanziato, per il 2001, nella riduzione del fondo sviluppo investimenti che assisteva i Comuni nel pagamento dei mutui contratti e, soprattutto, nel mancato recupero dell’ IVA applicata ai contratti di servizio stipulati a fronte di servizi pubblici locali non commerciali e affidati a Enti esterni.

A questi elementi occorre affiancare gli incrementi di alcuni capitoli di spesa previsti per l’anno in corso e che riguardano in particolare: - maggiori oneri finanziari derivanti dai nuovi mutui contratti a fronte di ulteriori investimenti (circa 15 miliardi ai quali si aggiunge lo stanziamento di circa 3 miliardi - obbligatorio per legge – da destinarsi al fondo di riserva); - spese di gestione relative ad opere completate, che ampliano il livello quantitativo e qualitativo dei servizi offerti, in particolare nel settore sociale ed educativo; - la presa in gestione delle discariche esaurite, fino ad oggi affidate al Quadrifoglio s.p.a.

che comporteranno un impegno di spesa per circa 5 miliardi; - maggiori spese derivate dal rinnovo del contratto per personale dipendente.
Nonostante gli elementi problematici appena ricordati, il Bilancio di previsione 2001 si innesta comunque nell’ambito di una complessiva situazione finanziaria positiva, dato riconfermato dalla valutazione sul grado di affidabilità del Comune di Firenze assegnato dalle agenzie di rating Standard & Poor’s (AA) e Moody’s (Aa2). A conferma del giudizio positivo delle due agenzie appena ricordate, vi è anche il pieno raggiungimento degli obiettivi richiesti dal patto di stabilità per l’anno 2000, cioè la riduzione dello 0,3% del finanziamento della spesa in disavanzo, che ha comportato il riconoscimento di “Comune virtuoso”, ottenendo l’immediata riduzione di un punto percentuale sui mutui contratti con la Cassa Depositi e Prestiti, che, tradotto in termini di cifre, corrisponde ad un risparmio annuo di 2,8 miliardi.

Fatte queste considerazioni, siamo comunque di fronte ad un bilancio di sviluppo, che corrisponde alle esigenze di ammodernamento ed alle necessità di interventi strutturali per elevare lo standard di vivibilità della città. Prova ne sia l’entità delle risorse messe a disposizione per finanziare nuovi investimenti: esse ammontano a 2.039 miliardi nel corso del restante periodo di mandato amministrativo, di cui 450 da acquisire con indebitamento. In questo caso, il trend crescente del debito, e la sua ricaduta a carico del bilancio corrente di futuri esercizi, si mantiene al di sotto dei limiti di legge ed è comunque da leggersi positivamente in quanto testimonia la capacità dell’Ente di progettare e realizzare le opere previste intervenendo in modo significativo sulle questioni concernenti la mobilità così come su quelle più generali di vera e propria qualificazione urbana.

Le risorse da reperire graveranno comunque sull’indebitamento a carico del Comune per Il 23% degli interventi previsti nel triennio. Il restante 77% della spesa prevista nel triennio, sarà finanziata con risorse che non comporteranno oneri per l’Amministrazione Comunale e che deriveranno da alienazioni, contributi dei privati (project financing), mutui a carico dello Stato e di altri Enti. Il piano degli investimenti comporterà, nel triennio, investimenti per oltre 79 miliardi nel settore della Pubblica Istruzione, con interventi di adeguamento, di ampliamento, di messa in sicurezza nonché di costruzione di nuove scuole materne (Via Kassel, Via Pisana, Via Caboto).

Per quanto riguarda il settore della Cultura e dei Beni Culturali, l’ammontare degli investimenti triennali sarà di 126 miliardi, con interventi che riguarderanno importanti lavori di restauro, valorizzazione e conservazione di opere quali la Loggia del Mercato Nuovo, il Goldoni, le Mura del Torrino di Santa Rosa, la Basilica di Santa Maria Novella, il Complesso di Santa Maria al Monte, la Chiesa di Santo Spirito e lo stesso Palazzo Vecchio. Il piano triennale investimenti si completa inoltre con 356 miliardi previsti nel campo della gestione del territorio e dell’ambiente.

Qui sono previsti oltre 4 miliardi per l'attuazione di un vero e proprio sistema ciclabile, circa 10 miliardi per il risanamento e l'urbanizzazione dell'Argingrosso, molte risorse destinate alle alberature, al loro ripristino e alla riqualificazione di intere aree verdi (oltre 10 miliardi solo per le Cascine), circa un miliardo destinato nel 2001 per l'acquisto di veicoli elettrici e la realizzazione di punti di ricarica, per finire agli oltre 12 miliardi da destinare alla riqualificazione del sistema ambientale di piazzale Michelangelo e dei viali contermini.

Al settore sociale e assistenziale sono destinati quasi 50 miliardi, mentre le risorse previste per funzioni nel campo della viabilità e dei trasporti assumono dimensioni, vorrei dire, quasi imponenti, arrivando alla cifra complessiva di oltre 866 miliardi. Con queste risorse, l’Amministrazione interverrà in modo estremamente importante sui problemi connessi alla mobilità, prevedendo interventi strutturali quali la realizzazione del sistema di tramvie, di un importante complesso di parcheggi (oltre 90 miliardi nel triennio), di una nuova viabilità, finanziata in gran parte con il project financing e con l’intervento di terzi.

Un bilancio, dunque, con caratteristiche evidenti di complessità, ma che - nel contempo - riconferma le scelte di sviluppo e di interventi strutturali in settori vitali della città E’ soprattutto in questa ottica che vanno letti i criteri che hanno ispirato la formazione del bilancio per il 2001, anche per la parte corrente. In particolare, l’Amministrazione ha assunto nuovi oneri finanziari derivanti da mutui contratti a fronte di nuovi investimenti, riconfermando comunque il livello dei servizi erogati ed ampliandone anzi alcuni, in particolare quelli sociali e scolastici, non solo sotto l’aspetto della quantità offerta, ma anche sotto quello della qualità del servizio reso.

Ciò è tanto più significativo per un bilancio (quello ordinario) che sconta un elevato livello di rigidità, una caratteristiche, questa, comune a molti Enti Locali ed anche a molte grandi aziende del settore privato. Su una spesa complessiva di 985 miliardi di lire, infatti, circa il 75% è costituito da spese c.d. incomprimibili, quali, ad esempio, costo del personale, utenze, oneri finanziari, contratti di servizio, aggi riconosciuti al concessionario, spese postali. Occorre aggiungere che l’incidenza del costo del personale è comunque diminuita, nel corso dell’ultimo triennio, dal 41% al 38% sul totale della spesa, mentre anche sulle utenze si è avviata un’opera di ricontrattazione che ha portato a significative economie.


La manovra per portare in equilibrio il livello delle spese con quello delle entrate ha comportato comunque scelte complesse. In primo luogo, si è cercato di individuare aree di razionalizzazione della spesa e di risparmio, mentre solo in seguito si è pensato a definire livelli e modalità di prelievo tributario ed extra-tributario. E’ naturale che l’opera di razionalizzazione dovrà proseguire anche nel futuro, con un attento monitoraggio della spesa in tutti i settori, parallelamente ad una attenta verifica sulla qualità dei servizi erogati.

In realtà, anche nell’ambito del bilancio 2001, sono state liberate risorse grazie a minori dotazioni assegnate ad alcuni servizi o attività, anche in considerazione di una complessiva riorganizzazione della macchina comunale, ancora in corso, e dei massicci investimenti in tema di formazione e incentivazione. Nell’ambito della manovra, l’Amministrazione ha deciso di finanziare parte della spesa ordinaria con i proventi derivanti da oneri di urbanizzazione (Legge 10/77). Inoltre è in corso di definizione un piano di rimodulazione del debito assunto con gli Istituti di Credito che potrà riguardare sia la definizione di nuove scadenze , sia il livello dei tassi originariamente contrattati.

L’obiettivo di questa operazione è quello di liberare ulteriori risorse da mettere a disposizione del bilancio di previsione 2001 e di quelli successivi.
In conclusione, la manovra fiscale. L’Amministrazione ha introdotto per la prima volta l’addizionale IRPEF nella misura dello 0,1%: ciò risponde a criteri di equilibrio complessivo della manovra e all’esigenza, come ricordavo in precedenza, di introdurre entrate strutturali, che abbiano caratteristiche di continuità per l’Ente.

Si tratta di un prelievo che graverà mediamente su ogni cittadino per Lire 24/30.000 l’anno e che porterà nelle casse comunali risorse per oltre 10 miliardi. La manovra ha riguardato anche la revisione della tariffa sui rifiuti solidi urbani, anche in considerazione della necessità di coprire con essa, entro breve scadenza, l’intero costo del servizio: l’incremento è stato comunque graduato e differenziato fra unità abitative e non. L’Amministrazione ha, infine, previsto entrate per circa 5 miliardi derivanti dalla applicazione del nuovo regolamento sull’utilizzo del sottosuolo.

Tale previsione discende dalla considerazione che l’utilizzo del sottosuolo per la posa di infrastrutture di supporto alle comunicazioni possa costituire nel futuro, per molte aziende, una importante occasione di investimenti, con significativi ritorni in termini di utili di impresa.
Altre entrate deriveranno dalla revisione delle tariffe applicate ai bus turistici, da un leggero incremento riguardante i passi carrai e, infine dalla regolamentazione degli spazi antistanti gli alberghi per la sosta (da quest’ultima voce si prevede un’ entrata di circa 2 miliardi).

In ultimo la rimodulazione delle tariffe relative al canone di occupazione del suolo pubblico (COSAP) che comporterà un maggior gettito per circa 7 miliardi di lire. A questo proposito, l’Amministrazione ha ritenuto che alcune porzioni del territorio cittadino, utilizzate da attività commerciali, fossero da considerare particolarmente appetibili per la posizione e i flussi turistici che le caratterizzano. Abbiamo avuto un serrato confronto con le categorie interessate, raccogliendone anche alcune osservazioni, cercando di salvaguardare le zone periferiche, alleggerendo la manovra e arrivando infine ad una soluzione che riteniamo equilibrata.

E’ ovvio che l’adeguamento del COSAP non potrà prescindere da una più generale riflessione sull’organizzazione dei mercati, sulla lotta all’abusivismo, sulla riparametrazione delle zone e, più in generale, sull’incremento dei servizi a favore delle attività interessate. D’altro canto, il piano di investimenti triennale già prevede importanti investimenti di risanamento e ristrutturazione del Mercato di S.Ambrogio (1 miliardo e 450 milioni) del Mercato di San Lorenzo (circa 9 miliardi) ed infine della Loggia del Porcellino (circa 1 miliardo); oltre a queste previsioni, il bilancio di parte corrente prevede 370 milioni da destinarsi ai controlli sui mercati.

E’ volontà dell’Amministrazione, comunque, proseguire il confronto con le Associazioni di categoria e le OO.SS., al fine di concertare gli interventi e individuare aree di razionalizzazione, sia delle spese sia degli investimenti.
In conclusione, il bilancio di previsione 2001 e il piano triennale degli investimenti, unitamente al bilancio di mandato, testimoniano alcune evidenti aree di criticità, derivanti da circostanze storiche, da un processo di decentramento non ancora effettivamente completato, da contingenze limitate all’anno in corso, ma danno anche il segno di un bilancio orientato allo sviluppo e al cambiamento, come dimostra il crescente importo delle opere finanziate negli ultimi anni.

Attraverso questo bilancio, l’Amministrazione intende garantire uno sviluppo equilibrato, attraverso interventi diretti da una parte e, dall’altra, finanziando interventi significativi in tutti e cinque i quartieri, con un budget assegnato in base alle loro competenze intorno ai 16 miliardi l’anno, per la sola parte investimenti. Si tratta insomma di un bilancio ambizioso, certo, ma che prevede opere la cui realizzazione sarà in grado di cambiare il volto della città e di migliorare notevolmente la sua vivibilità".

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