Studiosi ed esperti a confronto per due giorni per ricostruire l’aspetto delle città medievali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 febbraio 2001 23:37
Studiosi ed esperti a confronto per due giorni per ricostruire l’aspetto delle città medievali

Gli studi realizzati fino ad oggi sul problema delle facciate dipinte nel Medioevo a sono rarissimi in tutta Europa. La causa è il crescente disprezzo del colore architettonico, in un primo tempo in epoca rinascimentale, poi dall’800 e per tutto il ‘900, per privilegiare invece i materiali di costruzione lasciati a vista a discapito degli intonaci e delle loro coloriture.
Partendo dall’esperienza della facciata del palazzo Pubblico di Siena, al centro di un importante restauro, studiosi italiani e stranieri cercheranno di colmare le molte lacune in questo settore confrontandosi nelle due giornate (venerdì 2 e sabato 3 marzo) a Siena, nella sala degli specchi dell’Accademia dei Rozzi, dove il problema verrà analizzato sotto ogni aspetto: materiali, tecniche di costruzione e decorazione, evoluzione delle tipologie e modelli architettonici in relazione al colore, fortuna dell’iconografia e del colore delle facciate a Siena e in Europa nel medioevo, committenti, costruttori, i decoratori.
Gli obiettivi sono favorire lo studio degli antichi interventi in vista di ogni tipo di conservazione e di restauro, mantenere e reintrodurre attività artigianali specifiche per le facciate (scalpellini, muratori, pittori, stuccatori), sensibilizzare ai fenomeni sismici e alle loro conseguenze a Siena, indurre alla creazione di laboratori specializzati nel campo della costruzione (microbiologia, dendrocronologia, palinologia) e sviluppare quelli già esistenti, allacciare contatti a livello europeo per la ricerca sul colore delle facciate nel Medioevo.

Siena e le altre
Siena venne costruita principalmente dalla seconda metà del 1100 fino alla metà del ‘300, epoca di sviluppo eccezionale in Europa sui piani economico, tecnologico, demografico, sociale e artistico.

Per rispondere alle pressanti richieste nel campo della costruzione, furono scelti i materiali e le tecniche architettoniche che permettessero la razionalizzazione dei cantieri. E’ il periodo chiamato in Francia "il tempo delle cattedrali" e corrisponde anche allo sviluppo delle città europee costruite in laterizi, materiali facili da utilizzare e che assicurano tempi brevi e costi bassi dei cantieri. Si svilupparono così numerosissime città "nuove" come, oltre Siena, Bologna e Venezia per l’Italia, Tolosa detta oggi "la rosa" per la Francia, Lubecca e Amburgo per la Germania, Gent e Brugge per le Fiandre.

La razionalizzazione delle tecniche e dei sistemi di costruzione portò all’utilizzo su grande scala del colore.

Il Centro Europeo di Ricerca sulla conservazione e sul Restauro di Siena
Costituito a Siena nel giugno 1999, il primo "Centro Europeo di Ricerca sulla Conservazione e sul Restauro Cerr", è un organismo dedicato alla ricerca avanzata nel settore della conservazione e del restauro dei beni culturali. La sede provvisoria è all’interno dell’antico "Spedale Santa Maria della Scala" in attesa che si rendano disponibili gli spazi del polo tecnico-culturale nello stesso complesso storico-architettonico.
Il Centro deve operare in riferimento alle problematiche del patrimonio artistico - locale, nazionale e internazionale - in modo interdisciplinare, attraverso una struttura specializzata nello studio, nella ricerca, nella divulgazione e nella formazione.

In un contesto allargato all'Europa, si propone di fornire ai professionisti che lavorano nell'ambito dei beni culturali, le conoscenze, gli strumenti, l'assistenza scientifica e tecnico-storica, ossia tutti quegli elementi necessari al corretto svolgimento della loro attività nel rispetto dell'opera. Una tale struttura dovrà collaborare strettamente col mondo della ricerca, dell'impresa e dell'istruzione universitaria.
Gli interessi del Cerr, in considerazione del patrimonio bibliografico e fotografico di cui già dispone e che verrà regolarmente aggiornato, sono diretti in particolar modo verso le arti del colore (dalla miniatura agli arazzi, dai dipinti alla policromia architettonica, dagli arredi alla scultura policromata), la storia della conservazione e del restauro (con un impegno particolare nei confronti della memoria dei restauratori) e lo studio della diffusione dell'arte senese in Europa.
La scelta della città di Siena di creare un Centro Europeo di Ricerca sulla Conservazione e sul Restauro è sicuramente una scelta naturale ma altresì obbligata, dato il primato dell'arte senese e data pure la particolarità culturale del luogo nei secoli XIX e XX.
E' infatti fondamentale sottolineare il ruolo avuto dalla cultura figurativa senese che, negli ultimi due secoli del Medioevo, ha influenzato gran parte dell'arte europea attraverso l'iconografia, lo stile e la storia.

Va dunque osservata la fondamentale necessità di studiare a livello europeo i materiali, le tecniche di realizzazione, le condizioni ambientali, la diffusione dell'arte senese e, di conseguenza, le metodologie più efficaci per la sua conservazione e il suo restauro.
La struttura del Cerr è concepita come strumento di conoscenza, nonché di formazione e di ricerca comparata, in grado di rispondere alle esigenze della materia con maggiore cognizione e consapevolezza, in modo da promuovere anche una sua ricaduta nel mercato.
Tra i suoi scopi il Cerr ha quello di divenire una piattaforma di scambi professionali tra le differenti discipline rappresentate nel campo del restauro e, in questo senso, favorirà gli incontri tra professionisti già affermati e studenti, mediante l'organizzazione di seminari e di corsi di perfezionamento, in complementarità con gli organismi nazionali ed internazionali specializzati.
Il Centro, le cui attività sono sorrette, orientate e seguite da un Comitato Scientifico internazionale, disporrà al proprio interno di una struttura di ricerca composta da un numero variabile di professionisti, scelti in funzione dei progetti specifici di ricerca da realizzare.

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