Doping e scommesse, le "malattie" del calcio italiano?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 novembre 2000 20:10
Doping e scommesse, le

Richieste pesanti che potrebbero far terminare per sempre la carriera a ben otto giocatori italiani. Al centro della vicenda le scommesse sportive, un Atalanta-Pistoiese di coppa Italia della scorsa estate( 20 agosto) terminata per 1-1. Troppe puntate vennero fatte su quella partita e la Snai chiese alla Federcalcio di aprire un’inchiesta, indagine che ha portato il Procuratore federale, Carlo Porceddu, a richiedere per ogni singolo atleta ben tre anni di squalifica. Nel ciclone delle scommesse sportive sono finiti Aglietti, Allegri, Amerini e Bizzarri della Pistoiese( serie B), Banchelli, Doni e Siviglia dell’Atalanta( serie A).

Nomi eccellenti, di sportivi forti, con i tre bergamaschi in alto nella classifica della serie A. Solo uno spiacevole equivoco? L’indagine che ha portato alla richiesta di una condanna talmente severa deriva dal fatto che i giocatori in questione si siano sentiti per telefono e poco dopo siano scattate le scommesse sulla partita( risultato di parita’). Tutta un’incredibile coincidenza? Difficile ovviamente credere a questo. Certo e’ anche difficile che per qualche milione in piu’ simili professionisti possano rovinarsi una tale carriera, per alcuni poi all’apice o all’inizio del successo.

Certo rimangono le telefonate, i contatti, con poi le puntate sulla partita che vedeva protagonisti proprio chi si era sentito per telefono. E’ comunque una vicenda, da qualsiasi lato la si prenda, che getta tante ombre sul nostro calcio, sul desiderio di vedere una partita e di pensare che sia vera, onesta! Il calcio del 2000, gia’ messo a dura prova con i presunti casi di doping di alcuni campioni, deve ora difendersi anche su un altro fronte, il sospetto delle partite “truccate” per scommesse come avvenne gia’ negli anni ‘80.

Sembra infatti che altri incontri potrebbero entrare o sarebbero gia’ entrati nel mirino degli inquirenti. Non e’ la prima volta che la palla rotonda italiana subisce attacchi sulla sua credibilita’, ma e’ la prima volta che il football nostrano deve allontanare sospetti su due fronti, doping e scommesse. Non sara’ facile soprattutto perche’ e’ difficile credere, oramai, ad uno giuoco pulito adesso che tanti, troppi soldi, hanno invaso i prati degli stadi italiani. Rimane quella speranza che la morsa di doping e scommesse possa allentarsi per mancanza di prove ma in questo pazzo calcio, pieno di sospetti, sara’ sempre piu’ difficile credere che un’ubriacante serpentina sia frutto solo di ore di allenamenti o di doti naturali, come sara' sempre piu’ difficile credere che un gol sbagliato sia sempre e solo una rete mancata per errore tecnico e non per proprio interesse.

L’ombra del sospetto e’ oramai dentro di noi. Complimenti!

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