Nel Museo di Chiusi, di prossima apertura, un banchetto etrusco con vivande e buccheri

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 settembre 2000 17:55
Nel Museo di Chiusi, di prossima apertura, un banchetto etrusco con vivande e buccheri

“Questo museo è il frutto di venticinque anni di lavoro della comunità –ha affermato il Sindaco di Chiusi, Marco Ciarini, nel corso della presentazione della prossima apertura del Museo storico delle Attività produttive, svoltasi oggi pomeriggio in Duomo- Chiusi era importante nell’antichità per la produzione agricola. In 2.000 anni, solo negli ultimi decenni l’attenzione dell’economia si è distratta a causa dello sviluppo industriale di Chiusi Scalo. Oggi tornare a parlare di patrimonio agroalimentare associato alla cultura significa tornare a valorizzare la principale risorsa del nostro territorio”.
“Il Museo –ha spiegato, nel suo intervento, l’archeologo Roberto Caparra, responsabile scientifico del progetto- è il risultato di un lavoro pluridecennale dei volontari dell’Associazione archeologica, che ha consentito di riportare alla luce centinaia di metri di cunicoli, nascosti sotto la città.

Il nostro sarà un museo da visitare gioiosamente e che si rivolgerà ad un pubblico di non specialisti. La collezione, nella parte superiore della struttura, racconta la continuità dell’attività produttiva locale, legata allo sfruttamento della terra. L’obiettivo di dare idee concrete sarà perseguito anche con l’uso di modellini per dimostrare le tecniche agricole di trasformazione delle materie prime, con la ricostruzione di un autentico banchetto etrusco per far rivivere la tradizione gastronomica”.
Il Museo, destinato ad aprire i battenti nei primi mesi del prossimo anno, nella parte inferiore, raccoglie una collezione di 300 urne cinerarie, la più grande del mondo.

Sarà questo il centro del progetto del Parco archeologico urbano territoriale e ambientale, animato anche dalle necropoli circostanti il paese, la celebre Tomba della Scimmia, il Labirinto di Porsenna, il Chiostro di San Francesco, il piccolo lago sotterraneo (recentemente “riscoperto” dai speleologi locali).

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