«Rischio esondazione per il torrente Ema»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 settembre 2000 23:39
«Rischio esondazione per il torrente Ema»

L’allarme è stato lanciato dal consigliere di Forza Italia Massimo Pieri che questa mattina ha effettuato un sopralluogo insieme ad alcuni residenti di via Benedetto Fortini. «L’Ema - ha detto Pieri - è pieno di sporcizia e detriti e al primo temporale rischia di uscire dagli argini. Cosa aspetta il Comune di Firenze a ripulirlo?».
«Anche a Firenze esiste un preoccupante rischio esondazioni ed alluvioni perché torrenti e corsi d’acqua sono lasciati nell’incuria». E’ quanto ha detto il capogruppo di Azione per Firenze Gabriele Toccafondi.

Per Toccafondi, che su questo problema ha presentato lo scorso luglio un ordine del giorno in Consiglio comunale approvato all'unanimità, bisogna «stabilire al più presto, con il servizio idraulico del provveditorato alle opere pubbliche, piani annuali per la cura dei torrenti nel tratto fiorentino. L'ordine del giorno votato all'unanimità faciliterà, in questo senso, il lavoro dell'assessore Coggiola che però, se non interverrà in tempi brevi, ne risponderà in Consiglio comunale». «Come tutti possono notare - ha rilevato Toccafondi - i torrenti che attraversano Firenze sono lasciati totalmente all'incuria.

Le difficoltà, per la messa a punto di un piano di recupero che preveda la manutenzione e la cura degli argini durante tutto l’anno, sembrano essere infinite. La tutela dei torrenti Terzolle, Mugnone, Greve compete al servizio idraulico del Provveditorato alle opere pubbliche, ovvero al Ministero dei lavori pubblici, che si occupa degli argini solo a ridosso della stagione invernale e solo ed esclusivamente per ragioni di sicurezza». «Con l'ordine del giorno votato a luglio - ha ricordato il capogruppo di Azione per Firenze - si chiede anche che il Comune destini almeno 500 milioni l'anno, in un capitolo apposito di bilancio, per la cura degli argini dei torrenti e dei fiumi.

Tanto costerebbe la messa in sicurezza degli argini a Firenze che nessuno, fino al momento, aveva richiesto».

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