15.000 "pietre miliari" sui confini della provincia di Grosseto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 settembre 2000 18:02
15.000

"La deliberazione n.242 del 24 luglio potrebbe aspirare a collocarsi ai vertici di quel variegato elenco di sinistri provvedimenti intitolato forme di dissipazione del pubblico denaro a cui la Giunta provinciale di Grosseto contribuisce con creatività e fantasia -commenta in un'interrogazione di Hubert Corsi, capogruppo CCD CDU Democratici di Centro- Il provvedimento rappresenta una vera e propria pietra miliare nella storia di questo territorio. Anzi sono circa 15.000 le pietre miliari che verranno apposte sui confini della provincia di Grosseto.

Gli Aldobrandeschi, la Repubblica di Siena, i Medici, i Granduchi di Lorena che si erano contentati di semplici Dogane sulle principali vie di comunicazione, impallidiscono di fronte alla decisione di tabellare i confini dell'intera provincia. Circa ogni 30 metri, ovunque, sui sentieri, nei boschi, nei botri, nei fossi sarà apposto un palo ed una targa Attenzione, Provincia di Grosseto.
I cacciatori senesi, pisani, livornesi, viterbesi sono serviti. Se astutamente tentassero di introdursi nel nostro territorio senza autorizzazione potranno essere così inflessibilmente sanzionati.

Non basta. Si tabelleranno altri 170 Km. di confini interni per avvisare i grossetani ed i loro cani che stanno attraversando un comprensorio cosiddetto omogeneo riservato ad altri grossetani.
Per tutta questa impresa è prevista la spesa di circa 250 milioni, senza contare quelli che serviranno per la costosa manutenzione annuale di una così imponente, lunghissima e fragile cartellonistica. Peraltro è facile prevedere che la manutenzione straordinaria rischierà di dover iniziare addirittura prima del collaudo.
In verità siamo di fronte ad uno dei non pochi effetti perversi della politica venatoria della Regione Toscana che la Provincia di Grosseto con rara abilità riesce sempre a potenziare.

Ormai la caccia è a servizio di una costruzione burocratica sempre più imponente e cavillosa.
Non ci sono fondi per risarcire gli agricoltori per i danni prodotti alle colture dai cinghiali e dai caprioli, ma si trovano per realizzare una cartellonistica che rappresenta il prodotto burocratico di scelte sbagliate (la suddivisione del territorio provinciale in più A.T.C.); non ci sono fondi per lanci adeguati di selvaggina, ma si commissiona un inutile studio del costo di 240 milioni per sperimentazioni sulla pernice rossa, ecc., ecc".

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