Polemica sulla cultura a Grosseto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 agosto 2000 13:40
Polemica sulla cultura a Grosseto

«Il capoluogo non sa svolgere un ruolo guida in ambito provinciale» afferma stamani in un'intervista al Tirreno Anna Guidoni, segretaria comunale dei Ds «Antichi dovrebbe andare a lezione dal sindaco Di Vincenzo. Stiamo parlando - a detto Anna Guidoni- di Immaginando, la rassegna nazionale di computer grafica, ma anche del premio nazionale di fotografia Gruppo Fotografico Contrasto e del Gray Cat Music che è dovuto emigrare a Follonica. Nel 1998 Musica nel Chiostro ha rischiato di chiudere per mancanza di finanziamenti.

Ci si limita -ha detto Anna Guidoni- a manifestazioni di tipo popolare che hanno tutto il diritto di esserci, ma non possono essere l'unico elemento di programmazione culturale in un Comune capoluogo di una provincia che fa del turismo uno dei principali punti di forza».
"Taluni definiscono la Cultura come patrimonio di conoscenze che contribuiscono alla formazione della personalità -risponde Alessandro Antichi Sindaco di Grosseto- sia essa individuale, o collettiva; altri, più semplicemente, ne danno una definizione più geniale -cosa è il genio, se non fantasia e velocità di esecuzione- delineandola come ‘ciò che rimane quando ci si dimentica tutto’.
Nell’uno e nell’altro caso, pur non avendo la presunzione di aver fatto tutto quanto è possibile e tutto bene (il dubbio è esso stesso elemento indispensabile di ogni operazione intellettuale: quando si parla di Cultura e quando ne parlano le istituzioni pubbliche, che si debbono maggiormente dedicare alla organizzazione degli strumenti che possano produrre cultura, il rischio che si corre è sempre quello di provocare guasti inimmaginabili) credo di poter affermare che a Grosseto ci si sia bene attagliati ad entrambe queste definizioni, sia per quanto riguarda la parte ‘popolare’ ed è strano che proprio due consiglieri di ‘sinistra’ la disprezzino, che per quella meno legata alla contingenza ed alle esigenze del quotidiano.
L’avere ridato a Grosseto una sua dimensione di autoconsapevolezza, di fierezza di sè, non è dunque una operazione culturale; avere restituito alla città i propri simboli, avere consentito che istituzioni come il teatro ed il museo archeologico e d’arte della Maremma abbiano finalmente riaperto i battenti non è forse una operazione culturale?
Avere allestito un centro di informazione e documentazione alle Terme Leopoldine di Roselle, per favorire un turismo di qualità, informato e consapevole, non è una operazione culturale? Quando, appunto, ci saremo dimenticati tutto, comprese iniziative di associazioni parapolitiche, che campano ai margini delle istituzioni pubbliche e che battono cassa in nome della cultura, saranno state consegnate all’oblio, il museo, il teatro, che rimangono, non saranno testimonianze e motori di una cultura, che si rinnova e cresce con la collettività che li ha interiorizzati?
Frascino e la Guidoni non si sono accorti, solo per fare un esempio tra i tanti, della operazione culturale, che per Grosseto non ha precedenti, legata alla donazione Luzzetti?
Non li imbarazza sapere che mentre le vecchie amministrazioni di sinistra spendevano fiumi di denaro pubblico per manifestazioni delle quali si è perduta la memoria, questa ha avuto la capacità, o meglio la credibilità, per consentire l’acquisizione futura al nostro patrimonio culturale (senza spendere una lira) di opere di valore inestimabile di Andrea Della Robbia, Baldassarre Carrari, Alessandro Allori, Santi di Tito, il Pinturicchio e via elencando?
E l’università, che aprirà i battenti al vecchio ospedale, ancora una volta senza costi per i cittadini, non è anche essa una operazione culturale senza precedenti; o i Ds credono che le famiglie grossetane preferiscano continuare a mandare i loro figli a studiare fuori sede (ammesso che se lo possano permettere) assistendo in contropartita ad eventi autoreferenziali confezionati su misura dai soliti cartelli della sinistra, all’interno dei quali, se non le ballerine, di certo abbondano i nani ? L’unica vera debacle culturale grossetana è forse quella che vede morire, tanto tristemente, la sinistra cittadina; ridotta evidentemente a dedicarsi, con rabbia, esclusivamente al tentativo di riconquistare il potere detenuto per 52 anni, evidentemente considerato una sorta di diritto feudale.
Quando la dialettica politica si impoverisce è un guaio per tutti; ma in questo caso non è colpa mia".

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