La straordinaria arte degli aborigeni d’Australia ha colpito nel segno

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 agosto 2000 15:13
La straordinaria arte degli aborigeni d’Australia ha colpito nel segno

Almeno a giudicare dal buon andamento dell’affluenza alla mostra allestita presso il castello Pasquini di Castiglioncello "Tjukurpa – Il tempo del sogno", all’interno della quale si trovano in esposizione oltre settanta pezzi di arte aborigena contemporanea, provenienti da ogni stato del continente australiano. A sole tre settimane dall’inaugurazione è ancora presto per tracciare un bilancio ufficiale, anche se l’affluenza registrata fino ad oggi indica già un discreto successo per una mostra che, d’altronde.

raccoglie le opere migliori di una popolazione unica al mondo, raccolte tra le diciotto più celebri gallerie d’arte australiane. "Un’affluenza notevole – dicono gli organizzatori – sicuramente superiore a quella registrata per altre mostre realizzate negli anni passati, con un incremento significativo della presenza giovanile". Il fascino dell’esposizione, che seppur contemporanea è fortemente legata a valori antichi basati anche su esoterismo e ritualità, in un’epoca di evidente crisi dei valori occidentali, ha così raggiunto diverse fasce di pubblico, riuscendo anche a catturare l’attenzione di chi, oltre all’arte, è interessato all’antropologia e alla storia.

In più, soprattutto per i più giovani, la vendita delle magliette raffiguranti i dipinti ed i tatuaggi riproducenti simboli e totem, offerti ai visitatori, hanno rappresentato una novità gradita, evidentemente uno stimolo a lanciarsi nella scoperta di un mondo misterioso e magico.
Non a caso una delle opere più apprezzate è stato il rarissimo secchiello rituale, dipinto dalla famosa Lily Karedada nel 1937, che all’interno della mostra introduce la sezione dedicata all’oggettistica sacra.

Le leggende nate attorno alla figura umanoide rappresentata sul secchiello, da un lato, e l’utilizzo dell’oggetto nell’ambito del rito, dall’altro, riescono molto spesso a catalizzare l’attenzione del visitatore, specie se particolarmente interessato all’aspetto più misterioso delle opere. L’umanoide infatti – che molto spesso viene anche riprodotto con il tatuaggio – è caratterizzato dal mitico scafandro bianco che, secondo molti, rafforza la leggenda, alimentata dalla stessa tradizione aborigena, di una provenienza extraterrestre del popolo aborigeno.

Le spiegazioni logiche dello scafandro, che pure esistono e sono legate all’abitudine degli aborigeni di coprirsi la testa con argilla bianca per proteggersi dal sole, non tolgono sapore alla tradizione romantica, contribuendo invece ad allargare la conoscenza scientifica degli usi e costumi di una popolazione antica ed affascinante. Il secchiello, che alla base reca due piccoli fori, viene utilizzato dagli sciamani per contenere un’acqua dolce, ottenuta spremendo il ventre delle formiche da miele, che una volta terminato il rito sacro viene offerta a tutti i partecipanti che ancora siedono a formare il "cerchio sacro".

Insieme al secchiello poi i boomerang, i famosi bastoni del vento, i graffiti e le pitture, realizzate con tecniche antiche e totem umani ed animali, che contribuiscono ad aprire ai visitatori le porte di un mondo davvero straordinario, che ancora conserva 30mila anni di cultura rimasta pressoché immutata.
L’esposizione rimarrà aperta fino al 3 settembre e, ad eccezione del lunedì (giorno di chiusura), può essere visitata dalle 17 alle 23, con chiusura anticipata alle ore 20 nei giorni di spettacolo.

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