"Non si capisce perche' la benzina deve essere tassata al 67% come e piu' di un bene di lusso, oltretutto con una tassa sulla tassa (all'accisa si aggiunge l'IVA) e con motivazioni che ci confinano nel mondo di Pulcinella e Arlecchino -dichiara Primo Mastrantoni segretario dell'Aduc- paghiamo infatti ancora la guerra di Abissinia, la crisi di Suez, il disastro del Vajont, l'alluvione di Firenze, i terremoti del Belice, Irpinia e Friuli e la guerra nel Libano per un totale di 425.75 lire. Se lo Stato incamera meno dobbiamo ricordare che lo Stato siamo noi, cioe' i cittadini contribuenti e che comunque si bilancera' il sistema di tassazione.
La crisi petrolifera del '73 non ha insegnato nulla ai nostri governanti, eppure in 27 anni una modifica sostanziale del sistema dei trasporti poteva essere attuata. Il tutto va programmato come va razionalizzata la rete dei distributori. Che si aspetta?"
Propone invece un'azione di contestazione contro l'aumento di prezzo della benzina consistente nel non fare benzian il 30 aprile Paolo Molinelli VPO dell'Associazione Consumatori. "I prezzi aumentano in un modo osceno -afferma- E' ora di fare qualcosa.
E inaccettabile che i prezzi della benzina siano così alti quando milioni di barili sono a stoccati in magazzini. I produttori di petrolio hanno deciso di ridurre la loro produzione di 2 milioni di barili al giorno solo per fare aumentare I prezzi alla consumazione. Se per un giorno intero nessuno compra la benzina, il mercato sarà un po' destabilizzato. Con I mezzi di comunicazione che abbiamo adesso, è facile contattare tanta gente in molto poco tempo, quindi passate il messaggio a tutti coloro che conoscete.
Se dovete proprio, compratela il giorno prima o il giorno dopo ma non il 30, fate sapere al mondo di esistere, anche solo con un'azione incruenta e pacifica come questa Basta qualche milione di persone che aderiscano per attirare l'attenzione dei media".
