Il peso della burocrazia frena la crescita dell'agricoltura nella provincia fiorentina

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 febbraio 2000 18:52
Il peso della burocrazia frena la crescita dell'agricoltura nella provincia fiorentina

Un piccolo e medio imprenditore agricolo dedica 60 giorni della sua attività al "disbrigo" (è un eufemismo) delle pratica. I campi, insomma, sono ingolfati dai fogli. La denuncia è contenuta in uno studio della Confederazione italiana degli agricoltori che lo hanno presentato, stamani, al Presidente della Provincia Michele Gesualdi in un incontro nella Sala Rossa di Palazzo Medici Riccardi. "Le imprese e la burocrazia": cronaca di un rapporto non facile, talvolta da far saltare i nervi. "Per troppo tempo - dice Gesualdi - gli enti pubblici hanno guardato al cittadino-elettore e non al cittadino che richiede servizi snelli alla pubblica amministrazione".


Le aziende agricole fiorentine, anche le più piccole, hanno un carattere di "multiproduzione". Un'azienda che produce vino ed olio deve riempire per questo motivo 17 denunce l'anno, con una tenuta elevata di registri (da un minimo di 6 a un massimo di 16). Ma entriamo in altri particolari: sulla vendita di prodotti vinosi si registrano almeno 48 modi diversi di riempire i relativi moduli. E veniamo alle produzioni tipiche toscane: si parte da un minimo di 27 a un massimo di 50 registri.
"Ci vuole una riduzione di procedure - spiega Sandro Piccini, presidente provinciale della Cia - e soprattutto è indispensabile di una legge quadro che metta ordine e riconduca a unità tutto il settore: il pianeta agricoltura, al momento, deve fare riferimento a 150 mila testi, tra leggi, delibere e quant'altro".

Le stesse leggi Bassanini sono soggette ad interpretazioni che non giovano agli agricoltori. "Chi si rivolge all'Ufficio Iva di Firenze - dice Piccini - si vede rifiutare l'autocertificazione. Diventa necessario allora un atto notorio, ma la maggior parte dei Comuni lo rifiuta perché la Bassanini prevede invece l'autocertificazione. L'Ufficio Iva interpreta quindi la norma diversamente dalla buona parte dei Comuni". Risultato: file e tempo da spendere in più.
Gli agricoltori richiedono la stessa dignità degli industriali.

Al contrario di quanto accade nell'industria, infatti, gli stessi provvedimenti sono rivolti indistintamente a tutti gli agricoltori, dal piccolo al grande.
Tra le rivendicazioni avanzate dalla Cia: la creazione di un catasto delle aziende agricole, la richiesta agli enti locali di evitare normative aggiuntive (Piccini registra le tendenza a raddoppiare i documenti su una stessa materia), l'apertura alle aziende agricole dello sportello unico per le imprese. "Siamo pronti a concordare con la Cia e con le altre rappresentanze del mondo agricolo un documento politico da sottoporre all'approvazione della giunta e del consiglio provinciale - replica Gesualdi - e a sostenere l'obiettivo di una riduzione delle lungaggini burocratiche che sottraggono tanto tempo al lavoro".

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