Ipotesi: e se la Fiorentina cedesse Battistuta?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 maggio 1999 11:00
Ipotesi: e se la Fiorentina cedesse Battistuta?

La coppa l'ha vinta il Parma e ancora una volta la Fiorentina è rimasta a mani vuote.
Nel decennio di gestione della famiglia Cecchi Gori soltanto una Coppa Italia nel carniere, oltre alla prima retrocessione in serie B. E la stagione che va a chiudersi non è stata certo povera di promesse, con la migliore formazione allestita dalla società e la guida di Trapattoni, una delle più illustri che si siano mai viste a Firenze.
E dire che ieri sera la Fiorentina non ha sfigurato, alcuni elementi hanno giocato una delle loro migliori partite.

Eppure è stato il Parma a esprimere quel qualcosa in più che i viola non hanno saputo dare, in una sfida che doveva vincere la squadra in grado di andare in rete per ultima.
A mente fredda lo possiamo ammettere: è mancato il colpo del campione, il capolavoro che fa la differenza. La zampata che certo tutto il pubblico si aspettava dal leone del Franchi, quel Battistuta intorno al quale hanno orbitato le formazioni viola degli anni '90. Ebbene è Gabriel che mancato ieri sera, con tutte le attenuanti del caso, ma è mancato.

Un uomo per il quale la società, che non è certo tra le più ricche del campionato, ha fatto grandi sacrifici economici, un capitale immobilizzato e un costo di mantenimento che fanno si che in difesa o in panchina, ad esempio, la Fiorentina sia costretta a schierare uomini non all'altezza delle sue ambizioni. Battistuta è giunto al culmine della carriera con un medagliere non certo lusinghiero, sia con la maglia viola che con quella della nazionale argentina. Ed è legittimo domandarsi a questo punto se, pur memori delle soddisfazioni che il centravanti ha regalato a Firenze, non sarebbe opportuno che la società lo congedasse, con tutti gli onori del caso, smobilizzando un capitale da reinvestire sul mercato in cerca di giocatori promettenti, non solo per l'attacco, ma anche per gli altri reparti.

Nella speranza di incappare in elementi che con una stagione di grazia siano in grado di colmare, nell'arco di un intero campionato, quel divario economico-strutturale che ha fatto la differenza tra le formazioni messe in campo dalla Fiorentina (fatte di 11 giocatori) e quelle dei club più grandi e danarosi (che hanno come minino 20 giocatori).
Un'ipotesi ragionevole, o cinica come sa essere il calcio, sempre che lo permetta la proverbiale testardaggine dei Fiorentini.

Notizie correlate
In evidenza