Arringa per Falstaff

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 novembre 1998 00:01
Arringa per Falstaff

"Alla fine della sua vita Verdi presenta al mondo stupito non l'atteso ultimo eroe tragico, come nell'intera sua opera, ma l'esatto contrario: un vecchio grassone e ubriacone, che alla fine della piece possiede anche la sfrontatezza di ridere di se e di tutti gli altri -con queste parole Willy Decker, regista del Falstaff in scena al Teatro Comunale da domenica prossima, ha presentato stasera alla stampa la sua lettura ribaltata dell'opera verdiana- Falstaff e vecchio, ha percorso un lungo cammino e tanto piu lontano va, tanto piu si avvicina al punto di partenza.

Il suo cammino di vita chiude un cerchio, il vecchio torna all'infanzia. Questo lo rende grande e al contempo cosi vulnerabile, poiche come un bambino non ha la consapevolezza che non tutte le cose sono come appaiono. Falstaff e un fiducioso ed e per questo che diventa vittima. Il suo cadere cosi facilmente nelle trappole e negli intrighi del mondo che lo circonda ne ha fatto spesso un vecchio imbecille, alle cui prese ci si diverte da matti. Al contrario Falstaff e un genio dell'energia vitale positiva ed e per questo che e un buon perdente.

La prima scena dell'opera mi ricorda un quadretto che ho colto tempo fa passeggiando per le strade di Firenze: arrivato in piazza S. Spirito ho visto un vecchio che seduto nel bel mezzo della confusione urbana guardava la gente con lo sguardo distaccato di chi pensa: affannatevi voi, io ho gia visto tutto! Credo proprio si trattasse di Falstaff. Ricordate che nel suo testamento artistico Verdi non aveva certo la volonta di infierire su un personaggio di lui coetaneo."

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