World Speech Day: a Firenze si riflette sull'odio e le parole

Le parole rischiano di trasmettere messaggi distorti

Antonio
Antonio Lenoci
15 marzo 2018 14:25

La parola come elemento in grado di unire le persone, ma anche di dividerle. In più di 100 Paesi del mondo si celebra oggi il World Speech Day, o Giornata Mondiale della Parola con eventi dedicati al public speaking.

Gli appuntamenti fiorentini sono coordinati da Armando Cristofori ambasciatore WSG.

Cristofori racconta a Nove da Firenze l'esperienza di rientro dall'Australia "Non mi aspettavo di trovare una società così in crisi" spiega confrontando il nuovo mondo con l'Europa. Una crisi che l'ambasciatore WSG riconosce oggi nella incomprensione generata dall'uso di parole sbagliate anche per esprimere a volte concetti condivisibili, e per spiegare questo porta ad esempio quanto accaduto su una spiaggia australiana dove "un gruppo di surfisti della periferia di Sidney si è scontrato con un altro gruppo proveniente dal centro della città.

Una violenta rissa che ha generato preoccupazione ed ha fatto molto discutere i media locali e che si è conclusa dopo pochi giorni con un barbecue in spiaggia. Cosa era accaduto? Dopo che i portavoce si sono incontrati per chiarirsi, non si è più compreso il motivo del litigio: pregiudizi". Informato dei recenti accadimenti fiorentini Cristofori commenta "Firenze mi ha sorpreso. Mi aspettavo un mondo interculturale, figlio del Rinascimento. Il mio migliore amico è musulmano e spesso mi incontro con lui per un caffè assieme ad un altro amico ebreo.

A me sembra una cosa normale...".Dare spazio di parola a tutti, ma in che modo? "Penso sia segno di democrazia dare spazio a tutti, c'è però gente che reagisce negativamente e questo genera confusione. Firenze dovrebbe dare esempio di positività. Sono sorpreso dalla percentuale di coloro che restano in silenzio, non segnalando che un certo modo di reagire è sbagliato. Grandi personaggi sono riusciti a muovere nazioni semplicemente usando la forza della parola. Oggi dimostriamo qui a Firenze che pur parlando lingue diverse, è possibile andare d'accordo".Il mondo del business deve partecipare alla moderazione? "Secondo me le strutture globali o statali devono partecipare.

Non sono state messe assieme per rilanciare messaggi negativi, ma per creare un confronto e far conoscere culture di varie parti del mondo. Io spero che chi parlerà a Firenze nel settore del business possa portare in futuro un messaggio di pace. Per conoscersi meglio ed evitare conflitti basati sul pregiudizio suggerirei di viaggiare; se volete conoscere i popoli viaggiate imparate le loro culture. Oggi gli chef stellati parlano di cucinare alimenti particolari suscitando per questo molta perplessità, ma ci sono culture che hanno migliaia di anni di esperienza in certi campi, potremmo imparare molto.

Occhi ed orecchie aperte, non viaggiare con pregiudizi e poi... serve pensare prima di aprire la bocca. Io stesso quando discuto con qualcuno tendo a tradurre le parole in inglese, così rischio di esprimermi in maniera negativa. Mi fermano e me lo dicono. Significa imparare dagli altri. Vivere insieme"."In nessun Paese europeo - spiega Cristofori nel presentare l'evento fiorentino - e persino in ambito globale, l’hate speech sta raggiungendo livelli paragonabili a quelli attuali italiani.

Negli ambiti più diversi, dalla politica allo sport fino alla cronaca, il rancore e l’odio che circolano sui social network stanno mettendo a nudo le profonde divisioni fino a poco tempo fa rimaste sopite del Paese e la loro virulenza sta arrivando vicino a soglie pericolose. L’impossibilità a comunicare porta alle divisioni, le divisioni all’odio e questo ai conflitti, anche interni a un Paese nel suo complesso: è uno scenario magari non immediato, ma il crinale imboccato porta drammaticamente in quella direzione".

In Palazzo Vecchio la sessione con protagonisti gli studenti delle scuole fiorentine introdotte dal vicesindaco Cristina Giachi, al pomeriggio l’auditorium della Regione Toscana ospita gli speech di professionisti urbanisti, architetti, ingegneri, chiamati a ripensare lo sviluppo della città introdotti dal presidente del consiglio regionale Eugenio Giani, infine la Zeffirelli’s Tea Room accoglie con Ludovica e Ginevra Santedicola i discorsi dei rappresentanti del mondo dell’enogastronomia.“Sono felice di ospitare un’iniziativa di grande originalità e significato, in un momento in cui il bisogno di comunicare si fa sempre più importante - ha detto il presidente Giani -.

Del resto, quando si parla di importanza della parola si parla di qualcosa in cui Firenze trova il suo senso storico. E’ qui che la lingua latina si fa lingua italiana, è qui che Dante, Petrarca, Boccaccio hanno lasciato la loro impronta indelebile”. “Bisogna poi considerare – ha concluso Giani – come, in questi anni di globalizzazione, anche il modo di comunicare si sia profondamente modificato”.

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