“Viola !Viola! Duce! Duce!” di Francesco Russo

Il romanzo di formazione di quattro ragazzi tra amori, tifo calcistico e venti di guerra.

Alessandro
Alessandro Lazzeri
30 aprile 2014 01:39
 “Viola !Viola! Duce! Duce!” di Francesco Russo

La realtà suburbana fiorentina negli anni Trenta è il luogo dove si muovono le vicende di quattro ragazzi che sono amici e appassionati tifosi viola.

E' il 1931. La Fiorentina gioca il suo primo campionato di Serie A e i quattro amici vogliono preparare una bandiera per festeggiare la loro squadra nel nuovo stadio “Berta” che si inaugura, al Campo di Marte coll'inizio del campionato.

Il libro”Viola! Viola! Duce! Duce!”, scritto da Francesco Russo ed edito da Effequ, è una sorta di racconto di formazione di Graziano Biagioni e dei suoi amici Barnaba, Gigli e Montini .La storia si dipana negli anni Trenta, sino al 1940, attraverso i cosiddetti anni del “consenso”, gli anni che vedono il fascismo saldamente al potere. Gli italiani subiscono il regime e i quattro ragazzi vivono questa realtà come una sorta di normalità e di vero e proprio universo insuperabile. I ragazzi si salutano con “Viola Viola Duce Duce”, una sorta di slogan che pare indicare compiutamente il loro mondo .

In realtà i quattro ragazzi vivono il complesso e difficile momento dell'adolescenza, con la scoperta dell'amore e del sesso, i valori dell'amicizia, la fede calcistica,la scuola e gli ideali giovanili.

Francesco Russo, giornalista e studioso di storia, alla sua prima prova narrativa, esprime una certa felicità inventiva tratteggiando la storia dei quattro amici in un contesto storico peculiare che vedrà la fine dell'adolescenza dei quattro amici coincidere con l'inizio della guerra.

E' una Firenze, per certi versi, “pratoliniana” quella descritta dall'autore. Una Firenze periferica, gli amici vivono e s'incontrano a Brozzi ma Firenze è il luogo degli eventi della loro vita, raccontata tra realismo e psicologia adolescenziale.

L'autore mantiene un sicuro equilibrio tra la vicenda narrata e il contesto storico, facendoci vivere le difficoltà dell'adolescenza in un contesto difficile come gli anni Trenta. Nella storia minore e privata dei quattro ragazzi si mescola la storia maggiore in un impianto sostanzialmente realistico del narrare. L'autore, nonostante la rilevanza degli avvenimenti storici di quegli anni non perde mai il filo di una narrazione agile e attenta alle vicende quotidiane e normali dei protagonisti. Nel riuscito equilibrio tra fiction e storia , Francesco Russo ci fa conoscere anche alcuni aspetti significativi del tifo calcistico di quegli anni, come i non infrequenti scontri fra tifosi che la stampa di regime tendeva a nascondere.

“Viola Viola Duce Duce “ è forse il primo romanzo che sottolinea il senso identitario del tifo calcistico. Per molti fiorentini la squadra Viola rappresenta l'orizzonte e lo sfondo delle vicende di ogni giorno. La passione per la squadra è una lunga emozione che si coniuga con le vicende di ognuno di noi. La Fiorentina è a un tempo, l'immagine della collettività, il sogno di una giovinezza che non trascorre, la memoria di eventi privati che si intersecano con le vicende della squadra. In tal senso Francesco Russo sembra suggerire come sin dagli inizi , sia stato questo il tifo viola: una manifestazione simbolica dell'appartenenza a una comunità, il sentirsi orgogliosi di essere cittadini di Firenze ed eredi di una storia importante.

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