Vigilanza idraulica: domani sciopero in Toscana

E un presidio in piazza Duomo, davanti alla sede della Regione, dalle ore 10,30 alle ore 12,30. I consiglieri Capecchi e Veneri (FdI): “L’assessore Monni riferisca in commissione”. L’assessore Monia Monni ha risposto durante la seduta di aula di ieri a un’interrogazione sul personale presentata da Andrea Ulmi (Lega)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 marzo 2021 23:35
Vigilanza idraulica: domani sciopero in Toscana

Lo scorso 19 gennaio si è svolto in Prefettura l'incontro di conciliazione e raffreddamento previsto dalla normativa sul diritto di sciopero in relazione allo stato di agitazione del personale addetto alle funzioni di presidio territoriale idraulico, servizio di vigilanza e di piena, pronto intervento, polizia idraulica e polizia delle acque.

Lo stato di agitazione era stato proclamato unitariamente il 5 gennaio dalla RSU e da CGIL, CISL, UIL, COBAS, USB per l'assenza di risposte soddisfacenti da parte dell'Amministrazione sui temi dell'organizzazione del servizio, delle responsabilità ad esso connesse, della sicurezza sul lavoro, dei ruoli, compiti e funzioni attribuiti agli addetti e degli istituti contrattuali in cui inquadrarli.

"L'incontro ha avuto esito negativo, perché, ancora una volta, non c'era stata da parte dell'Amministrazione alcuna proposta chiara ed organica, formulata su basi certe e descrittiva di un modello organizzativo completo, rispondente alla disciplina contrattuale e alla normativa in materia -si spiega da RSU, CGIL, CISL, UIL, COBAS, USB- Ad oltre un mese da tale incontro, nonostante la disponibilità assicurata dalla RSU e dalle OO.SS. a mantenere aperto il dialogo, l'Amministrazione non ha fornito alcuna proposta o soluzione alle legittime istanze dei lavoratori che avevano portato alla dichiarazione dello stato di agitazione".

Di conseguenza, la RSU ha proclamato lo sciopero per l’intera giornata lavorativa del personale di Regione Toscana addetto alle funzioni di “Presidio territoriale idraulico, servizio di vigilanza e di piena, pronto intervento, polizia idraulica e polizia delle acque”, con un presidio di protesta di fronte alla sede della Regione, in piazza Duomo a Firenze, dalle ore 10.30 alle ore 12.30.

I lavoratori comunicano inoltre l'indisponibilità a svolgere qualsiasi prestazione richiesta fuori dall’orario di lavoro e fuori dal servizio di reperibilità già programmato e nei limiti contrattuali, a partire dal 10 marzo e per i successivi 30 giorni. La proclamazione dello sciopero e delle forme di protesta è stata comunicata al Prefetto di Firenze, al Presidente della Giunta Regionale, alla Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero, ai sensi dell’art. 2 comma 2 Legge 146/1990 come modificata dalla Legge 83/2000.

Le azioni relative al personale addetto alla sicurezza idraulica sono al centro di un’interrogazione presentata da Andrea Ulmi (Lega), a cui ha risposto ieri mattina in aula l’assessore all’Ambiente Monia Monni. Ulmi ha chiesto quale sia la strategia della Giunta per “tutelare e valorizzare le funzioni svolte dagli addetti regionali in materia di presidio territoriale idraulico, servizio di vigilanza e di piena, pronto intervento, polizia idraulica e polizia delle acque”, anche a seguito delle numerose richieste avanzate dai sindacati, che hanno proclamato lo stato di agitazione.

Monni ha precisato che la Regione Toscana disciplina autonomamente il servizio di piena e il servizio dei caselli idraulici e che persegue come obiettivo l’efficientamento del servizio di presidio idraulico del territorio. “Abbiamo deciso di mantenere i caselli idraulici che ad oggi sono funzionali al servizio di piena – ha spiegato -. Non mi si dica che un casello con un’abitazione occupata in pieno centro storico oggi sia funzionale o realistico. Noi vogliamo un servizio moderno ed efficace, la Regione Toscana ha messo in piedi una rete che permette la visualizzazione dei dati con il pc o con lo smartphone.

Non si può pensare che il numero di personale da impiegare sia lo stesso di quello alla metà del secolo scorso, anche per le limitazioni che ci sono ad assumere personale regionale”. La sfida, ha detto ancora l’assessore, è dunque quella di modernizzare il servizio e di renderlo adeguato, anche ricorrendo al contributo del volontariato della Protezione civile.

Ancora, Monni ha ribadito che il personale idraulico della Regione Toscana è responsabile esattamente nel solito modo in cui lo sono tutti gli altri dipendenti regionali e i dipendenti pubblici; l’obiettivo è quello di implementare il servizio di reperibilità, ma per questo occorre un accordo integrativo con i sindacati.

Ulmi ha osservato che “vanno bene la digitalizzazione e la modernizzazione, ma bisogna tenere sempre presente il fattore umano che può essere determinante in una situazione di criticità assoluta”.

“Perché la Giunta ha classificato, con una delibera, i caselli idraulici adibiti a uso abitativo come non strumentali? Una decisione che ha destato scompiglio tra gli addetti ai lavori al punto tale da indire per l'11 marzo una giornata di sciopero. Così si rischia di incidere sull'efficienza del presidio del territorio e sulla possibilità d'intervento tempestivo in caso di piene o di emergenza. Un’eventualità da scongiurare, considerato l’alto rischio idrogeologico del territorio”, dichiara il consigliere regionale di Fratelli d’Italia e vicepresidente della commissione Ambiente Alessandro Capecchi.

“Sulla gestione operativa del Presidio territoriale idraulico deve esser fatta chiarezza – continua Capecchi -. A tal proposito risale alla fine di gennaio la richiesta di audizione urgente in commissione Ambiente, firmata con il collega Gabriele Veneri, delle strutture regionali, dei sindacati e dell’assessore di riferimento per chiarire, una volta per tutte, quali siano le intenzioni della giunta su un tema così importante come il rischio idraulico”.

“L’amministrazione regionale, dopo la delibera dei primi di novembre, non ha fornito alcuna proposta o soluzione alle istanze dei lavoratori - dichiara il consigliere regionale di Fratelli d'Italia Gabriele Veneri -. La delibera ha sancito la non strumentalità dei caselli idraulici adibiti ad uso residenziale/abitativo, immobili che consentivano di poter contare di presidi fissi sul territorio con personale che maturava una capillare conoscenza dei luoghi, potendo così far fronte alle emergenze in tempi rapidi. Una decisione presa senza, però, aver definito un nuovo modello organizzativo. Infatti, i 'casellanti' non sono stati liberati dalla custodia del tronco assegnato. Ritardi che mettono in difficoltà i lavoratori e a rischio il territorio”.

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